Opzioni di ricerca
Home Media Facciamo chiarezza Studi e pubblicazioni Statistiche Politica monetaria L’euro Pagamenti e mercati Lavorare in BCE
Suggerimenti
Ordina per
Piero Cipollone
Member of the ECB's Executive Board
  • INTERVENTO

Rafforziamo l’Europa: potenziare la nostra autonomia strategica con l’euro digitale

Dichiarazione introduttiva di Piero Cipollone, Membro del Comitato esecutivo della BCE, dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo

Bruxelles, 8 aprile 2025

È un privilegio partecipare a questo incontro per proseguire il nostro dialogo sull’euro digitale.

Le motivazioni a favore dell’introduzione di un euro digitale sono forti e numerose e, a mio parere, convergono tutte verso un principio fondamentale: rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa.

Oggi mi vorrei soffermare su cosa significa concretamente “autonomia strategica” nei pagamenti quotidiani, esaminando sia il ruolo essenziale del contante sia i vantaggi di un euro digitale.

In un contesto internazionale meno prevedibile, è giunto il momento di passare all’azione.

I pagamenti al dettaglio sono sempre più digitali[1]. I consumatori scelgono sempre più spesso di utilizzare mezzi di pagamento digitali nei negozi e anche di acquistare online. Ma per gran parte di queste operazioni dipendiamo da operatori non europei. Oggi i cittadini di 13 paesi dell’area dell’euro si affidano esclusivamente a circuiti di carte internazionali o soluzioni elettroniche per i pagamenti nei negozi[2]. Eventuali circuiti di carte di pagamento nazionali si basano a loro volta sul co-branding con i circuiti internazionali per consentire i pagamenti transfrontalieri nell’Eurozona. In un futuro non molto distante questa situazione potrebbe sfociare in una dipendenza da altri mezzi di pagamento privati, ad esempio stablecoin basate su valute estere.

L’eccessiva dipendenza da operatori non europei compromette la nostra resilienza e la nostra sovranità monetaria[3]. Inoltre rende evidente l’urgente necessità di un euro digitale. Se non agiamo, non soltanto ci esporremo a rischi significativi, ma ci lasceremo sfuggire anche una grande opportunità.

Il ruolo fondamentale del contante per l’inclusione finanziaria e la resilienza

Malgrado la rapida digitalizzazione dei pagamenti al dettaglio, il contante resta un cardine del sistema finanziario europeo e costituisce attualmente il nostro unico mezzo di pagamento garantito direttamente dalla banca centrale.

Il perdurare di una forte domanda di contante[4] pone in risalto l’importanza di assicurare che il contante continui a essere una riserva di valore e un mezzo di pagamento comodo, sicuro e universalmente accettato.

Il contante assicura l’inclusione finanziaria, ma è anche essenziale per salvaguardare la capacità di tenuta dei nostri sistemi di pagamento e delle nostre economie. In tempi di crisi, ad esempio in caso di attacchi informatici o interruzioni delle forniture di energia, il contante resta uno strumento affidabile. Lo abbiamo visto anche lo scorso anno, quando alcune parti dell’Eurozona sono state colpite da catastrofi naturali.

In questo contesto, l’Eurosistema è fermamente impegnato ad assicurare che il contante resti un mezzo di pagamento ampiamente disponibile e universalmente accettato in Europa. Abbiamo attuato quindi una strategia complessiva per il contante[5] e stiamo ridisegnando le banconote in euro per renderle pronte per il futuro.

La BCE accoglie inoltre con grande favore la proposta di regolamento che disciplina il corso legale delle banconote e delle monete in euro. Come abbiamo scritto nel nostro parere, questo regolamento dovrebbe chiaramente vietare ai rivenditori al dettaglio e ai fornitori di servizi di escludere unilateralmente a priori l’uso del contante. Inoltre dovrebbe assicurare che gli Stati membri provvedano a garantire che il settore bancario sia tenuto a fornire servizi essenziali di cassa ai clienti privati e alle imprese, tramite un buon accesso in tutta l’area dell’euro ai punti di ritiro e di deposito del contante in euro[6].

