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L’anno in sintesi

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Nel 2024 la BCE ha continuato a procedere nel proprio ciclo di politica monetaria, che si è articolato in tre fasi distinte. La prima è stata una fase di inasprimento, in atto da luglio 2022 fino a settembre 2023, durante la quale i tassi di interesse hanno registrato un aumento record di 450 punti base. La seconda è stata una fase di mantenimento in cui i tassi sono rimasti costanti. Nella terza, la fase di allentamento iniziata a giugno 2024, la politica monetaria è divenuta gradualmente meno restrittiva.

Il periodo esaminato nel presente rapporto rientra nelle ultime due fasi di tale ciclo. All’inizio del 2024 la BCE si trovava ancora nella fase di mantenimento, con il tasso sui depositi presso la banca centrale pari al 4 per cento. In quel momento l’inflazione era già scesa di circa tre quarti rispetto al picco, collocandosi al 2,9 per cento. Le proiezioni dei nostri esperti indicavano un ritorno dell’inflazione all’obiettivo a medio termine del 2 per cento nel 2025. Vi era, tuttavia, incertezza sulla persistenza dell’inflazione.

Le misure dell’inflazione interna erano elevate e vischiose. I passati rialzi dell’inflazione si stavano ancora trasmettendo ai salari in maniera sfalsata. Le proiezioni dei nostri esperti si basavano sull’ipotesi che le imprese avrebbero assorbito questi incrementi salariali attraverso i profitti, anziché tramite aumenti dei prezzi, e che la ripresa della produttività del lavoro ne avrebbe ridotto i costi unitari. Entrambi questi fattori hanno potuto trovare conferma solo con il tempo.

Al fine di attuare politiche solide in tale contesto, da marzo 2023 la BCE ha basato le decisioni relative ai tassi su tre criteri principali: prospettive di inflazione, dinamica dell’inflazione di fondo e intensità della trasmissione della politica monetaria. Sebbene le prospettive di inflazione migliorassero e la politica monetaria frenasse in maniera evidente la domanda, il criterio dell’inflazione di fondo richiedeva cautela.

Nel corso del 2024, tuttavia, l’orientamento restrittivo della nostra politica monetaria ha assicurato che l’inflazione continuasse a scendere verso l’obiettivo. A giugno non solo le prospettive di inflazione sono rimaste stabili, indicando coerentemente che l’inflazione avrebbe raggiunto il 2 per cento nel 2025, ma anche le misure dell’inflazione di fondo si sono in gran parte attenuate. Questa “verifica incrociata” ha rafforzato la convinzione della BCE che l’inflazione stesse ritornando stabilmente all’obiettivo.

Di conseguenza, dopo aver mantenuto i tassi costanti per nove mesi, abbiamo iniziato a ridurre il livello di inasprimento della politica monetaria. A giugno abbiamo ridotto i tassi di 25 punti base, continuando a basarci sui dati e senza vincolarci a un percorso futuro dei tassi. Poiché le informazioni più recenti confermavano prospettive di inflazione favorevoli, abbiamo ridotto ancora, con gradualità, il livello di inasprimento della politica monetaria.

Nel corso di settembre, ottobre e dicembre abbiamo abbassato di altri 75 punti base il nostro tasso di riferimento principale. Abbiamo concluso l’anno sempre più certi che il processo di disinflazione fosse ben avviato.

Anche il nostro bilancio ha continuato a normalizzarsi nel corso del 2024, diminuendo di 500 miliardi di euro. A fine dicembre abbiamo raggiunto due tappe fondamentali: il rimborso integrale dei fondi presi in prestito dalle banche nell’ambito della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e la cessazione dei reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza del programma di acquisto per l’emergenza pandemica.

In un contesto di graduale diminuzione della liquidità dovuta alla normalizzazione del bilancio, la BCE ha modificato il proprio assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria. In particolare, la BCE ha annunciato che avrebbe continuato a orientare la politica monetaria adeguando il tasso sui depositi presso la banca centrale, restringendo nel contempo il differenziale fra questo tasso e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali. In futuro la BCE fornirà liquidità al sistema finanziario attraverso un’ampia gamma di strumenti. Inoltre, sulla base dell’esperienza acquisita, nel 2026 il Consiglio direttivo riesaminerà i parametri fondamentali dell’assetto operativo.

L’anno trascorso è stato ricco di avvenimenti anche sul fronte dei pagamenti. Sospinto dal numero crescente di partecipanti al sistema di regolamento dei pagamenti istantanei in Target (Target Instant Payment Settlement, TIPS), un servizio sviluppato dall’Eurosistema per rendere possibili i pagamenti istantanei in tutta Europa, il numero medio giornaliero dei pagamenti istantanei in euro ha registrato un’impennata del 72 per cento nel corso dell’anno.

Nel 2024 l’Eurosistema ha proseguito la fase preparatoria, della durata di due anni, per l’introduzione di un euro digitale. Il primo rapporto sullo stato di avanzamento del progetto sull’euro digitale è stato pubblicato a giugno e il secondo a dicembre. La BCE ha inoltre proseguito i lavori sull’elaborazione di un manuale di norme (rulebook) relativo allo schema per l’euro digitale, che armonizzerà l’utilizzo e la gestione dell’euro digitale nell’area dell’euro. Anche i preparativi per lo sviluppo di una nuova serie di banconote in euro si sono intensificati. Il Consiglio direttivo ha selezionato i motivi per i temi “Cultura europea” e “Fiumi e uccelli” e ha istituito una commissione giudicante che presiederà allo svolgimento del concorso grafico il cui avvio è previsto nel prosieguo del 2025.

Con l’incremento della digitalizzazione a livello mondiale, la BCE sta compiendo passi decisivi per integrare le tecnologie dell’intelligenza artificiale nelle proprie attività. Il personale della BCE può ora utilizzare come ausilio per il proprio lavoro quattro modelli linguistici di grandi dimensioni (Large Language Models), che contano oltre 4.500 utenti. Vi sono inoltre diversi progetti sperimentali in ambiti quali la comunicazione automatizzata e la visualizzazione dei dati.

Nel 2024 la BCE ha inoltre ampliato i lavori sul cambiamento climatico con l’avvio del piano sul clima e sulla natura 2024‑2025. L’iniziativa è incentrata su tre aspetti principali: l’impatto e i rischi della transizione verso un’economia verde; il crescente impatto fisico del cambiamento climatico e gli effetti economici dell’adattamento al cambiamento climatico; i rischi di perdita e degrado della natura e la loro interazione con i rischi climatici.

Nel 2024 si è celebrato il primo anniversario della House of the Euro, la sede di rappresentanza della BCE e di sette banche centrali nazionali a Bruxelles. Realizzata per promuovere la cooperazione tra le banche centrali dell’Eurosistema e accrescere la loro visibilità in una città che ospita molte istituzioni europee, la House of the Euro è diventata un polo dinamico per la collaborazione, il dialogo e la discussione tra i banchieri centrali e i loro principali interlocutori.

In un mondo connotato da crescente incertezza, un maggior numero di cittadini europei riconosce l’importanza dell’unità. Nel 2024 il favore dei cittadini nei confronti dell’euro ha raggiunto il massimo storico, riflettendo il più ampio apprezzamento per la moneta unica come progetto che promuove la pace e la prosperità in Europa. Questo crescente favore mette in luce anche la dedizione del personale della BCE e di quanti lavorano al servizio dei cittadini europei.

Francoforte sul Meno, aprile 2025

Christine Lagarde

Presidente

L’anno in cifre

L’economia ha iniziato a recuperare

L’inflazione complessiva è scesa verso l’obiettivo

Nel 2024 il PIL in termini reali dell’area dell’euro è cresciuto dello 0,9 per cento, rispetto allo 0,4 del 2023. I tassi di crescita trimestrali sono tornati positivi all’inizio dell’anno, dopo cinque trimestri consecutivi di stagnazione.

L’inflazione complessiva è scesa al 2,4 per cento a dicembre 2024, dal 2,9 di dicembre 2023, avvicinandosi all’obiettivo.

Il Consiglio direttivo ha ridotto i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, portando il tasso sui depositi presso la banca centrale al 3 per cento a fine anno

È proseguita la riduzione del bilancio dell’Eurosistema.

La riduzione dei tassi di riferimento della BCE ha portato il tasso sui depositi presso la banca centrale al 3 per cento e la sua diminuzione cumulata, nel corso del 2024, a 100 punti base.

Il bilancio dell’Eurosistema è diminuito di 500 miliardi di euro, riflettendo la fine della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT‑III), il calo del portafoglio del programma di acquisto di attività (PAA) e, in una certa misura, il passaggio a reinvestimenti parziali nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP). Tali misure hanno svolto un ruolo fondamentale nel periodo di bassa inflazione e durante la crisi pandemica.

Capacità di tenuta delle banche dell’area dell’euro

Sono aumentati i pagamenti istantanei regolati in TIPS

Il coefficiente di CET 1 delle banche dell’area dell’euro è rimasto prossimo al massimo storico, collocandosi al 15,7 per cento nel terzo trimestre del 2024. Ciò riflette una forte redditività delle banche e un basso livello di crediti deteriorati.

Con un numero crescente di partecipanti al servizio di regolamento dei pagamenti istantanei in Target (Target Instant Payment Settlement, TIPS), i pagamenti istantanei giornalieri in euro sono aumentati da 963.894 nel dicembre 2023 a 1.657.421 nel dicembre 2024, registrando un incremento del 72 per cento.

Il Centro visitatori della BCE

Informativa finanziaria legata al clima relativa alle consistenze di politica monetaria dell’Eurosistema

Nel 2024 il Centro visitatori della BCE ha ospitato in totale 21.325 visitatori, dando al pubblico l’opportunità di conoscere la BCE dall’interno.

La BCE ha migliorato la trasparenza sull’impronta carbonica dell’Eurosistema estendendo l’informativa finanziaria legata al clima a oltre il 99 per cento delle attività detenute per finalità di politica monetaria.

1 Ulteriori diminuzioni delle pressioni inflazionistiche di fondo, sostenute dalla politica monetaria restrittiva della BCE

Nel 2024 l’attività economica mondiale ha continuato a evidenziare una buona tenuta, seguitando a espandersi a un ritmo moderato. Nel corso dell’anno l’incertezza è aumentata, raggiungendo livelli elevati, in un contesto di accresciute tensioni geopolitiche e di interrogativi riguardo alle politiche economiche, in particolare dopo le elezioni presidenziali statunitensi. Il commercio mondiale ha segnato una ripresa dopo il rallentamento del 2023, con l’anticipazione delle importazioni a fronte delle incertezze sul piano geopolitico e delle politiche commerciali. L’inflazione mondiale si è ulteriormente moderata, anche se nelle economie avanzate l’inflazione persistente dei servizi ha rallentato il processo di disinflazione. L’euro si è deprezzato nei confronti del dollaro statunitense e, in misura minore, anche in termini effettivi nominali. Nel 2024 l’economia dell’area dell’euro si è rafforzata, in gran parte sulla scia del positivo slancio della crescita mondiale e della tenuta del settore dei servizi, in un contesto di calo dell’inflazione complessiva. Allo stesso tempo, l’industria è rimasta debole, risentendo delle condizioni di finanziamento restrittive, degli elevati costi dell’energia e di altri input, delle carenze strutturali e di un alto grado di incertezza. Se da un lato l’inasprimento della politica monetaria della BCE degli anni precedenti ha continuato a trasmettersi con vigore all’attività economica, supportando il calo sostenuto dell’inflazione nel corso del 2024, dall’altro il mercato del lavoro ha continuato a mostrare una discreta tenuta. I governi dell’area dell’euro hanno continuato a ritirare le misure di sostegno adottate in risposta alla pandemia di COVID‑19, agli shock sui prezzi dei beni energetici e all’inflazione, invertendo parte del precedente allentamento delle politiche di bilancio. L’inflazione complessiva nell’area dell’euro è ulteriormente diminuita nel 2024, ma a un ritmo più lento rispetto all’anno precedente, dato l’esaurirsi dell’impulso derivante dal riassorbimento dell’inflazione dei beni energetici. Le pressioni inflazionistiche di fondo si sono attenuate a seguito del venir meno dell’impatto dei precedenti shock dal lato dell’offerta e dell’indebolimento della domanda connesso alle rigide condizioni monetarie, di finanziamento e delle politiche fiscali, ma hanno anche continuato a risentire della forte crescita dei salari.

