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  • DICHIARAZIONE INTRODUTTIVA

CONFERENZA STAMPA

Mario Draghi, Presidente della BCE,
Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE,
Francoforte sul Meno, 25 ottobre 2018

Signore, Signori, è con grande piacere che insieme al Vicepresidente vi porgo il benvenuto alla conferenza stampa. Vi esponiamo ora gli esiti della riunione odierna del Consiglio direttivo, alla quale ha assistito anche il Vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.

Sulla base della consueta analisi economica e monetaria abbiamo deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Continuiamo ad attenderci che si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno nell’orizzonte dell’estate del 2019 e in ogni caso finché ciò sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, continueremo a effettuare acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di attività (PAA) al nuovo ritmo mensile di 15 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2018. Anticipiamo che in seguito, se i dati più recenti confermeranno le nostre prospettive di inflazione a medio termine, porremo termine agli acquisti netti. Intendiamo reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.

Le informazioni più recenti, seppur indicanti un’evoluzione leggermente più debole rispetto alle attese, restano nel complesso coerenti con il procedere di un’espansione generalizzata dell’economia dell’area dell’euro e un graduale incremento delle pressioni inflazionistiche. Il vigore di fondo dell’economia seguita a confermare la nostra convinzione che l’inflazione continui stabilmente a convergere sui livelli da noi perseguiti e che tale convergenza perduri anche dopo la graduale liquidazione dei nostri acquisti netti di attività. Allo stesso tempo permangono notevoli incertezze connesse al protezionismo, alle vulnerabilità nei mercati emergenti e alla volatilità nei mercati finanziari. Serve ancora uno stimolo significativo da parte della politica monetaria per sostenere l’ulteriore accumularsi di pressioni interne sui prezzi e la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo. Tale sostegno continuerà a derivare dagli acquisti netti di attività sino alla fine dell’anno, dalle notevoli consistenze acquistate e dai reinvestimenti a esse collegati, nonché dalle nostre indicazioni prospettiche rafforzate sui tassi di interesse di riferimento della BCE. In ogni caso, il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito dal Consiglio direttivo.

Passo ora a illustrare la nostra valutazione in maggior dettaglio, a iniziare dall’analisi economica. Sia nel primo sia nel secondo trimestre del 2018 il PIL in termini reali dell’area dell’euro è aumentato dello 0,4% sul periodo precedente. Le informazioni più recenti, seppur indicanti un’evoluzione leggermente più debole rispetto alle attese, restano nel complesso coerenti con il nostro scenario di base caratterizzato dal procedere di un’espansione economica generalizzata, sostenuta dalla domanda interna e dai continui miglioramenti nel mercato del lavoro. Alcuni recenti andamenti in determinati settori esercitano un impatto sul profilo di crescita a breve termine. Le nostre misure di politica monetaria continuano a sorreggere la domanda interna. I consumi privati sono sostenuti dalla perdurante crescita dell’occupazione e dall’aumento delle retribuzioni. Allo stesso tempo gli investimenti delle imprese beneficiano della solidità della domanda interna, delle condizioni di finanziamento favorevoli e della redditività delle imprese. Gli investimenti nell’edilizia residenziale restano robusti. In aggiunta, l’espansione dell’attività mondiale dovrebbe continuare a stimolare le esportazioni dell’area dell’euro, seppure in misura inferiore.

I rischi per le prospettive di crescita possono tuttora essere ritenuti sostanzialmente bilanciati nell’area dell’euro. Nel contempo permangono notevoli rischi connessi al protezionismo, alle vulnerabilità nei mercati emergenti e alla volatilità nei mercati finanziari.

Nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC si è portata al 2,1% a settembre, dal 2,0% di agosto, soprattutto di riflesso all’andamento più vigoroso della componente dell’energia e dei beni alimentari. Sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva si collochi intorno al livello attuale nei prossimi mesi. Sebbene restino in generale contenute, le misure dell’inflazione di fondo sono in aumento rispetto ai bassi livelli osservati in precedenza. Le pressioni interne sui costi divengono più forti e generalizzate a fronte dell’elevato grado di utilizzo della capacità produttiva e di condizioni più tese nei mercati del lavoro. In futuro, ci si attende che l’inflazione di fondo segni un rialzo verso la fine dell’anno per salire ulteriormente nel medio periodo, sostenuta dalle nostre misure di politica monetaria, dal perdurare dell’espansione economica e dalla più vigorosa dinamica salariale.

Passando all’analisi monetaria, la crescita dell’aggregato monetario ampio (M3) si è collocata al 3,5% lo scorso settembre, dopo il 3,4% di agosto. Al di là di una certa variabilità dei flussi mensili, l’espansione di M3 è sostenuta sempre più dall’erogazione del credito bancario. L’aggregato monetario ristretto (M1) ha ancora fornito il contributo principale all’incremento dell’aggregato monetario ampio.

L’espansione dei prestiti al settore privato si è rafforzata ulteriormente, mantenendo la tendenza al rialzo che si osserva dagli inizi del 2014. A settembre scorso il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è aumentato al 4,3%, dopo il 4,1% di agosto, mentre quello dei prestiti alle famiglie si è situato al 3,1%, restando invariato rispetto al mese precedente. L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il terzo trimestre del 2018 indica che la crescita dei prestiti continua a essere sostenuta dall’incremento della domanda per tutte le tipologie e dalle favorevoli condizioni di concessione dei prestiti alle imprese e dei mutui per l’acquisto di abitazioni.

La trasmissione delle misure di politica monetaria poste in atto da giugno 2014 continua a sostenere in maniera significativa le condizioni di prestito per famiglie e imprese, l’accesso al finanziamento (in particolare per le piccole e medie imprese) e i flussi di credito nell’intera area dell’euro.

In sintesi, la verifica incrociata degli esiti dell’analisi economica con le indicazioni derivanti dall’analisi monetaria ha confermato che un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario affinché l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

Per poter fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono contribuire in modo più decisivo a incrementare il potenziale di crescita a più lungo termine e a ridurre le vulnerabilità. L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro va considerevolmente accelerata per consolidare la capacità di tenuta, ridurre la disoccupazione strutturale e rafforzare la produttività e il potenziale di crescita dell’area. Quanto alle politiche di bilancio, l’espansione generalizzata spinge a ricostituire margini di manovra nelle finanze pubbliche. Ciò risulta particolarmente importante per i paesi che presentano un debito pubblico elevato e per i quali il pieno rispetto del Patto di stabilità e crescita è cruciale per preservare posizioni di bilancio solide. Analogamente, la trasparente e coerente attuazione del quadro di riferimento dell’UE per la governance economica e dei conti pubblici, nel tempo e nei vari paesi, resta essenziale per consolidare la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro. Migliorare il funzionamento dell’Unione economica e monetaria continua a essere una priorità. Il Consiglio direttivo esorta ad adottare misure specifiche e incisive per il completamento dell’unione bancaria e dell’unione dei mercati dei capitali.

Siamo ora a disposizione per rispondere alle vostre domande.

Per l’esatta formulazione del testo approvato dal Consiglio direttivo si rimanda alla versione inglese.

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