La necessità di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nei pagamenti digitali in un contesto geopolitico in trasformazione

Tuttavia, dobbiamo anche assicurare che i cittadini europei dispongano di un mezzo di pagamento digitale che sia sicuro e affidabile, a complemento del contante, i cui principali vantaggi si estendano all’ambito digitale. La crescente preferenza per i pagamenti digitali implica che l’accettazione e la disponibilità di contante non sono più sufficienti a coprire una quota crescente di destinazioni d’uso. Ad esempio, gli acquisti online rappresentano oltre un terzo delle nostre operazioni al dettaglio, ma il contante non può essere utilizzato online e spesso non è possibile pagare tramite un servizio europeo[7]. Di conseguenza dobbiamo inevitabilmente ricorrere a sistemi di pagamento non europei, una debolezza strutturale che dobbiamo affrontare.

L’Europa non si può permettere un’eccessiva dipendenza da soluzioni di pagamento offerte da operatori esterni. Di fatto, ci affidiamo alla generosità di terzi in un contesto di accresciute tensioni geopolitiche. L’urgenza di preservare la nostra autonomia nel campo della difesa e dell’energia appare già estremamente chiara. Ma assicurare l’autonomia per servizi essenziali come i pagamenti quotidiani è altrettanto urgente. Se non siamo autonomi, siamo vulnerabili alle minacce geopolitiche e rischiamo di perdere la sovranità monetaria. Questi rischi sono resi evidenti dai recenti sviluppi sulla scena internazionale.

Nel frattempo, la nostra dipendenza da fornitori di servizi di pagamento non europei indebolisce il nostro potenziale economico e lede la nostra competitività. A causa della frammentazione dei mercati dei pagamenti, i prestatori di servizi di pagamento europei spesso non possono operare su una scala sufficiente a offrire i propri servizi in tutta l’UE. Questa situazione fa il gioco dei fornitori non europei che possono offrire i loro servizi a livello europeo, e anche su scala internazionale.

Paghiamo a caro prezzo la struttura frammentata del nostro mercato. Ma non deve essere necessariamente così: abbiamo il potere di decidere quanto debba essere unificato il nostro mercato dei pagamenti.

I dati dimostrano che i circuiti di carte domestici stanno perdendo quote di mercato in tutta Europa[8], mentre quelli internazionali applicano commissioni elevate alle banche e ai commercianti europei[9].

Allo stesso tempo la crescente popolarità dei portafogli digitali come PayPal o Apple Pay espone le banche europee a ulteriori deflussi di commissioni e di dati.

Le recenti misure adottate dalla nuova amministrazione statunitense per promuovere le criptoattività e le stablecoin basate sul dollaro destano timori per la stabilità finanziaria e l’autonomia strategica dell’Europa. Potrebbero infatti determinare non solo altre perdite di commissioni e dati, ma anche il trasferimento di depositi in euro verso gli Stati Uniti e l’ulteriore rafforzamento del ruolo del dollaro nei pagamenti transfrontalieri. Allo stesso tempo le imprese private sono sempre più aperte ad accettare stablecoin nei pagamenti della clientela, con potenziali implicazioni di vasta portata per la sovranità monetaria[10].

Di fronte a queste sfide, occorre un partenariato pubblico-privato per preservare la nostra sovranità. L’euro digitale, in quanto strumento di pagamento sovrano europeo basato sul diritto dell’UE, costituirebbe il cardine di questo partenariato.

L’area dell’euro potrà così mantenere il controllo sul suo futuro finanziario. Offrendo un’opzione di pagamento digitale sicura e universalmente accettata, che si presterebbe a tutte le destinazioni d’uso e – aspetto fondamentale – sottoposta alla governance europea, ridurremmo la dipendenza dai fornitori esterni. E limiteremmo le possibilità che stablecoin basate su valute estere diventino un comune mezzo di scambio all’interno dell’area dell’euro[11].

L’euro digitale offrirebbe ai consumatori europei un’opzione di pagamento digitale semplice e sicura, gratuita per le funzionalità di base, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di pagamento in tutta l’area dell’euro e di garantire al tempo stesso il rispetto della privacy[12]. Inoltre metterebbe al riparo i commercianti europei da commissioni eccessive imposte dai circuiti di carte internazionali, conferendo loro maggiore potere contrattuale nel negoziare le condizioni di servizio[13].

Un altro punto di forza dell’euro digitale è la funzionalità offline; renderebbe i nostri pagamenti quotidiani più resilienti perché consumatori e commercianti potrebbero usare l’euro digitale anche senza connessione di rete.