1.1 L’attività economica mondiale ha mostrato capacità di tenuta, mentre l’inflazione complessiva è diminuita ulteriormente

Nel 2024, pur in presenza di fattori avversi, la crescita economica mondiale ha continuato a mostrare capacità di tenuta

L’economia mondiale ha continuato a mostrare capacità di tenuta nel 2024, ma i rischi per la crescita sono rimasti orientati al ribasso, con un ampliamento delle divergenze tra settori e paesi. L’attività economica è cresciuta a un ritmo, costante ma moderato, del 3,4 per cento, pressoché invariato rispetto all’anno precedente, ma al di sotto della sua media storica (cfr. il pannello a) del grafico 1.1). L’attività è stata disomogenea tra i gruppi di paesi: le economie emergenti hanno registrato un aumento del 4,1 per cento, mentre quelle avanzate sono cresciute a un ritmo più lento, pari all’1,9 per cento (cfr. il pannello a) del grafico 1.1). Le disparità nei tassi di crescita sono state in linea con i profili storici, con una crescita media di lungo periodo nei mercati emergenti tra il 1999 e il 2023 superiore di 3,1 punti percentuali a quella delle economie avanzate. Gli andamenti dell’attività economica mondiale sono stati disomogenei anche tra i vari settori: la crescita globale è stata sostenuta soprattutto dal vigore del settore dei servizi, a fronte di un indebolimento del settore manifatturiero. L’incertezza globale è rimasta elevata e fattori di breve periodo avversi alla crescita sono aumentati nel corso dell’anno, riflettendo accresciute tensioni geopolitiche e incertezze sul piano delle politiche economiche, soprattutto commerciali e fiscali, in particolare a seguito delle elezioni presidenziali statunitensi.

La crescita economica si è mantenuta robusta negli Stati Uniti, ma è rallentata in Cina

Negli Stati Uniti l’attività economica è rimasta robusta per tutto il 2024, riflettendo principalmente una solida domanda interna, in particolare la spesa delle famiglie. Le condizioni tese del mercato del lavoro statunitense si sono allentate nel corso del 2024: il tasso di disoccupazione è salito al 4,1 per cento alla fine dell’anno, dal 3,7 iniziale. In Cina la crescita economica ha subito un rallentamento nel 2024, seppur marginale. La domanda interna contenuta, in un contesto di modesti livelli di fiducia dei consumatori e di protratta debolezza del settore immobiliare, ha continuato a pesare sulla crescita, ma verso la fine dell’anno il miglioramento delle esportazioni nette e lo stimolo fiscale e monetario hanno sostenuto lo slancio espansivo.

Grafico 1.1

Andamenti dell’attività e dell’interscambio a livello mondiale (esclusa l’area dell’euro)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

Fonti: Haver Analytics, fonti nazionali ed elaborazioni della BCE.
Note: pannello a): la voce “PIL mondiale” esclude l’area dell’euro. Gli aggregati sono calcolati sulla base dei pesi per il PIL espressi in termini di parità del potere di acquisto. Pannello b): la crescita del commercio mondiale è definita come incremento delle importazioni mondiali, comprese quelle verso l’area dell’euro. In entrambi i pannelli le linee tratteggiate indicano le medie di lungo periodo tra il 1999 e il 2023 e le ultime osservazioni si riferiscono al 2024, aggiornate il 28 marzo 2025.

Il commercio mondiale ha segnato una ripresa nel 2024 per effetto dell’anticipazione delle importazioni a fronte della maggiore incertezza

Il commercio mondiale ha registrato un recupero significativo nel 2024, giacché la crescita delle importazioni è salita al 4,4 per cento dall’1,2 registrato l’anno precedente, pur rimanendo leggermente al di sotto della sua media di lungo periodo (cfr. il pannello b) del grafico 1.1). L’espansione del commercio mondiale è stata sorretta dall’anticipazione della forte domanda di beni importati, in un contesto caratterizzato da timori per le interruzioni delle rotte marittime nel Mar Rosso e da possibili ritardi in vista del periodo delle festività di fine anno. Anche negli Stati Uniti le importazioni sono state anticipate, date le incertezze legate agli scioperi nei porti sulla costa orientale e alle politiche commerciali. Ci si attendeva che la normalizzazione delle importazioni di beni, accompagnata da un ciclo manifatturiero ancora debole e da una composizione meno favorevole della domanda mondiale, avrebbe determinato un rallentamento dell’interscambio verso la fine dell’anno.

L’inflazione a livello mondiale ha registrato un’ulteriore moderazione nel 2024, ma le pressioni sui prezzi dei servizi sono rimaste persistenti

Nel 2024, a livello mondiale, l’inflazione complessiva sui dodici mesi misurata sull’indice dei prezzi al consumo (IPC) ha continuato a diminuire (cfr. il grafico 1.2), collocandosi al 3,0 per cento a ottobre 2024, rispetto al 3,4 di fine 2023. Il calo dell’inflazione complessiva è stato trainato sia dalle componenti alimentare ed energetica, sia dalla componente di fondo relativa ai beni (che esclude alimentari ed energia). Le pressioni sui prezzi dei servizi sono rimaste persistenti nelle economie avanzate.

Grafico 1.2

Inflazione complessiva a livello mondiale e relative componenti

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati mensili)

Fonti: fonti nazionali e OCSE tramite Haver Analytics ed elaborazioni degli esperti della BCE.
Note: l’inflazione mondiale (esclusa l’area dell’euro) è calcolata sulla base degli IPC nazionali e dei pesi per il PIL annuo espressi in termini di parità del potere di acquisto (PPA). L’aggregato è calcolato sulla base di 22 paesi che rappresentano il 74 per cento del PIL mondiale (esclusa l’area dell’euro) calcolato in termini di PPA. I contributi delle componenti all’inflazione complessiva sono calcolati utilizzando i pesi medi dei paesi dell’OCSE. L’inflazione di fondo relativa ai beni e l’inflazione di fondo relativa ai servizi non comprendono i beni energetici e alimentari.
Le ultime osservazioni si riferiscono a dicembre 2024.

Tra i principali rischi per le prospettive di crescita dell’economia mondiale alla fine del 2024 figuravano l’accresciuta frammentazione economica globale e il protezionismo commerciale, in particolare negli Stati Uniti, l’acuirsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente o della guerra russa contro l’Ucraina, fenomeni meteorologici più frequenti e più gravi e un ulteriore rallentamento in Cina.

Le oscillazioni dei prezzi delle materie prime energetiche sono state determinate dagli andamenti geopolitici

In termini di valori di fine anno, nel 2024 i prezzi dei beni energetici sono complessivamente aumentati rispetto al 2023, giacché l’aumento dei prezzi del gas in Europa ha compensato il calo di quelli del petrolio. Le quotazioni del petrolio di qualità Brent sono diminuite del 5 per cento, principalmente a causa di fattori dal lato della domanda, tra cui la modesta produzione manifatturiera in Europa e il rallentamento dell’attività economica cinese. Dal lato dell’offerta, il conflitto in Medio Oriente e i protratti tagli alla produzione da parte dei paesi OPEC+ hanno evitato che i prezzi del petrolio diminuissero ulteriormente, ma si sono dimostrati insufficienti a farli salire. I prezzi del gas in Europa sono aumentati del 52 per cento in termini di valori di fine anno, pur rimanendo ben al di sotto del picco registrato nel 2022. Essi sono inizialmente diminuiti a causa del persistente basso livello dei consumi europei, in particolare nel settore industriale. A partire dal secondo trimestre, tuttavia, i prezzi sono aumentati costantemente per effetto di pressioni dal lato dell’offerta, tra cui interruzioni impreviste delle forniture norvegesi di gas, l’insorgere di focolai di tensione sul fronte bellico tra Russia e Ucraina e preoccupazioni circa la scadenza dell’accordo di transito del gas tra questi due paesi. Alla fine dell’anno, i livelli di stoccaggio del gas in Europa erano scesi al di sotto di quelli del 2022 e del 2023 ed erano anche inferiori alla media di fine anno precedente la crisi energetica, sottolineando le sfide cui l’Europa deve far fronte per mantenere un margine precauzionale sufficiente nel lungo periodo.

Nel 2024 l’euro si è deprezzato nei confronti del dollaro statunitense e, in misura minore, in termini effettivi nominali

A seguito delle oscillazioni infrannuali, l’euro ha concluso il 2024 a un livello lievemente inferiore in termini effettivi nominali (−1,1 per cento) rispetto alla fine del 2023, per effetto di andamenti dei tassi di cambio bilaterali che si sono parzialmente compensati. Da un lato, l’euro si è deprezzato nei confronti del dollaro statunitense (−6,0 per cento), un andamento che è stato favorito da dati economici positivi inattesi negli Stati Uniti, da riallocazioni di flussi verso investimenti sicuri in un contesto di tensioni geopolitiche mondiali e, più avanti nell’anno, dalle aspettative di cambiamenti di politica economica da parte della nuova amministrazione statunitense. Successivamente, con l’indebolimento dei dati economici dell’area dell’euro nel quarto trimestre del 2024, i mercati dei tassi di interesse hanno previsto un’accelerazione delle future riduzioni dei tassi di riferimento nell’area e un percorso più piatto negli Stati Uniti, che ha ulteriormente pesato sulla quotazione dell’euro rispetto al dollaro statunitense. Analogamente, le aspettative di una politica monetaria persistentemente restrittiva nel Regno Unito hanno rafforzato la sterlina britannica, sia complessivamente sia rispetto all’euro. Nel 2024 l’euro si è indebolito anche nei confronti del renminbi cinese, seppur in misura minore (−3,4 per cento), in quanto il vigore della valuta cinese è stato attenuato dai crescenti fattori economici sfavorevoli in Cina. Dall’altro lato, l’euro si è rafforzato nei confronti delle valute di gran parte degli altri principali partner commerciali. Tra queste, lo yen ha subito pressioni al ribasso per gran parte del 2024, dal momento che il livello persistentemente basso dei tassi di interesse in Giappone ha alimentato flussi di carry trade dallo yen verso valute a più alto rendimento.

1.2 Nell’area dell’euro è iniziata una graduale ripresa dell’attività economica

L’attività economica nell’area dell’euro ha iniziato a recuperare in un contesto caratterizzato dal perdurare di fattori sfavorevoli

Nel 2024 il PIL in termini reali dell’area dell’euro è cresciuto dello 0,9 per cento, rispetto allo 0,4 del 2023 (cfr. il grafico 1.3). I tassi di crescita trimestrali sono tornati positivi all’inizio del 2024, dopo cinque trimestri consecutivi di stagnazione, per poi rallentare nuovamente alla fine dell’anno. Il rafforzamento della crescita è stato principalmente determinato dal settore dei servizi, che ha continuato a beneficiare dei cambiamenti strutturali intervenuti dopo la pandemia, quali un passaggio più rapido a un’economia maggiormente basata sulla conoscenza, la transizione verde e i cambiamenti nelle abitudini di spesa dei consumatori. Anche il recupero dei redditi reali, il commercio mondiale e il programma Next Generation EU (NGEU) hanno sostenuto la crescita economica. Allo stesso tempo, il settore industriale è rimasto debole per l’effetto congiunto di fattori sia strutturali sia ciclici. Rispetto ai servizi, il settore industriale ha risentito maggiormente delle condizioni ancora restrittive legate al precedente ciclo di inasprimento della politica monetaria e degli elevati costi degli input produttivi. Sebbene gran parte dei modelli mostri che l’impatto massimo dell’inasprimento sull’attività economica è stato raggiunto nel periodo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, il ciclo di allentamento della politica monetaria iniziato a metà 2024 non si era ancora trasmesso all’economia. Anche il settore industriale ha risentito della perdita di quote di mercato dell’area dell’euro, oltre che delle sfide sul piano della regolamentazione e dell’elevata incertezza connessa agli eventi politici e geopolitici. Nel complesso, la crescita nel 2024 ha rispecchiato i contributi positivi dei consumi privati e pubblici, nonché dell’interscambio netto, mentre gli investimenti e le variazioni delle scorte hanno frenato l’attività economica.

Grafico 1.3

PIL dell’area dell’euro in termini reali

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; contributi in punti percentuali)

Fonte: Eurostat.
Nota: le ultime osservazioni si riferiscono al 2024.

I consumi privati hanno lievemente accelerato, trainati dai servizi

I consumi privati hanno registrato un’accelerazione nel 2024, aumentando dell’1 per cento rispetto all’anno precedente. Nonostante i sostenuti consumi di servizi, nella prima metà dell’anno i consumi privati totali sono aumentati solo in misura modesta, poiché la domanda di beni è rimasta debole (cfr. il grafico 1.4). Tali consumi hanno registrato una forte accelerazione nel terzo trimestre dell’anno, stimolati da fattori temporanei quali i giochi olimpici e paraolimpici di Parigi 2024, per poi decelerare nel quarto. Nel 2024 l’espansione del reddito disponibile reale ha sostenuto la spesa delle famiglie, grazie all’aumento della dinamica dei salari nominali, al calo dell’inflazione e alla tenuta della crescita dell’occupazione. Ciò nonostante, condizioni di finanziamento ancora restrittive hanno continuato a pesare sulla spesa delle famiglie, con un risparmio rimasto complessivamente elevato.

Grafico 1.4

Consumi, investimenti diversi dalle costruzioni e investimenti in edilizia residenziale nell’area dell’euro

(indice: 4° trim. 2019 = 100)

a) Consumi privati


b) Investimenti

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.
Note: nel pannello a) i consumi privati si riferiscono al concetto nazionale di consumo e le loro componenti fanno riferimento al concetto interno di consumo. Le ultime osservazioni si riferiscono al quarto trimestre del 2024.

Gli investimenti sono stati frenati dalle condizioni di finanziamento restrittive e dall’elevata incertezza

Gli investimenti nel settore dell’edilizia residenziale hanno registrato un forte calo nel 2024, in un contesto di condizioni di finanziamento ancora restrittive e di una domanda debole. Essi hanno segnato una contrazione, rispetto al 2023, del 4,0 per cento, facendo registrare il calo annuale più consistente dal 2009, durante la crisi finanziaria globale. Tale contrazione è principalmente riconducibile all’impatto ritardato dell’inasprimento della politica monetaria, che si è manifestato con l’aumento dei tassi sui mutui ipotecari e l’irrigidimento dei criteri per la concessione del credito bancario. Nonostante la ripresa dei redditi in termini reali e il permanere su livelli modesti dei prezzi degli immobili residenziali, le condizioni di finanziamento restrittive hanno ridotto la capacità di sostenere i costi relativi agli alloggi e determinato una contrazione della relativa domanda. Tuttavia, data la forte ripresa degli investimenti nel settore dell’edilizia residenziale dopo la pandemia, in parte sostenuta in Italia da generosi incentivi fiscali (ora decaduti), alla fine del 2024 tali investimenti si sono mantenuti su un livello dell’1,3 per cento superiore a quello precedente la pandemia, seppur registrando risultati peggiori rispetto ai consumi privati (3,1 per cento) e agli investimenti in beni diversi dalle costruzioni (5,2 per cento al netto dei beni immateriali irlandesi).

Nel 2024 gli investimenti in beni diversi dalle costruzioni (che rappresentano l’approssimazione più vicina degli investimenti delle imprese nelle contabilità nazionali) si sono nuovamente contratti, in un contesto caratterizzato dalla debolezza della domanda interna ed estera, dalle rigide condizioni di finanziamento e da un’elevata incertezza su vari fronti. Nel complesso, gli investimenti in beni diversi dalle costruzioni si sono contratti del 2,3 per cento rispetto al 2023, sebbene con una notevole volatilità nella dinamica trimestrale nel corso dell’anno (cfr. il grafico 1.4). Al netto della volatile componente immateriale indotta dalle multinazionali dell’Irlanda, nel 2024 essi sono diminuiti dello 0,5 per cento[1]. Tale risultato riflette sia la perdurante debolezza degli investimenti in macchinari e attrezzature, sia una decelerazione degli investimenti immateriali negli ultimi anni. In presenza di una domanda interna modesta e di un settore delle esportazioni più debole, le aspettative di produzione a più lungo termine, in genere una determinante fondamentale degli investimenti, sono rimaste contenute per tutto l’anno, riducendo gli incentivi all’investimento per le imprese. Anche i timori per le perdite di competitività, la moderazione della redditività e l’elevata e ampia incertezza, derivanti dagli sviluppi geopolitici, dai crescenti timori di una frammentazione commerciale in aumento e dall’acuita incertezza sul piano delle politiche, hanno ulteriormente pesato sugli investimenti delle imprese nel 2024.

Le esportazioni dell’area dell’euro sono rimaste contenute nonostante il miglioramento della domanda estera

Le esportazioni dell’area dell’euro sono lievemente migliorate nel 2024, pur rimanendo su una traiettoria relativamente debole. Diversi elementi hanno contribuito alla modesta crescita delle esportazioni, malgrado il miglioramento della domanda estera. Gli effetti ritardati del passato apprezzamento dell’euro hanno avuto un impatto negativo. I costi dell’energia hanno continuato a destare notevole preoccupazione, in un contesto in cui i prezzi relativamente elevati del gas hanno fatto aumentare i costi di produzione per gli esportatori dell’area dell’euro, comprimendo così i margini di profitto e riducendo la competitività. L’area dell’euro ha inoltre dovuto far fronte a sfide legate alla debolezza della domanda dalla Cina, soprattutto di beni di investimento, e all’accresciuta concorrenza da parte dei produttori cinesi. Le importazioni sono cresciute a un ritmo moderato, risentendo della debolezza della domanda interna e degli investimenti. Nel complesso, l’interscambio netto ha avuto un impatto lievemente positivo sulla crescita. Nel 2024 il saldo commerciale dell’area dell’euro è ulteriormente migliorato rispetto al 2023.

Mercato del lavoro

Il mercato del lavoro dell’area dell’euro ha continuato a evidenziare una buona capacità di tenuta, mentre la crescita della produttività del lavoro è rimasta invariata

Nel 2024 il mercato del lavoro dell’area dell’euro ha mostrato nell’insieme una buona capacità di tenuta, sebbene la crescita dell’occupazione sia rallentata rispetto agli ultimi anni e gli indicatori delle indagini abbiano suggerito un raffreddamento dei mercati nel corso dell’anno. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,5 per cento di gennaio al 6,2 di dicembre, uno dei punti più bassi registrati dall’introduzione dell’euro e 1,3 punti percentuali al di sotto del livello, precedente la pandemia, osservato a gennaio 2020. Anche il tasso di disoccupazione si è collocato in media al 6,2 per cento nell’ultimo trimestre dell’anno (cfr. il grafico 1.5). L’occupazione totale e il totale delle ore lavorate sono rimasti sostanzialmente in linea con la crescita dell’economia, riportando entrambi un aumento dell’1 per cento nel 2024. Tale dinamica ha determinato un andamento della produttività in larga parte piatto. La debole crescita della produttività del lavoro è stata per lo più ciclica, influenzata dalla domanda contenuta, mentre le aziende accumulavano manodopera, vale a dire mantenevano un numero maggiore di lavoratori rispetto a quanto necessario nelle fasi di bassa crescita economica. Tuttavia, potrebbero avere avuto un ruolo anche dei fattori strutturali. Nel 2024 la media delle ore lavorate è diminuita dello 0,1 per cento e, a partire dall’ultimo trimestre dello stesso anno, è rimasta inferiore dello 0,9 per cento rispetto al livello precedente la pandemia. L’andamento della media delle ore lavorate ha continuato a riflettere fattori quali l’accumulo di manodopera a partire dalla seconda metà del 2023 e i livelli ancora elevati di congedo per malattia. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro nella fascia di età compresa tra 15 e 74 anni è aumentato fino a raggiungere un livello del 66 per cento nel quarto trimestre del 2024, ossia 1,2 punti percentuali al di sopra del livello precedente la pandemia. Donne, lavoratori in età più avanzata, persone con livello di istruzione superiore e lavoratori stranieri hanno contribuito maggiormente all’aumento della forza lavoro. Nel 2024 la domanda di lavoro si è indebolita rispetto agli anni precedenti: il tasso di posti vacanti ha registrato un ulteriore calo rispetto al picco raggiunto nel secondo trimestre del 2022, segnando un livello del 2,5 per cento nel quarto trimestre dello scorso anno, ancora superiore al dato precedente la pandemia, pari al 2,3 per cento, osservato nell’ultimo trimestre del 2019[2]. Il recupero dei salari nominali sull’inflazione ha favorito un riallineamento della dinamica dell’occupazione e del prodotto, portando nel contempo i salari reali più in linea con la ripresa della produttività. Pertanto, attraverso il suo orientamento a medio termine, e fatto salvo il mantenimento della stabilità dei prezzi, la politica monetaria della BCE ha contribuito a sostenere l’occupazione e la produttività, che rientrano tra gli obiettivi dell’Unione europea al cui conseguimento la BCE può concorrere.

Grafico 1.5

Mercato del lavoro

(scala di sinistra: variazioni percentuali sul trimestre precedente; scala di destra: valori percentuali)

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.
Nota: le ultime osservazioni si riferiscono a dicembre 2024 per il tasso di disoccupazione e al quarto trimestre del 2024 per l’occupazione, il totale e la media delle ore lavorate e la produttività per ora lavorata.

1.3 L’orientamento della politica di bilancio nell’area dell’euro è stato più restrittivo

L’orientamento delle politiche di bilancio nell’area dell’euro si è probabilmente inasprito, riflettendo la graduale revoca delle misure di sostegno pubblico adottate in risposta alla crisi energetica e all’inflazione elevata

Si stima che nel 2024 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro abbia continuato a ridursi, portandosi lievemente al di sopra della soglia del 3 per cento del PIL (cfr. il grafico 1.6), dal 3,6 del 2023. Ciò riflette principalmente un inasprimento dell’orientamento delle politiche di bilancio nel 2024, dovuto al graduale venir meno delle misure adottate nel periodo 2022‑2023 per compensare le famiglie e le imprese degli elevati prezzi dell’energia e dell’inflazione[3]. Allo stesso tempo, la più elevata spesa per interessi sul debito pubblico, specie nei paesi con un debito elevato, ha probabilmente contribuito negativamente al saldo di bilancio[4].

Nel 2024 il rapporto debito pubblico tra il debito e il PIL dell’area dell’euro dovrebbe essere lievemente aumentato, avvicinandosi all’88 per cento, rispetto al livello già elevato dell’87,4 nel 2023, e rimanendo pertanto ben al di sopra del livello dell’83,6 per cento registrato nel 2019, prima della crisi pandemica (cfr. il grafico 1.6). Tale incremento è stato probabilmente determinato dal disavanzo primario e dai raccordi disavanzo‑debito positivi.

Grafico 1.6

Saldo di bilancio e debito delle amministrazioni pubbliche nell’area dell’euro

(in percentuale del PIL; orientamento delle politiche di bilancio: punti percentuali di PIL potenziale)

Fonti: Eurostat, Proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti dell’Eurosistema, dicembre 2024 ed elaborazioni della BCE.
Nota: nel pannello a) la misura relativa all’orientamento delle politiche di bilancio è ottenuta escludendo dal lato delle entrate (a partire dal 2021) le sovvenzioni erogate attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza del Next Generation EU, in quanto tali entrate non hanno effetti di inasprimento a livello macroeconomico.