E, aspetto importante, l’euro digitale consentirebbe ai fornitori di servizi di pagamento europei di operare ancora in modo autonomo[14]. L’euro digitale non si porrebbe in competizione con le iniziative private. Al contrario, sfrutterebbe le sinergie e permetterebbe alle iniziative private di espandersi più facilmente in tutta l’UE, contribuendo a superare gli ostacoli che hanno determinato l’attuale frammentazione.

Un esempio di tali sinergie consiste nell’offerta di una soluzione integrata che permetta alle iniziative private di prestare i propri di servizi nell’intera area dell’euro e di rispondere efficacemente a tutte le esigenze d’uso grazie agli standard comuni alla base dell’euro digitale.

Non sarebbe quindi necessario ricercare soluzioni alternative di pagamento all’esterno dell’area. Le banche europee potrebbero mantenere la propria clientela e ricevere un’adeguata remunerazione per i loro servizi.

Il mondo dei pagamenti è in rapida trasformazione. È essenziale far progredire ora la legislazione sull’euro digitale.

Le conseguenze dell’inerzia appaiono sempre più evidenti. Se non agiamo, potremmo perdere il controllo della nostra infrastruttura finanziaria, diventare ancora di più dipendenti dai circuiti esterni e rischiare interruzioni nel funzionamento dei nostri sistemi bancari e creditizi. Ritardare l’euro digitale rallenterebbe la nostra risposta collettiva, pubblico-privata, a questi rischi. I cittadini europei contano su di noi per assicurare all’Europa la possibilità di guidare il cambiamento anziché assistere dalle retrovie.

Il progetto dell’euro digitale procede secondo i piani

Vorrei ora portare alla vostra attenzione l’avanzamento tecnico del nostro progetto.

Il quadro giuridico è fondamentale per definire le modalità operative dell’euro digitale, inclusi aspetti come il suo corso legale e la tutela della privacy. In parallelo, il progetto dell’euro digitale procede nei tempi previsti e siamo ormai quasi giunti al termine della fase preparatoria[15].

Stiamo lavorando con gli operatori di mercato per predisporre il manuale di norme (Rulebook) relativo allo schema per l’euro digitale, un insieme unico di regole, standard e procedure per i pagamenti in euro digitali[16]. In precedenza mi avete chiesto quali sarebbero stati i benefici di un euro digitale per il settore privato. Il manuale consentirà ai fornitori di servizi di pagamento europei di estendere i propri servizi a tutta l’area dell’euro, beneficiando degli standard aperti e del corso legale dell’euro digitale. Non appena la legislazione sarà adottata dai colegislatori gli standard potranno essere completati e gli operatori di mercato li potranno utilizzare, anche prima della possibile emissione di un euro digitale[17]. Ciò consentirebbe di anticipare i benefici sia per i commercianti che per i consumatori. Pubblicheremo in settimana un aggiornamento sui progressi compiuti nell’elaborazione del manuale.

È essenziale che l’euro digitale garantisca la stabilità del sistema finanziario: abbiamo ascoltato le vostre preoccupazioni al riguardo e questa è una delle nostre priorità fondamentali. Come ho menzionato in occasione del nostro ultimo incontro, stiamo sviluppando la metodologia che getta solide basi analitiche per determinare il limite massimo dell’ammontare in euro digitali che sarà consentito detenere[18]. Tale metodologia si basa sui tre pilastri indicati nella proposta legislativa: fruibilità, politica monetaria e stabilità finanziaria. Stiamo lavorando sulla base dei riscontri che abbiamo ricevuto da tutti gli operatori di mercato e ci proponiamo di pubblicare i risultati nel corso dell’estate. I risultati preliminari indicano già che l’utilizzo dell’euro digitale per i pagamenti quotidiani non avrà effetti negativi sulla stabilità finanziaria, sulla vigilanza bancaria e sulla politica monetaria.

Questo sforzo pubblico-privato per riconquistare la nostra autonomia sul terreno dei pagamenti al dettaglio avrà maggiori probabilità di successo se promuoverà anche l’innovazione, come alcuni di voi hanno già detto. Lo scorso ottobre abbiamo quindi pubblicato un invito a manifestare interesse per partenariati in materia di innovazione per l’euro digitale[19]. L’obiettivo principale è sperimentare pagamenti condizionali e altri casi d’uso innovativi. Ad esempio, stiamo valutando la possibilità di consentire agli utenti di pagare soltanto se si fruisce effettivamente di un servizio, evitando così procedure di rimborso lunghe e incerte.