I beni pubblici strategici contribuiscono a rafforzare la capacità di tenuta dell’economia europea

Alla fine del 2024 le proiezioni dell’orientamento delle politiche di bilancio segnalavano un ulteriore inasprimento nel 2025, sebbene a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. Si riteneva tuttavia che queste prospettive per i conti pubblici fossero caratterizzate da un elevato grado di incertezza. I rischi sul piano politico derivavano dai programmi di bilancio dei grandi paesi dell’area dell’euro, nonché dalle future decisioni della nuova amministrazione statunitense e dalle risposte europee. Tali rischi si aggiungevano alle pressioni di lungo periodo sui conti pubblici derivanti dall’invecchiamento della popolazione. Inoltre, la politica di bilancio dovrebbe sempre più fornire beni pubblici strategici per rafforzare la capacità di tenuta dell’economia europea, compiendo progressi nelle transizioni verde e digitale e aumentando la sicurezza economica e la difesa. Per le transizioni verde e digitale, un contributo importante sarà fornito dal programma Next Generation EU fino alla sua scadenza alla fine del 2026 (cfr. il riquadro 1).

Il nuovo quadro di governance economica dell’UE è entrato in vigore il 30 aprile 2024. Esso è incentrato sulla sostenibilità del debito e mira a garantire finanze pubbliche sane e sostenibili, incentivando nel contempo le riforme strutturali e gli investimenti[5]. Un elemento centrale del nuovo quadro è la pubblicazione, da parte dei paesi, di piani strutturali di bilancio a medio termine, che delineano un percorso di crescita della spesa netta, nonché le ipotesi macroeconomiche sottostanti e, per i paesi che intendono estendere il periodo di aggiustamento da quattro a sette anni, le misure strutturali di bilancio programmate che consentirebbero loro di ricondurre i rapporti tra il debito e il PIL su una traiettoria plausibilmente decrescente nel medio termine.

Con la pubblicazione del pacchetto d’autunno, il 26 novembre e il 18 dicembre, la Commissione europea ha avviato il primo ciclo di attuazione del nuovo quadro di governance economica. Il pacchetto comprende le valutazioni dei piani strutturali di bilancio a medio termine e i documenti programmatici di bilancio per il 2025 dei paesi. La Commissione europea ha rilevato che 15 dei 16 piani strutturali di bilancio a medio termine presentati dai paesi dell’area dell’euro soddisfano i requisiti del nuovo quadro di riferimento. Il periodo raccomandato per gli aggiustamenti di bilancio è stato esteso da quattro a sette anni per quattro paesi dell’area (Spagna, Francia, Italia e Finlandia), su loro richiesta. La proroga deve essere corroborata da una serie di impegni di investimento e riforma volti, tra l’altro, a contribuire a una crescita sostenibile e inclusiva e alla resilienza, in un’ottica di sostenibilità dei conti pubblici[6].

Un percorso pluriennale della spesa netta è il principale indicatore di sorveglianza nell’ambito del nuovo quadro di governance economica

Dando seguito a una raccomandazione della Commissione europea, nel luglio 2024 il Consiglio Ecofin ha deciso di avviare una procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti di cinque paesi dell’area dell’euro: Belgio, Francia, Italia, Malta e Slovacchia. Per correggere i disavanzi, la Commissione ha raccomandato percorsi pluriennali della spesa netta in linea con i piani strutturali di bilancio a medio termine disponibili. Tali percorsi sono diventati i principali indicatori di sorveglianza nell’ambito del nuovo quadro di governance economica.

L’attuazione piena, trasparente e tempestiva del nuovo quadro di governance economica aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto tra il debito e il PIL.

1.4 L’inflazione complessiva è scesa ulteriormente verso l’obiettivo

L’inflazione complessiva è scesa dal 2,9 per cento di dicembre 2023 al 2,4 di dicembre 2024, avvicinandosi all’obiettivo

L’inflazione complessiva nell’area dell’euro misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) ha continuato a seguire una dinamica disinflazionistica nel 2024. A dicembre si è collocata al 2,4 per cento, un livello inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente (cfr. il grafico 1.7). Se nel 2023 il processo di disinflazione era stato determinato principalmente dal venir meno di shock passati dal lato dell’offerta, nel 2024 esso ha rispecchiato in misura crescente la trasmissione della politica monetaria restrittiva. Il graduale rientro delle misure di sostegno pubblico adottate in risposta agli shock legati alla pandemia e ai prezzi dell’energia ha sostenuto la disinflazione, attenuando la domanda aggregata, ma allo stesso tempo frenando il processo disinflazionistico, in quanto tali misure erano state concepite per mitigare l’inflazione. In tale contesto, gran parte delle oscillazioni dell’inflazione misurata sullo IAPC nel corso dell’anno è stata riconducibile alla componente energetica, compreso l’aumento di fine anno. L’andamento dei prezzi dei beni non energetici ha fornito il contributo principale all’ulteriore disinflazione: a dicembre 2024 sia la componente alimentare sia quella dei beni industriali non energetici (non‑energy industrial goods, NEIG) dello IAPC hanno registrato tassi di inflazione inferiori rispetto a dicembre 2023, rispettivamente di 3,5 e 2,0 punti percentuali. Nel caso dei beni industriali non energetici, i tassi hanno raggiunto un livello prossimo alla media di lungo periodo precedente la pandemia, pari allo 0,6 per cento (misurato nel periodo 1999‑2019). Le flessioni di queste due componenti hanno rispecchiato il venir meno delle pressioni inflazionistiche derivanti dai precedenti shock di costo e un contesto internazionale di determinazione dei prezzi generalmente più favorevole. Per contro, la componente dei servizi dello IAPC si è mostrata relativamente stabile su livelli elevati, oscillando intorno al 4,0 per cento per tutto l’anno. Tale persistenza ha riflesso l’impatto relativamente forte delle pressioni salariali su molte voci dei servizi e l’influenza delle voci “a dinamica ritardata” (quali assicurazioni, canoni di locazione di immobili residenziali, ecc.), i cui prezzi hanno reagito con ritardo agli shock inflazionistici passati di portata eccezionale.

Grafico 1.7

Inflazione complessiva e relative componenti

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; contributi in punti percentuali)

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.
Nota: le ultime osservazioni si riferiscono a dicembre 2024.

L’inflazione dei beni energetici ha oscillato in territorio negativo per gran parte dell’anno, mentre quella dei beni alimentari è diminuita in misura significativa

Nel 2024 l’inflazione dei beni energetici è stata in media lievemente inferiore rispetto al 2023 e si è mantenuta in territorio negativo per gran parte dell’anno. I tassi negativi sui dodici mesi dell’inflazione dei beni energetici sono stati principalmente dovuti all’andamento dei prezzi di gas ed elettricità all’inizio dell’anno e ai prezzi dei carburanti per il trasporto a partire da agosto. La volatilità nei mercati all’ingrosso dell’energia, connessa a eventi quali la guerra russa contro l’Ucraina e gli effetti base derivanti dagli andamenti dell’anno precedente, ha accentuato il profilo disomogeneo dell’inflazione dei beni energetici nel 2024. L’inflazione dei beni alimentari ha notevolmente sostenuto la disinflazione, soprattutto in conseguenza del suo brusco calo nei primi mesi dell’anno, quando si è registrata una flessione dei tassi di crescita sui dodici mesi sia dei prezzi degli alimentari trasformati, sia, in particolare, di quelli non trasformati. Ciò è dipeso dall’attenuarsi delle pressioni inflazionistiche derivanti dai precedenti rincari dei beni energetici e delle materie prime alimentari[7]. Successivamente, l’inflazione dei beni alimentari ha evidenziato una certa volatilità, riconducibile in larga misura all’oscillazione dei prezzi degli alimentari non trasformati, in particolare degli ortaggi, probabilmente legata alle avverse condizioni meteorologiche.

Le misure dell’inflazione di fondo sono sensibilmente diminuite nella prima metà dell’anno e non hanno evidenziato alcuna tendenza significativa nella seconda metà

Le misure delle pressioni di fondo dell’inflazione mirano a cogliere la componente inflazionistica comune o persistente e segnalano il valore su cui ci si attende che l’inflazione complessiva si collochi nel medio termine, con il venir meno dei fattori temporanei. Tuttavia, poiché queste misure erano state spinte al rialzo dagli ampi shock passati dal lato dell’offerta, se ne prevedeva una moderazione nel processo disinflazionistico generale[8]. L’inflazione di fondo, misurata dall’inflazione calcolata sullo IAPC al netto delle componenti volatili dei beni energetici e alimentari, è scesa dal 3,4 per cento di dicembre 2023 al 2,7 di aprile 2024 e non ha mostrato alcun andamento significativo nel periodo successivo, rimanendo al 2,7 per cento a dicembre 2024. Il calo dell’inflazione di fondo nella prima parte dell’anno riflette la diminuzione dell’inflazione dei beni industriali non energetici, mentre quella dei servizi è rimasta sostanzialmente invariata per tutto il 2024, oscillando intorno a un tasso del 4,0 per cento. L’inflazione dei servizi tende a ridursi più lentamente rispetto alle altre componenti, poiché numerose componenti dei servizi rispondono con ritardo agli shock inflazionistici complessivi (voci quali i canoni di locazione degli immobili residenziali, assicurazioni, servizi sanitari e di istruzione). La persistenza dell’inflazione dei servizi nel 2024 è legata anche all’elevata crescita delle retribuzioni, che rappresentano una quota maggiore dei costi nel settore dei servizi rispetto al comparto manifatturiero. Anche altre misure dell’inflazione di fondo sono diminuite nel corso dell’anno, seppur con una certa volatilità, riducendosi soprattutto nel primo semestre. Nel complesso, tali flessioni riflettono il venir meno degli effetti dei passati shock dal lato dell’offerta, nonché l’indebolimento della domanda in un contesto di politica monetaria ancora restrittiva. Quest’ultima contribuisce altresì a spiegare una disinflazione più marcata per i beni che per i servizi, giacché tra i primi il peso delle voci più reattive alla politica monetaria è maggiore che tra i secondi[9].

Le pressioni interne sui costi sono diminuite come conseguenza della moderazione della dinamica salariale e dell’effetto di assorbimento esercitato dagli utili

Le pressioni derivanti dai costi interni, misurate dalla crescita del deflatore del PIL, sono diminuite al 2,9 per cento nel 2024, dal 5,9 nel 2023. Ciò ha riflesso minori contributi sia del costo del lavoro per unità di prodotto sia dei profitti unitari (cfr. il grafico 1.8). Il contributo dei profitti unitari è diminuito in quanto gli utili hanno attenuato in misura crescente le pressioni al rialzo, ancora elevate, esercitate dal costo del lavoro per unità di prodotto[10]. Nel contempo, tali pressioni sono venute meno per effetto di un rallentamento dei salari, misurato in termini di costo del lavoro per dipendente, e di un certo rafforzamento della crescita della produttività del lavoro. Nel 2024 la crescita sui dodici mesi del costo del lavoro per dipendente è scesa al 4,5 per cento, dal 5,3 del 2023, pur rimanendo significativamente al di sopra del tasso medio registrato prima della pandemia (2,2 per cento), per effetto del protrarsi delle tensioni nei mercati del lavoro e delle perduranti pressioni per l’adeguamento all’inflazione. La moderazione della crescita del costo del lavoro per dipendente ha riflesso una reazione più rapida della componente eccedente i minimi rispetto alla crescita dei salari contrattuali[11]. Ciò ha rispecchiato, tra l’altro, la probabilità che gli aggiustamenti volti a compensare l’inflazione siano passati a incidere sui salari contrattuali, anziché sulle componenti eccedenti i minimi. Alla fine del 2024 i salari reali nell’area dell’euro erano sostanzialmente tornati sui livelli precedenti l’ondata inflazionistica.

Grafico 1.8

Deflatore del PIL e relative componenti

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; contributi in punti percentuali)

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.
Note: le ultime osservazioni si riferiscono al quarto trimestre del 2024.
Nel grafico l’andamento della produttività del lavoro è riportato con segno invertito, in quanto un aumento (calo) della crescita della produttività del lavoro riduce (aumenta) le pressioni derivanti dai costi interni.

Le aspettative di inflazione a più lungo termine sono rimaste ancorate attorno all’obiettivo del 2 per cento fissato dalla BCE

Le aspettative di inflazione a più lungo termine espresse nell’indagine condotta dalla BCE presso i previsori professionali (Survey of Professional Forecasters, SPF) sono scese dal 2,1 per cento alla fine del 2023 al 2,0 nell’indagine pubblicata nel primo trimestre del 2024, attestandosi su un livello saldamente ancorato all’obiettivo nelle successive edizioni nel corso dell’anno (cfr. il grafico 1.9). Anche altre indagini, quale quella condotta dalla BCE presso gli analisti monetari (Survey of Monetary Analysts, SMA) e Consensus Economics, hanno indicato aspettative di inflazione a più lungo termine in linea con l’obiettivo del 2 per cento fissato dalla BCE. La politica monetaria restrittiva ha favorito la disinflazione non solo frenando la domanda, ma anche attraverso un saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione a più lungo termine, limitando in tal modo il rischio di effetti di secondo ordine. Nel corso del 2024 le misure di compensazione dell’inflazione a più lungo termine ricavate dai mercati, come il tasso swap a cinque anni indicizzato all’inflazione (SII) su un orizzonte quinquennale, hanno evidenziato una volatilità in qualche misura maggiore, tornando tuttavia su livelli prossimi al 2 per cento verso la fine dell’anno. La volatilità osservata durante il 2024 è con molta probabilità dovuta alle variazioni dei premi per il rischio di inflazione, con aspettative di inflazione effettive stimate relativamente stabili, intorno al 2 per cento. Dal lato dei consumatori, le aspettative mediane di inflazione su un orizzonte di tre anni sono diminuite dal secondo trimestre dell’anno fino a ottobre, mese in cui hanno raggiunto il 2,1 per cento, segnando il livello più basso da febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Le aspettative sono tuttavia successivamente salite al di sopra di tale livello per la parte restante del 2024, a causa dell’aumento dell’inflazione e della maggiore incertezza, pur mantenendosi su livelli inferiori rispetto a quelli registrati all’inizio dell’anno[12].

Grafico 1.9

Indicatori delle aspettative di inflazione ricavati dalle indagini e dai mercati

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

Fonti: LSEG, BCE (Consumer Expectations Survey, CES; Survey of Professional Forecasters, SPF) ed elaborazioni della BCE.
Note: il tasso swap a termine a cinque anni indicizzato all’inflazione su un orizzonte quinquennale (tasso SII 5a/5a) è riportato a frequenza mensile. L’indagine SPF relativa al quarto trimestre del 2024 è stata condotta tra il 1o e il 3 ottobre 2024. Nelle edizioni dell’indagine SPF relative al terzo e al quarto trimestre del 2024, le aspettative a più lungo termine sono riferite al 2029, mentre in quelle relative al primo e al secondo trimestre del 2024 sono riferite al 2028. Le ultime osservazioni per l’indagine CES si riferiscono a dicembre 2024.

1.5 Le condizioni di finanziamento si sono allentate gradualmente, pur rimanendo restrittive

I rendimenti dei titoli di Stato sono aumentati, di riflesso a fattori interni e globali

Con la graduale attenuazione delle spinte inflazionistiche nel corso del 2024 (cfr. la sezione 1.4), la BCE ha allentato il grado di restrizione della politica monetaria riducendo i tassi di interesse di riferimento a partire da giugno (cfr. la sezione 2.1). Nella prima metà del 2024 il tasso overnight index swap (OIS) a dieci anni privo di rischio è gradualmente aumentato di circa 50 punti base, raggiungendo il livello più alto dell’anno in estate. Successivamente, a causa del calo delle aspettative sui tassi di interesse nei mercati finanziari e dei minori premi a termine, il tasso OIS a dieci anni è sceso gradualmente, raggiungendo una media del 2,2 per cento a dicembre 2024 (cfr. il grafico 1.10), valore inferiore di circa 20 punti base rispetto alla media di dicembre 2023. I rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine hanno generalmente chiuso il 2024 su livelli più elevati rispetto all’inizio dell’anno. In Francia tali rendimenti sono stati significativamente più elevati rispetto a un anno prima, a causa dell’accresciuta incertezza riguardo alle prospettive per i conti pubblici e agli sviluppi politici del paese. I differenziali tra i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine e i corrispondenti tassi privi di rischio si sono generalmente ampliati nell’ultimo trimestre dell’anno, dinamica attribuibile alla minore scarsità di garanzie in un contesto di maggiore emissione (attesa) di debito sovrano e alla riduzione del bilancio dell’Eurosistema. In Italia la riduzione dei differenziali, resa possibile anche grazie a prospettive di rating più favorevoli, ha contribuito, nel 2024, a una flessione dei rendimenti obbligazionari a lungo termine. A dicembre 2024 la media ponderata per il PIL dei rendimenti nominali dei titoli di Stato a dieci anni dell’area dell’euro si è mantenuta, in media, sullo stesso livello (2,7 per cento) dell’anno precedente.

Grafico 1.10

Tassi di interesse a lungo termine e costo dei prestiti alle imprese e alle famiglie per l’acquisto di abitazioni

(valori percentuali in ragione d’anno)

Fonti: Bloomberg, LSEG ed elaborazioni della BCE.
Note: osservazioni mensili. Il rendimento dei titoli di Stato a dieci anni dell’area dell’euro è una media ponderata per il PIL. Gli indicatori del costo dei prestiti sono calcolati aggregando i tassi sui prestiti bancari a breve e a lungo termine mediante una media mobile di 24 mesi dei volumi delle nuove operazioni. Le ultime osservazioni si riferiscono a dicembre 2024.

I mercati azionari sono stati sostenuti dal calo dei premi per il rischio e dei tassi di interesse

Nel 2024 le quotazioni azionarie sono aumentate sia nel settore non finanziario sia, in misura maggiore, in quello finanziario. In quest’ultimo caso sono state guidate dal settore bancario, che ha beneficiato di elevati livelli di redditività. Gli indici generali delle quotazioni azionarie delle società non finanziarie e delle banche dell’area dell’euro hanno concluso il 2024 con aumenti di circa il 3 e il 21 per cento sui rispettivi livelli di fine 2023. Le quotazioni azionarie sono state sostenute dal calo dei premi per il rischio azionario, dalle migliori aspettative sugli utili a breve termine, dai maggiori dividendi distribuiti e dai più bassi tassi a lungo termine privi di rischio. I rendimenti delle obbligazioni societarie sono diminuiti sia nel segmento di qualità più elevata (investment grade) sia in quello ad alto rendimento (high yield), e alla fine di dicembre 2024 si sono collocati su livelli inferiori rispetto all’anno precedente, a causa dei minori tassi privi di rischio e della riduzione dei differenziali.

L’aggregato monetario ampio e l’intermediazione bancaria hanno rispecchiato l’attenuazione del grado di restrizione della politica monetaria

Verso la fine del 2024 i depositi bancari hanno smesso di contrarsi, iniziando a risalire, e l’aggregato monetario ampio (M3) ha segnato una ripresa con l’attenuazione del grado di restrizione della politica monetaria. A dicembre il tasso di variazione sui dodici mesi dell’aggregato M3 si è collocato al 3,4 per cento, a fronte di un tasso pari a zero a dicembre 2023 (cfr. il grafico 1.11). La ripresa è stata trainata dagli afflussi netti dall’estero, che hanno rispecchiato il consistente avanzo di conto corrente derivante dalla debolezza delle importazioni e dall’interesse estero per le obbligazioni dell’area dell’euro, in un contesto di rendimenti appetibili. Tali afflussi hanno sostanzialmente compensato il drenaggio di liquidità causato dalla riduzione del bilancio dell’Eurosistema. Con il rimborso (totale entro la fine dell’anno) dei fondi presi in prestito nell’ambito della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e la contrazione dei portafogli di attività dell’Eurosistema, le banche hanno continuato a ricorrere a fonti di finanziamento di mercato più onerose. I costi della provvista bancaria sono tuttavia gradualmente diminuiti rispetto ai livelli massimi del 2023, sebbene in misura minore rispetto ai tassi di riferimento. I bilanci bancari si sono confermati complessivamente solidi.

I tassi sui prestiti bancari sono diminuiti per imprese e famiglie, ma le condizioni di finanziamento sono rimaste restrittive

Nel 2024 le condizioni di finanziamento nell’area dell’euro sono rimaste restrittive, nonostante le riduzioni dei tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano lievemente ridotto il grado di inasprimento della politica monetaria. Il costo nominale dei prestiti alle imprese e alle famiglie è in una certa misura diminuito, dopo aver raggiunto, nel 2023, i livelli più elevati in quasi 15 anni. A dicembre il tasso composito sui prestiti bancari alle società non finanziarie si è collocato al 4,4 per cento, in calo di circa 90 punti base rispetto alla fine del 2023, mentre il tasso equivalente applicato alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è diminuito di circa 60 punti base, portandosi al 3,4 per cento (cfr. il grafico 1.10). Il considerevole differenziale tra i tassi applicati alle imprese e alle famiglie, emerso durante la fase di inasprimento della politica monetaria, si è quindi ridotto solo marginalmente. La disparità dei tassi sui prestiti tra i vari paesi è rimasta contenuta, a indicare che in generale la politica monetaria della BCE è stata trasmessa in modo ordinato in tutta l’area dell’euro.

Il credito bancario alle imprese e alle famiglie è rimasto debole, ma ha mostrato segnali di ripresa

Pur mostrando segnali di ripresa nella seconda metà del 2024, il credito bancario alle imprese e alle famiglie è rimasto debole per effetto delle condizioni di accesso al credito ancora restrittive e della debolezza della domanda aggregata (cfr. il grafico 1.11). Come indicato dall’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro, i criteri di concessione dei prestiti da parte delle banche (vale a dire le linee guida interne o i criteri di approvazione dei finanziamenti) alle imprese hanno subito un irrigidimento nel quarto trimestre del 2024, dopo essersi sostanzialmente stabilizzati nei trimestri precedenti. Secondo l’indagine sull’accesso al finanziamento da parte delle imprese, la disponibilità di prestiti bancari è migliorata solo temporaneamente, per poi mostrare un deterioramento nel quarto trimestre. A dicembre il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti bancari alle imprese è stato pari all’1,7 per cento. Nel complesso, il finanziamento del debito societario è rimasto debole e i flussi netti di finanziamento esterno alle imprese sono stati considerevolmente inferiori alla loro dinamica di più lungo periodo, nonostante una ripresa delle emissioni e delle valutazioni delle azioni quotate (cfr. il grafico 1.12). Quanto ai prestiti alle famiglie, la ripresa graduale del tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti bancari, pari all’1,1 per cento a dicembre, è stata determinata prevalentemente dai mutui ipotecari. Ciò si è mostrato in linea con il complessivo allentamento dei criteri per la concessione del credito durante l’anno e con una forte ripresa della domanda di prestiti segnalata nelle edizioni dell’indagine sul credito bancario relative alla seconda metà del 2024, nonché con le sostenute intenzioni di acquisto di abitazioni segnalate nell’indagine sulle aspettative dei consumatori nel corso dell’anno. Allo stesso tempo, alla fine del 2024 la percentuale di famiglie che nell’indagine hanno indicato un deterioramento dell’accesso al credito è ancora risultata superiore alla percentuale di quelle che hanno segnalato un miglioramento, con un ricorso sostenuto al credito al consumo concentrato tra quelle a più basso reddito. Inoltre, le banche hanno continuato a segnalare un irrigidimento dei criteri per la concessione di credito al consumo per tutto il 2024.