Abbiamo riscontrato grande interesse da parte di vari settori di mercato. Circa 100 candidati intendono sperimentare ulteriormente nuovi utilizzi e nuove soluzioni tecnologiche[20]. Questi partenariati per l’innovazione andranno in definitiva a vantaggio di tutti i fornitori e di tutti gli utenti dell’euro digitale. I fornitori potranno acquisire nuovi clienti e ampliare le fonti di reddito, mentre gli utenti beneficeranno di opzioni di pagamento innovative.

Procedono bene anche i lavori tecnici sulla privacy, sulla funzionalità offline e sulla resilienza operativa. Stiamo inoltre conducendo la procedura di appalto per stipulare accordi quadro con i possibili futuri fornitori di servizi in euro digitali[21].

Infine, stiamo conducendo una ricerca approfondita presso gli utenti per raccogliere spunti concreti riguardo alle loro preferenze e assicurare che l’euro digitale offra ai cittadini chiari benefici[22]. Questo aspetto è stato sollevato anche nella recente Risoluzione del Parlamento europeo sul Rapporto annuale della BCE[23].

Conclusioni

Questo è il momento di agire. Bisogna compiere al più presto progressi per quanto riguarda sia il regolamento sull’euro digitale sia il regolamento sul corso legale del contante, se vogliamo rafforzarci per resistere a possibili perturbazioni e invertire l’inesorabile crescita della dipendenza da imprese non europee.

Abbiamo sottolineato l’importanza dell’autonomia strategica dell’Europa sin dall’inizio del progetto dell’euro digitale[24]. La buona notizia è che i colegislatori e la BCE hanno lavorato intensamente su questo tema negli ultimi anni.

Si tratta di un progetto comune pubblico-privato a livello europeo e, in quanto colegislatori, siete essenziali per la sua realizzazione. È giunto il momento di tradurre in realtà l’autonomia strategica dell’Europa nel settore critico dei pagamenti.

Affinché l’euro digitale sia un successo, occorre una legislazione solida e lungimirante. La BCE è pronta a sostenervi nel processo decisionale con il suo contributo tecnico, e naturalmente continueremo ad aggiornarvi sui progressi che stiamo compiendo.

In un mondo in rapida trasformazione, dimostriamo a tutti gli europei che raccogliamo le sfide con determinazione, proteggiamo la nostra moneta e garantiamo la libertà dei cittadini di pagare come desiderano.

Grazie per l’attenzione.

  1. BCE (2024), Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE), dicembre.

  2. BCE (2025), Report on card schemes and processors, febbraio. Inoltre, solo un numero limitato di paesi europei offre un’opzione di pagamento domestica per gli acquisti online.

  3. Secondo le ultime statistiche della BCE sui pagamenti, nella prima metà del 2024 i circuiti di carte internazionali hanno rappresentato il 66% di tutte le operazioni disposte per via elettronica tramite carte emesse nell’area dell’euro (in aumento rispetto al 61% del 2022).

  4. Attualmente il valore totale delle banconote in euro in circolazione è appena inferiore a 1.600 miliardi di euro. Inoltre le banconote circolano rapidamente: nel 2024 il valore dei biglietti forniti dalle banche alla clientela si collocava su livelli simili, appena al di sopra di 1.600 miliardi di euro.

  5. La strategia dell’Eurosistema per il contante è intesa a garantire l’ampia disponibilità e accettazione del contante come strumento di pagamento e riserva di valore. Cfr. anche BCE (2025), “La BCE rende noti i motivi scelti per le future banconote in euro”, comunicato stampa, 31 gennaio.

  6. Questo approccio garantisce la certezza del diritto per i pagamenti in presenza ed è in linea con le disposizioni del progetto di regolamento sull’euro digitale. Cfr. la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al corso legale delle banconote e delle monete in euro, Commissione europea, COM(2023) 364 final, del 28 giugno 2023, e il Parere della Banca centrale europea, del 13 ottobre 2023, su una proposta di regolamento relativo al corso legale delle banconote e delle monete in euro (CON/2023/31).

  7. BCE (2024), op. cit.

  8. BCE (2025), Report on card schemes and processors, febbraio.

  9. EuroCommerce (2024), “EU businesses’ competitiveness impacted by current cards payments landscape – a call for urgent action”, position paper, 8 luglio.