Grafico 1.11

Crescita di M3 e del credito alle imprese e alle famiglie

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

Fonte: BCE.
Note: le imprese corrispondono alle società non finanziarie. Le ultime osservazioni si riferiscono a dicembre 2024.

Grafico 1.12

Flussi netti di finanziamento esterno alle imprese

(flussi annuali in miliardi di euro)

Fonti: BCE ed Eurostat.
Note: le imprese corrispondono alle società non finanziarie. IFM = istituzioni finanziarie monetarie. Nella voce “Prestiti dalle istituzioni finanziarie non monetarie e dal resto del mondo” le istituzioni finanziarie non monetarie comprendono gli altri intermediari finanziari, i fondi pensione e le società di assicurazione. I “Prestiti delle IFM” e i “Prestiti dalle istituzioni finanziarie non monetarie e dal resto del mondo” sono corretti per le cessioni e le cartolarizzazioni. La voce “Altro” corrisponde alla differenza tra il totale e gli strumenti elencati nel grafico e include prevalentemente i prestiti intersocietari e i crediti commerciali. Le ultime osservazioni si riferiscono al terzo trimestre del 2024. Il flusso annuale per il 2024 è calcolato come somma dei flussi di quattro trimestri, a partire dal quarto trimestre del 2023 e fino al terzo trimestre del 2024. I conti settoriali trimestrali dell’area dell’euro sono soggetti a revisioni sostanziali ogni cinque anni; l’ultima ha avuto luogo nel 2024, il che spiega perché i dati per alcuni anni differiscano significativamente da quelli utilizzati nel precedente Rapporto annuale.

Riquadro 1
L’impatto persistente della pandemia di COVID‑19 e le tendenze strutturali nella crescita della produttività

L’area dell’euro sta attraversando un periodo di trasformazione caratterizzato da shock economici e profondi cambiamenti strutturali, che hanno un impatto sulla crescita della produttività a medio e lungo termine. Negli ultimi anni l’area dell’euro ha dovuto affrontare una combinazione eccezionale di trasformazioni repentine e cambiamenti strutturali, tuttora in atto, che stanno influenzando la crescita della produttività in modi complessi e incerti. La pandemia di COVID‑19, la rapida transizione digitale e le transizioni ecologica e demografica spiccano come fattori cruciali che incidono sulle prospettive di produttività a medio e lungo termine. Ciascuno di questi elementi si caratterizza per meccanismi specifici che influenzano la produttività, e le loro interazioni complicano ulteriormente il panorama economico. Il presente riquadro esamina tali dinamiche e le relative implicazioni per la crescita della produttività, basandosi su recenti lavori svolti da un gruppo di esperti del Sistema europeo di banche centrali (SEBC)[13].

L’impatto persistente della pandemia sulla crescita della produttività

La pandemia ha causato cambiamenti rapidi e radicali, diffusi tra paesi, settori e imprese, incidendo in vari modi sulla crescita della produttività. L’ampia portata della crisi, insieme a provvedimenti quali le misure di chiusura (lockdown) e a cambiamenti nei modelli di lavoro e di consumo, nonché l’ampio sostegno fornito dalle politiche economiche a imprese e famiglie, hanno segnato una discontinuità rispetto alle precedenti recessioni.

Le risposte sul piano delle policy hanno evitato fallimenti diffusi, ma hanno indebolito una riallocazione delle risorse in grado di accrescere la produttività. I dati disponibili mostrano che la crisi ha portato a una maggiore contrazione o a una maggiore probabilità di uscire dal mercato fra le imprese a bassa produttività rispetto a quelle a produttività più elevata, favorendo la riallocazione delle risorse nel breve periodo (cfr. il grafico A). Tuttavia, tale effetto è stato meno pronunciato rispetto alle crisi precedenti per via dell’ampio sostegno fornito dalle politiche economiche, che ha evitato contrazione e chiusura delle imprese. Le analisi del gruppo di esperti del SEBC mostrano che l’allocazione dei sussidi alle imprese è divenuta più distorsiva nel corso del tempo, sebbene i criteri di idoneità siano rimasti invariati.

La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione, ha modificato il comportamento dei consumatori e ha avuto un impatto sugli schemi di congedo per malattia e sul livello di istruzione, con possibili effetti a lungo termine. Il radicamento dell’economia digitale, compreso un maggiore ricorso al lavoro a distanza, sostenuto da iniziative come il programma Next Generation EU, offre prospettive promettenti. Allo stesso tempo, la pandemia ha avuto effetti persistenti sulla forza lavoro e non è ancora possibile quantificarne appieno le conseguenze a lungo termine sulla crescita della produttività.

Grafico A

Distribuzione della produttività delle imprese uscite dal mercato rispetto a quelle sopravvissute nello stesso settore nel 2020

(densità)

Fonte: elaborazioni degli autori basate su dati a livello di impresa Orbis‑iBACH.
Note: la serie di dati si riferisce a Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia e Portogallo. La produttività del lavoro è definita come valore aggiunto reale per addetto.

Transizione digitale e crescita della produttività

Le tecnologie digitali possono aumentare l’efficienza dei lavoratori integrandone i compiti e consentendo l’esternalizzazione di attività non essenziali. Inoltre, la digitalizzazione aumenta la competitività del mercato, consente di acquisire “scala senza massa” e amplia l’accesso al mercato attraverso il commercio elettronico. I dati a livello di impresa provenienti da paesi quali Francia e Austria dimostrano che gli investimenti nelle tecnologie digitali possono portare a una crescita duratura della produttività, seppur di entità, in media, relativamente modesta e dopo un periodo di aggiustamento iniziale.

I guadagni di produttività derivanti dalla digitalizzazione sono estremamente eterogenei tra settori e imprese. Sebbene l’impatto medio degli investimenti digitali sia modesto, i settori in grado di beneficiare della digitalizzazione sperimentano effetti 17 volte superiori alla media. Inoltre, solo il 30 per cento circa delle imprese, in genere le più produttive, riesce a utilizzare le nuove tecnologie digitali in modi innovativi e dirompenti al fine di aumentare la propria produttività, poiché dispone delle competenze e dei beni immateriali complementari necessari (cfr. il grafico B). Per quanto riguarda gli effetti aggregati, i guadagni di efficienza connessi alla digitalizzazione hanno dato un impulso significativo alla crescita della produttività del lavoro, come evidenziato dalle simulazioni che mostrano come, in loro assenza, la crescita della produttività in paesi come Germania e Francia sarebbe stata notevolmente inferiore.

Impatto della transizione ecologica sulla crescita della produttività

L’urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra ha portato all’attuazione di politiche volte a promuovere l’adozione di soluzioni a basse emissioni di anidride carbonica, con un possibile impatto sulla crescita della produttività aggregata. I due canali principali attraverso i quali la transizione ecologica incide sulla produttività sono gli investimenti nell’innovazione verde e la riallocazione delle risorse. La necessità di ridurre le emissioni di gas serra incoraggia le imprese a innovare e a integrare nelle loro attività pratiche più efficienti e sostenibili. Al tempo stesso, l’economia si sta spostando verso settori più verdi, riallocando verso essi manodopera e capitale dai settori e dalle imprese inquinanti. Tale riallocazione può migliorare la produttività complessiva se le risorse vengono destinate a impieghi più efficienti.

Grafico B

Impatto stimato della digitalizzazione sulla crescita della produttività totale dei fattori (PTF) nelle imprese con diversi livelli iniziali di PTF

(punti percentuali)

Fonte: Anderton, R., Botelho, V. e Reimers, P., “Digitalisation and productivity: gamechanger or sideshow?”, Working Paper Series, n. 2794, BCE, marzo 2023.
Nota: il grafico mostra l’impatto specifico per ogni settore della digitalizzazione sulla crescita della PTF delle imprese, a seconda della posizione dell’impresa nella distribuzione della PTF (dove 1 è il decile inferiore e 10 il decile superiore della distribuzione).

L’evidenza empirica suggerisce che politiche ambientali rigorose possano stimolare l’innovazione verde nel lungo periodo, ma potrebbero rivelarsi pregiudizievoli per la crescita della produttività totale dei fattori (PTF) a breve termine. Le analisi del gruppo di esperti mostrano che per la transizione verso un’economia a basse emissioni di anidride carbonica è necessaria una combinazione di politiche che sappia coniugare le imposte sulle emissioni, la regolamentazione e il sostegno alle tecnologie verdi. Tuttavia, la transizione sarà costosa nell’immediato, durante il periodo di aggiustamento da parte delle imprese, comportando un impatto negativo sulla crescita della PTF, in particolare nelle piccole imprese inquinanti, a causa del loro limitato accesso ai finanziamenti. Le politiche ambientali stanno tuttavia incentivando l’innovazione verde, come dimostra il significativo aumento del numero di brevetti per tecnologie verdi depositati dalle imprese inquinanti. Ciò avrà verosimilmente come esito una maggiore crescita della produttività nel lungo periodo.

L’impatto della riallocazione delle risorse innescata dalle politiche di transizione sulla produttività varia da settore a settore. A livelli di produttività settoriale costanti, la riallocazione tra settori ridurrebbe meccanicamente la produttività, giacché i comparti ad alta intensità di emissioni sono in media più produttivi. Tuttavia, all’interno dei singoli settori definiti in maniera ristretta, a livello di impresa l’intensità di emissioni di anidride carbonica e la produttività del lavoro non sono necessariamente correlate. Pertanto, la ridistribuzione delle risorse dalle imprese ad alta intensità di emissioni a quelle a bassa intensità non comporta di per sé un aumento della produttività. Le informazioni a livello di impresa ricavate dal sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (Emissions Trading System, ETS) mostrano che nella maggior parte dei settori le imprese più efficienti in termini di emissioni di anidride carbonica sono anche le più produttive. Ciò implica che in tali settori, agli attuali livelli di produttività per impresa, la riallocazione delle risorse verso imprese a più basso impatto ambientale determinerà, a parità di altre condizioni, un aumento della crescita della produttività del lavoro. Tuttavia, in altri settori, come nell’industria cartaria e in quella siderurgica, si verifica il contrario, e la riallocazione comporterà una riduzione della produttività.

Osservazioni conclusive

L’interazione tra gli shock recenti e le tendenze strutturali in atto crea un contesto complesso per la crescita della produttività nel medio e lungo periodo. La pandemia, la transizione digitale e quella ecologica hanno presentato ciascuna sfide e opportunità distintive. Come suggerito dal recente rapporto di Mario Draghi, i responsabili delle politiche devono gestire con attenzione queste dinamiche per promuovere un contesto favorevole a una crescita sostenuta della produttività, facendo leva sulle tecnologie digitali e verdi e mitigando al tempo stesso i possibili effetti distorsivi degli interventi di policy[14]. Con il progressivo evolversi dell’economia mondiale, è indispensabile che i responsabili delle politiche nell’area dell’euro tengano conto di queste interazioni per orientare e sostenere efficacemente le traiettorie future della crescita della produttività.

2 La politica monetaria ha iniziato a mostrare segni di allentamento, pur rimanendo in territorio restrittivo

Nel 2024 il Consiglio direttivo ha ridotto il grado di restrizione della politica monetaria in quanto l’inflazione ha mostrato segni di convergenza sostenuta verso l’obiettivo del 2 per cento, al contempo l’economia dell’area dell’euro ha dovuto far fronte a una crescita debole (cfr. la sezione 2.1). I tassi di interesse sono rimasti invariati per quasi tutta la prima metà dell’anno. In seguito, il Consiglio direttivo ha abbassato il tasso sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, sia a giugno sia a settembre, segnando uno spostamento verso una politica monetaria meno restrittiva. Ha ribadito il suo impegno a favore di un approccio basato sui dati, in cui le decisioni vengono prese volta per volta in ciascuna riunione per determinare livello e durata adeguati della restrizione. Nel terzo trimestre l’attività economica ha continuato a registrare una crescita modesta, con alcuni segnali di stabilizzazione sostenuti dall’aumento dei consumi e della domanda mondiale. Il Consiglio direttivo si è mostrato sempre più fiducioso in merito a un graduale calo dell’inflazione e ha ulteriormente ridotto il tasso sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base a ottobre e dicembre.

Nel 2024 il bilancio dell’Eurosistema ha subito una contrazione di 500 miliardi di euro, attestandosi a 6.400 miliardi a fine anno, nell’ambito della normalizzazione iniziata nel 2022 (cfr. la sezione 2.2). La riduzione è riconducibile ai rimborsi anticipati e alla scadenza della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT‑III), nonché alla diminuzione del portafoglio del programma di acquisto di attività (PAA) e, in certa misura, anche del portafoglio del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) i cui importi sono stati reinvestiti solo parzialmente a partire da luglio. A marzo 2024 il Consiglio direttivo ha approvato le modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria (cfr. il riquadro 2) e alla fine dell’anno ha terminato i reinvestimenti nell’ambito del PEPP.

Nel 2024 l’Eurosistema ha rafforzato il proprio quadro di riferimento per la gestione dei rischi, al fine di assicurare l’attuazione di politiche efficienti sotto tale profilo. A causa degli elevati tassi di riferimento, la BCE ha registrato perdite dovute a un margine di interesse negativo, che saranno compensate a fronte degli utili futuri (cfr. la sezione 2.3 e il Bilancio della BCE per l’esercizio 2024). Il margine di interesse dell’Eurosistema dovrebbe tornare a salire nei prossimi anni, sostenendone la capacità di tenuta finanziaria.

2.1 L’attenuazione del grado di restrizione della politica monetaria

A gennaio il Consiglio direttivo ha mantenuto invariati i tassi per garantire una politica monetaria sufficientemente restrittiva

A gennaio 2024 il Consiglio direttivo ha valutato che l’economia si manteneva debole, a seguito della stagnazione nel corso del 2023. Le prospettive a breve termine per la crescita economica nell’area dell’euro sono state caratterizzate da un rallentamento dell’attività economica e del commercio a livello mondiale e da condizioni di finanziamento restrittive, con rischi derivanti dalle accresciute tensioni geopolitiche dovute al conflitto in Medio Oriente e alla guerra russa contro l’Ucraina. Alcuni indicatori prospettici basati sulle indagini, tuttavia, suggerivano un rafforzamento della crescita su un orizzonte più lungo. Nonostante la crescita lenta, il mercato del lavoro si è mantenuto solido, di riflesso a un calo sostanzialmente costante del tasso di disoccupazione, iniziato a settembre 2020. L’inflazione era aumentata a dicembre 2023 a causa di un effetto base sui prezzi dei beni energetici ed era rimasta elevata al 2,9 per cento. Al tempo stesso, la maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo ha continuato a seguire una traiettoria discendente con l’attenuarsi degli effetti dei passati shock dal lato dell’offerta e la riduzione della domanda legata all’impatto dell’inasprimento della politica monetaria. Il Consiglio direttivo ha confermato la sua valutazione secondo cui i tassi di interesse di riferimento della BCE si trovano su livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, fornirebbero un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento a medio termine. Nella riunione di gennaio ha pertanto deciso di lasciare invariati i tassi di riferimento ai livelli decisi a settembre 2023 e ha ribadito che essi saranno mantenuti su livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario.

Il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tassi a marzo...

Le proiezioni macroeconomiche formulate a marzo dagli esperti della BCE implicavano una revisione al ribasso dell’inflazione, in particolare per il 2024, di riflesso a un minore contributo da parte dei prezzi dell’energia, e hanno segnalato una graduale diminuzione dell’inflazione, nel corso del tempo, verso l’obiettivo della BCE. L’inflazione complessiva era diminuita a febbraio, ma le pressioni interne sui prezzi sono rimaste elevate, in parte a causa della forte crescita salariale e del calo della produttività del lavoro. L’economia dell’area dell’euro è rimasta debole. La spesa per consumi è stata considerata contenuta, gli investimenti rallentati e le esportazioni diminuite, a causa del calo della domanda estera e di una lieve perdita di competitività da parte delle imprese dell’area dell’euro. Gli esperti della BCE avevano rivisto al ribasso le proiezioni di crescita a breve termine. Ci si aspettava che l’economia continuasse a riprendersi e a crescere nel tempo, sorretta inizialmente dai consumi e successivamente anche dagli investimenti. In particolare, i redditi reali avrebbero dovuto recuperare, per effetto del calo dell’inflazione e dell’aumento dei salari. Sebbene le condizioni di finanziamento fossero ancora restrittive, ci si attendeva che anche l’effetto frenante sulla domanda dei passati aumenti dei tassi di interesse venisse meno gradualmente e che le esportazioni sperimentassero una ripresa. Sulla base del continuo approccio dipendente dai dati, della valutazione delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, a marzo il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE.

Il Consiglio direttivo ha inoltre sottolineato l’importanza di promuovere l’unione dei mercati dei capitali per stabilizzare la crescita quando i paesi sono interessati da shock locali che la politica monetaria non può affrontare. Un sistema finanziario maggiormente integrato e diversificato migliorerebbe la ripartizione, tra i paesi, del rischio nel settore privato, contribuirebbe ad attenuare la frammentazione finanziaria e, tra gli altri vantaggi, garantirebbe l’efficace trasmissione della politica monetaria a tutte le zone dell’area dell’euro.

...e ha annunciato modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria

A marzo il Consiglio direttivo ha inoltre approvato le modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria. La revisione dell’assetto operativo, annunciata a dicembre 2022, ha stabilito principi e parametri fondamentali per l’attuazione della politica monetaria e l’immissione di liquidità di banca centrale, in un contesto di graduale diminuzione della liquidità in eccesso nel sistema bancario (cfr. il riquadro 2). In particolare, il Consiglio direttivo ha deciso di continuare a orientare la politica monetaria modificando il tasso sui depositi presso la banca centrale, e di fornire liquidità in maniera flessibile, sulla base delle esigenze delle banche, attraverso un’ampia gamma di strumenti, tra cui, in una fase successiva, le operazioni strutturali di credito a più lungo termine e un portafoglio strutturale di titoli. A partire dal 18 settembre 2024, ha inoltre approvato una riduzione del differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali e quello sui depositi presso la banca centrale da 50 a 15 punti base.

L’inflazione ha proseguito il suo percorso discendente...

A marzo l’inflazione è diminuita ulteriormente, al 2,4 per cento, con un allentamento della maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo, che conferma il quadro di un graduale calo delle pressioni sui prezzi. Tuttavia, l’inflazione dei servizi è rimasta elevata, al 4,0 per cento, spinta dagli aumenti dei prezzi interni. I salari hanno continuato a crescere, rispetto all’ultimo trimestre del 2023, anche se a un ritmo più lento del previsto. L’aumento del costo del lavoro è stato in parte assorbito dai profitti delle imprese, che ne ha limitato l’impatto sui prezzi finali. Al tempo stesso, l’aumento del costo del lavoro per unità di prodotto è rimasto elevato per effetto della debole crescita della produttività, ma è diminuito rispetto ai livelli elevati registrati in precedenza.

...ed è divenuto più evidente l’impatto della politica monetaria restrittiva sulle condizioni di finanziamento e sull’economia

Nel corso dell’anno è apparso sempre più evidente che la politica monetaria restrittiva del Consiglio direttivo stesse avendo un impatto significativo sull’economia e quindi sull’inflazione. Nel primo trimestre del 2024, gli elevati costi di finanziamento per imprese e famiglie e l’inasprimento dei criteri per la concessione del credito hanno determinato una riduzione dei piani di investimento e dell’acquisto di abitazioni, nonché un ulteriore calo della domanda di credito. Mentre la spesa per servizi si è mantenuta solida, le imprese manifatturiere hanno dovuto far fronte a una domanda debole. I livelli di produzione sono rimasti contenuti, soprattutto nei settori ad alta intensità energetica. Tuttavia ci si attendeva un’accelerazione delle esportazioni dell’area dell’euro, sostenuta dal rafforzamento dell’economia mondiale e dall’accresciuta domanda di beni commerciabili.

Ad aprile il Consiglio direttivo ha annunciato che avrebbe mantenuto invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, in territorio restrittivo. Ha sottolineato il proprio impegno a favore di un approccio dipendente dai dati, in cui le decisioni vengono prese volta per volta in ciascuna riunione, senza alcun impegno a priori a favore di un particolare andamento dei tassi. Per la prima volta, il Consiglio direttivo ha annunciato l’opportunità di ridurre il livello di restrizione della politica monetaria, se la sua valutazione delle prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria avessero accresciuto ulteriormente la fiducia nel fatto che l’inflazione stesse convergendo stabilmente verso l’obiettivo.

A giugno, dopo nove mesi in cui i tassi erano rimasti stabili, il Consiglio direttivo li ha ridotti, portando il tasso sui depositi presso la banca centrale al 3,75 per cento...

Tale momento si è presentato a giugno e il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, dopo aver mantenuto invariati i tassi di interesse per nove mesi. Dalla riunione di settembre 2023, l’ultima volta in cui il Consiglio direttivo ha innalzato i tassi, l’inflazione è diminuita di 2,6 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono notevolmente migliorate. Anche le misure dell’inflazione di fondo sono diminuite, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti temporali. La politica monetaria ha mantenuto condizioni di finanziamento restrittive. Frenando la domanda e ancorando stabilmente le aspettative di inflazione, ha contribuito in misura rilevante al rientro di quest’ultima.

Nonostante tali andamenti positivi, le pressioni interne sui prezzi sono rimaste robuste e la crescita salariale elevata, compensando il precedente aumento dell’inflazione. È stato ritenuto probabile che l’inflazione si sarebbe mantenuta al di sopra dell’obiettivo per buona parte dell’anno successivo. Rispetto a marzo, gli esperti dell’Eurosistema hanno rivisto lievemente al rialzo le proiezioni sull’inflazione per il 2024 e il 2025, anticipandone le oscillazioni per il resto del 2024, anche a causa di effetti base legati all’energia. Ci si attendeva, tuttavia, che l’inflazione diminuisse verso l’obiettivo nella seconda metà del 2025, per effetto della più debole crescita del costo del lavoro, degli effetti della politica monetaria restrittiva e del venir meno dell’impatto della crisi energetica e della pandemia.

L’inflazione è salita al 2,6 per cento a maggio, sebbene sia quella dei prodotti alimentari sia quella dei beni siano diminuite. Dopo aver registrato per un anno tassi sui dodici mesi negativi, l’inflazione dei beni energetici è aumentata lievemente mentre quella dei servizi è salita al 4,1 per cento, dal 3,7 di aprile.

Dopo cinque trimestri di stagnazione, nel corso del primo trimestre del 2024, l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,3 per cento. Il settore dei servizi era in espansione e quello manifatturiero ha mostrato segnali di stabilizzazione su livelli contenuti. L’occupazione è aumentata dello 0,3 per cento nel primo trimestre, con circa 500.000 nuovi posti di lavoro creati a partire da dicembre 2023. Ci si attendeva che l’economia rimanesse su livelli modesti nel breve periodo, per poi recuperare, sostenuta da salari più elevati, migliori ragioni di scambio e redditi reali più alti. I costi di finanziamento si sono stabilizzati su livelli restrittivi e il credito è rimasto debole per effetto dei passati aumenti dei tassi di riferimento. Inoltre, a giugno 2024 le banche hanno rimborsato una grande quantità di fondi ottenuti nell’ambito delle OMRLT‑III, dopo l’ingente rimborso di marzo, determinando una sostanziale riduzione della liquidità in eccesso.

...e nella seconda metà del 2024 ha confermato la graduale riduzione dei titoli detenuti nell’ambito del PEPP

A giugno il Consiglio direttivo ha altresì confermato che, nella seconda metà dell’anno, avrebbe ridotto le consistenze dei titoli detenuti dall’Eurosistema nell’ambito del PEPP, in media, di 7,5 miliardi di euro al mese. L’approccio avrebbe rispecchiato in larga misura quello impiegato per il PAA.