  10. Ad esempio, PayPal ha in progetto di offrire la propria stablecoin PayPal USD (PYUSD) come opzione di pagamento a oltre 20 milioni di piccoli e medi commercianti entro la fine del 2025. Ciò consentirà loro di pagare facilmente i propri fornitori in stablecoin attraverso una nuova funzionalità basata su PYUSD per la liquidazione delle fatture. Anziché effettuare i pagamenti attraverso le reti bancarie tradizionali, le imprese potranno inviare istantaneamente PYUSD senza il coinvolgimento di intermediari. PYUSD può essere utilizzato ovunque sia accettato PayPal, che raggiunge milioni di commercianti in tutto il mondo. Si tratta quindi di un’opzione di pagamento già disponibile sulle piattaforme di commercio elettronico e presso i terminali dei punti di vendita, che permette agli esercenti di accettare pagamenti dalla clientela.

  11. Cfr. anche Lane, P. R. (2025), “The digital euro: maintaining the autonomy of the monetary system”, intervento alla University College Cork Economics Society Conference 2025, Cork, 20 marzo.

  12. Una funzionalità offline consentirebbe di utilizzare l’euro digitale anche in caso di connessione scarsa o assente. Prima di effettuare un pagamento, l’utente dovrebbe prefinanziare il proprio conto di pagamento offline in euro digitali e i fondi sarebbero registrati localmente sul proprio dispositivo. Il pagamento avrebbe luogo senza alcun coinvolgimento di terzi. Per maggiori informazioni sulla privacy, cfr. Daman, M.G.A. (2024), “Making the digital euro truly private”, Il Blog della BCE, BCE, 13 giugno.

  13. Come avviene attualmente per altri sistemi di pagamento, i fornitori di servizi di pagamento che distribuissero l’euro digitale potrebbero addebitare commissioni ai commercianti per tali servizi. Le commissioni per esercenti e fornitori di servizi di pagamento sarebbero soggette a un massimale, come indicato dalla Commissione europea nella proposta legislativa sull’euro digitale. Come per la produzione e l’emissione delle banconote, l’Eurosistema sosterrebbe i costi necessari alla realizzazione del circuito e dell’infrastruttura per l’euro digitale.

  14. Vi sono diversi esempi di iniziative di mercato che mirano a fornire soluzioni paneuropee. Ad esempio, 14 banche di Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo stanno cercando di posizionare un nuovo marchio, Wero, nell’ambito dell’iniziativa europea sui pagamenti (European Payments Initiative, EPI). Attualmente Wero offre soluzioni di pagamento da persona a persona e online (ove accettati). Pur trattandosi di uno sviluppo positivo, Wero ha ancora una portata limitata nell’UE e non intende espandersi ai pagamenti presso i punti di vendita offrendo una soluzione contactless (attraverso una tecnologia NFC). In parallelo è stata creata EuroPA, l’alleanza europea per i pagamenti (European Payments Alliance), nell’ambito della quale Bancomat, Bizum e MB WAY hanno iniziato a offrire il proprio servizio, per consentire agli utenti di Italia, Portogallo, Spagna e Andorra di inviare e ricevere denaro istantaneamente tramite il numero di cellulare. L’interoperabilità tra i circuiti nazionali ha il potenziale per collegare sistemi di pagamento separati; tuttavia, per far sì che le operazioni di pagamento siano realmente fluide e integrate occorre superare notevoli sfide sul piano tecnico, normativo e dell’esperienza degli utenti, in particolare per quanto riguarda una serie di utilizzi, ad esempio presso i punti di vendita e nel commercio elettronico. Queste iniziative private europee potrebbero sfruttare gli standard aperti e il corso legale dell’euro digitale per espandersi a nuovi paesi e coprire nuove destinazioni d’uso con maggiore efficienza in termini di costi.

  15. BCE (2024), Progress on the preparation phase of a digital euro – Second Progress Report, 2 dicembre.

  16. L’Eurosistema ha istituito il Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme relativo allo schema di pagamento per l’euro digitale al fine di raccogliere i pareri degli operatori finanziari, dei consumatori e dei commercianti. Il gruppo si compone di 22 esperti provenienti dai settori pubblico e privato con esperienza in materia finanziaria e di pagamenti. Cfr. BCE (2023), Members of the Rulebook Development Group, 15 febbraio. Per maggiori informazioni, cfr. la lettera di Piero Cipollone all’On. Aurore Lalucq, Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, “Update on work of digital euro Rulebook Development Group”, 5 settembre 2024.

  17. Il manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale prescriverebbe standard comuni in tutta l’area dell’euro. Gli standard di accettazione dell’euro digitale sarebbero messi gratuitamente a disposizione dei soggetti privati, affinché li possano adottare a loro volta per sviluppare i propri servizi. Questo aiuterà i fornitori privati a conseguire l’accettazione dei propri servizi a livello tecnico in tutta Europa, rendendo possibili una maggiore efficienza in termini di costi e un mercato europeo dei pagamenti più integrato. Ampliando la propria copertura geografica e l’offerta di prodotti, risulteranno inoltre più competitivi su scala internazionale. L’accettazione tecnica sarebbe quindi garantita, ma servirebbero anche accordi commerciali.

  18. La BCE collabora con gli esperti delle banche centrali nazionali e delle autorità nazionali competenti al fine di sviluppare una metodologia complessiva per la calibrazione del massimale detenibile in euro digitali. Nel corso della sessione tecnica sull’euro digitale, tenutasi il 16 luglio 2024, le associazioni facenti parte del Comitato per i pagamenti al dettaglio in euro (Euro Retail Payments Board, ERPB) hanno condiviso le loro opinioni sui fattori che avrebbero potuto influenzare la calibrazione. Tali considerazioni sono confluite nel processo di sviluppo. Cfr. BCE (2024), Preliminary methodology for calibrating holding limits, 10 dicembre.

  19. BCE (2024), “Call for expressions of interest in innovation partnerships for the digital euro”, MIP News, 31 ottobre.

  20. I candidati includevano 25 start-up, 18 società informatiche, 10 altri fornitori di servizi di pagamento, 9 università e 5 banche. Tra gli esempi di nuovi casi d’uso figurano: 1) trasporto suburbano utilizzando uno smartphone come dispositivo per effettuare il check in e il check out, con rimborso condizionato in caso di ritardo nel servizio; 2) esercizio dei diritti di recesso da un abbonamento da parte del consumatore, un processo che tuttora non risulta sempre trasparente.

  21. Nel 2024 abbiamo avviato il processo di selezione dei potenziali fornitori. Abbiamo pubblicato inviti a presentare candidature per stabilire accordi quadro in relazione a cinque componenti dell’euro digitale che dovrebbero essere gestite da fornitori esterni all’Eurosistema: 1) archivio degli alias, 2) scambio sicuro delle informazioni di pagamento, 3) frodi e gestione dei rischi, 4) funzionalità offline e 5) un’app per l’euro digitale con relativo kit per lo sviluppo del software. Altre componenti, come il regolamento dei pagamenti, sarebbero messe a punto internamente all’Eurosistema. Per maggiori informazioni, cfr. la lettera di Piero Cipollone a Irene Tinagli, Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, “Update on work of digital euro Rulebook Development Group and start of selection procedure for potential digital euro providers”, 3 gennaio 2024.

  22. La BCE ha commissionato a un fornitore specializzato una ricerca esaustiva presso gli utenti, che è stata avviata nel settembre 2024. L’obiettivo è raccogliere spunti concreti riguardo alle preferenze degli utilizzatori, per migliorare l’offerta di servizi a valore aggiunto dell’euro digitale. Tra gli aspetti principali figurano: 1) un’analisi generale della segmentazione della popolazione per individuare i soggetti che utilizzerebbero un euro digitale e le loro esigenze; 2) le preferenze degli utenti per quanto riguarda il limite all’ammontare detenibile, da cui prenderanno le mosse i lavori tecnici sulla metodologia per la calibrazione del massimale; 3) ricerche approfondite presso gruppi vulnerabili e piccoli commercianti. Le metodologie utilizzate includono sondaggi, focus group, colloqui tra pari e una comunità online per una rapida consultazione con gli utenti. I risultati della ricerca dovrebbero essere pubblicati a metà 2025.

  23. Parlamento europeo (2025), RELAZIONE sul rapporto annuale della Banca centrale europea 2024, 22 gennaio.

  24. BCE (2020), Report on a digital euro, ottobre.

CONTATTI

Banca centrale europea

Direzione Generale Comunicazione

La riproduzione è consentita purché venga citata la fonte.

Contatti per i media