Il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tassi a luglio

Al momento della riunione del Consiglio direttivo di luglio, in linea con le aspettative, la maggior parte delle misure di inflazione di giugno si era mantenuta stabile o in calo, sebbene le pressioni interne sui prezzi e l’inflazione dei servizi rimanessero elevate. I salari avevano continuato a crescere a un tasso elevato mentre il loro impatto sull’inflazione era stato ancora in qualche misura attenuato dai margini di profitto. Le informazioni più recenti sono state sostanzialmente in linea con la precedente valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine e il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tassi di riferimento nella riunione di luglio e ribadito l’intenzione di mantenere una politica monetaria restrittiva per tutto il tempo necessario.

Ad agosto l’inflazione è scesa al 2,2 per cento, mentre l’economia si è mantenuta su livelli modesti

Ad agosto l’inflazione è scesa al 2,2 per cento dal 2,6 di luglio. Le pressioni interne sui prezzi e l’inflazione dei servizi sono tuttavia rimaste elevate, principalmente a causa dell’aumento dei salari. Le pressioni sul costo del lavoro hanno continuato ad attenuarsi, pur rimanendo elevate. Le proiezioni di settembre degli esperti della BCE hanno confermato le precedenti prospettive per l’inflazione, avvalorando l’ipotesi di un ritorno graduale e sostenibile dell’inflazione al 2 per cento. Ci si attendeva che l’inflazione aumentasse a fine anno per poi diminuire verso l’obiettivo nella seconda metà del 2025. Poiché l’inflazione dei servizi era superiore alle attese, le proiezioni per l’inflazione di fondo (l’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari) nel 2024 e nel 2025 erano state riviste lievemente al rialzo, ma hanno continuato a segnalare un andamento in rapida discesa.

In occasione della riunione di settembre del Consiglio direttivo, l’attività economica era modesta, le condizioni di finanziamento rimanevano restrittive e la crescita del credito debole, in un contesto caratterizzato dalla debolezza della domanda. Nel secondo trimestre de 2024 l’economia è cresciuta dello 0,2 per cento, a un ritmo inferiore rispetto sia al primo trimestre sia alle attese. L’espansione è stata principalmente trainata dalle esportazioni nette e dalla spesa pubblica. I consumi privati e gli investimenti, che avrebbero dovuto anticipare la ripresa, sono rimasti deboli, probabilmente a causa degli elevati rischi geopolitici. Di conseguenza, gli esperti della BCE hanno rivisto al ribasso le loro proiezioni di crescita rispetto a giugno, riflettendo un più debole contributo della domanda interna nei trimestri successivi. L’economia avrebbe dovuto registrare un rafforzamento nel tempo e una crescita dello 0,8 per cento nel 2024, salendo all’1,3 per cento nel 2025 e all’1,5 per cento nel 2026. L’aumento dei consumi, la graduale attenuazione degli effetti della politica monetaria restrittiva e la crescita della domanda mondiale e delle esportazioni avrebbero dovuto sostenere tale ripresa.

A settembre il Consiglio direttivo ha compiuto un ulteriore passo al fine di attenuare il grado di restrizione della politica monetaria...

Alla luce delle nuove informazioni disponibili, che hanno rafforzato la fiducia in un graduale calo dell’inflazione verso l’obiettivo della BCE, a settembre il Consiglio direttivo ha deciso di abbassare di 25 punti base il tasso sui depositi presso la banca centrale (il tasso attraverso il quale orienta la politica monetaria), segnando un ulteriore passo verso l’attenuazione del grado di restrizione della politica monetaria. Come già annunciato il 13 marzo 2024, alcune modifiche dell’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria sono entrate in vigore il 18 settembre (cfr. il riquadro 2). In particolare, il differenziale fra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e quello sui depositi presso la banca centrale è stato adeguato a 15 punti base, mentre il differenziale fra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali è rimasto invariato a 25 punti base. A settembre la liquidità in eccesso nell’area dell’euro è scesa al di sotto dei 3.000 miliardi di euro, principalmente per effetto dei rimborsi effettuati dalle banche nell’ambito delle OMRLT‑III. La graduale cessazione dei reinvestimenti dei titoli in scadenza nei portafogli di politica monetaria dell’Eurosistema ha contribuito in misura crescente a tale calo.

…e un altro ancora a ottobre

A settembre l’inflazione è scesa all’1,7 per cento, il livello più basso da aprile 2021, rafforzando la fiducia nel fatto che il processo di disinflazione fosse sulla buona strada. Nello stesso mese la maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo è diminuita o rimasta invariata. I prezzi dei beni energetici hanno registrato un calo significativo, con un tasso del −6,1 per cento sui dodici mesi, e la maggior parte delle misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine ha oscillato intorno al 2 per cento. Le prospettive di inflazione sono state inoltre influenzate da un’attività economica più debole del previsto. Secondo gli indicatori di breve periodo, la produzione manifatturiera ha continuato a diminuire. Sebbene l’attività nel settore dei servizi sembri aver beneficiato di una vigorosa stagione estiva, gli indicatori di breve periodo hanno segnalato un calo nel terzo trimestre del 2024. Le imprese hanno aumentato lentamente gli investimenti, mentre le esportazioni si sono indebolite. Nel secondo trimestre del 2024, l’ultimo trimestre per il quale erano disponibili i dati, le famiglie hanno scelto di consumare meno a favore dei risparmi, nonostante un aumento dei redditi. In risposta a tali dinamiche e alle conseguenti implicazioni per l’inflazione, a ottobre il Consiglio direttivo ha deciso di attenuare ulteriormente il grado di restrizione della politica monetaria e di abbassare i tassi di riferimento della BCE di 25 punti base, portando il tasso sui depositi presso la banca centrale al 3,25 per cento.

Verso la fine dell’anno l’andamento dell’inflazione era in linea con un ritorno durevole all’obiettivo

Negli ultimi mesi dell’anno, la stima rapida ha segnalato che l’inflazione era aumentata lievemente al 2,3 per cento a novembre, dal 2,0 per cento di ottobre. Tale incremento era stato anticipato ed è stato determinato da un precedente calo dei prezzi dei beni energetici che è venuto meno nel calcolo dei tassi sui dodici mesi. Mentre i prezzi dei beni alimentari e dei servizi sono diminuiti, l’inflazione interna è rimasta elevata a causa delle pressioni salariali e del fatto che alcuni settori dei servizi si stavano ancora adeguando, con un certo ritardo, alla passata impennata dell’inflazione. Nel contempo l’andamento dell’inflazione di fondo è in linea, nel complesso, con un ritorno durevole dell’inflazione verso l’obiettivo. Nelle proiezioni di dicembre, gli esperti dell’Eurosistema hanno osservato che l’inflazione complessiva si colloca in media al 2,4 per cento nel 2024, al 2,1 nel 2025, all’1,9 nel 2026 e al 2,1 nel 2027, anno in cui dovrebbe entrare in vigore il sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’UE.

Nel terzo trimestre del 2024 l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,4 per cento, superando le aspettative, trainata principalmente da un aumento dei consumi e dall’accumulo di scorte delle imprese. Allo stesso tempo, gli investimenti si sono mantenuti bassi, in un contesto di elevata incertezza. Gli indicatori di breve periodo disponibili per il quarto trimestre del 2024 suggerivano che la crescita stesse perdendo slancio. Le indagini hanno segnalato una perdurante contrazione nel settore manifatturiero e un rallentamento della crescita nel comparto dei servizi. Il mercato del lavoro ha continuato a mostrare capacità di tenuta. A ottobre il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro era pari al 6,3 per cento, invariato rispetto a settembre. Era diminuito quasi ininterrottamente a partire da settembre 2020 (8,6 per cento), e a novembre avrebbe raggiunto il livello più basso (6,2 per cento) dall’introduzione dell’euro. Benché le condizioni di finanziamento siano rimaste restrittive, le recenti riduzioni dei tassi di interesse hanno reso gradualmente meno oneroso l’indebitamento per imprese e famiglie. Le proiezioni elaborate dagli esperti a dicembre indicavano un rafforzamento dell’economia nel corso del tempo, benché a un ritmo inferiore alle aspettative. Ci si attendeva che salari in termini reali più elevati rafforzassero la spesa delle famiglie, mentre un minore costo del credito avrebbe dovuto stimolare i consumi e gli investimenti. A condizione che le tensioni commerciali non si intensificassero, le esportazioni avrebbero dovuto sostenere la ripresa a fronte dell’aumento della domanda mondiale.

A dicembre il Consiglio direttivo ha deciso di attenuare ulteriormente il grado di restrizione della politica monetaria

In tale contesto, nella riunione di dicembre il Consiglio direttivo ha deciso di abbassare i tassi di interesse di riferimento della BCE di 25 punti base e ha ribadito il proprio impegno a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo duraturo sull’obiettivo del 2 per cento a medio termine. L’affermazione secondo cui i tassi di riferimento sarebbero stati mantenuti su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario non è più stata inclusa nella comunicazione. La riduzione dei tassi di riferimento della BCE ha portato il tasso sui depositi presso la banca centrale al 3,00 per cento e la sua diminuzione cumulata, nel corso del 2024, a 100 punti base (cfr. il grafico 2.1).

Grafico 2.1

Variazioni dei tassi di interesse di riferimento della BCE

(punti percentuali)

Fonte: BCE.

A dicembre sono cessati i reinvestimenti nel PEPP e i rimborsi delle OMRLT‑III

Dicembre ha inoltre segnato la fine di due misure che hanno svolto un ruolo fondamentale nel periodo di bassa inflazione e durante la pandemia: il PEPP e le OMRLT‑III. Il Consiglio direttivo ha terminato i reinvestimenti nell’ambito del PEPP alla fine del 2024. A partire da gennaio 2025, l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza detenuti in tale portafoglio. Il 18 dicembre scorso, inoltre, con il rimborso dei restanti importi ricevuti dalle banche nell’ambito delle OMRLT, si è conclusa questa parte del processo di normalizzazione del bilancio. I tassi di interesse ufficiali restano lo strumento principale per garantire un ritorno durevole dell’inflazione all’obiettivo.

2.2 La normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema

Il bilancio dell’Eurosistema si è gradualmente ridotto con la scadenza delle OMRLT‑III e con il calo delle consistenze dei portafogli di politica monetaria

Nel 2024 il bilancio dell’Eurosistema ha continuato la graduale normalizzazione iniziata nel 2022. A fine anno era sceso a 6.400 miliardi di euro (da 6.900 alla fine del 2023). La riduzione è riconducibile ai rimborsi anticipati e alla scadenza delle operazioni OMRLT‑III, alla diminuzione del portafoglio del PAA e, in parte, anche del portafoglio del PEPP, i cui importi sono stati reinvestiti solo parzialmente a partire da luglio.

A fine 2024 le attività connesse con la politica monetaria nel bilancio dell’Eurosistema ammontavano a 4.300 miliardi di euro, in calo di 800 miliardi rispetto alla fine dell’anno precedente. I prestiti agli enti creditizi dell’area dell’euro rappresentavano l’1 per cento delle attività totali (in calo rispetto al 6 per cento a fine 2023) e i titoli detenuti per finalità di politica monetaria rappresentavano il 67 per cento delle attività totali (contro il 68 per cento alla fine del 2023). Le altre attività finanziarie in bilancio, principalmente attività denominate in valuta estera, oro e portafogli denominati in euro detenuti con finalità diverse dalla politica monetaria, sono aumentate di 300 miliardi di euro.

Dal lato delle passività, alla fine del 2024, l’ammontare complessivo delle riserve detenute dagli enti creditizi e il ricorso ai depositi presso la banca centrale sono scesi a 3.000 miliardi di euro (dai 3.500 miliardi di euro alla fine del 2023) e rappresentavano il 47 per cento delle passività totali (contro il 51 per cento alla fine del 2023). Le banconote in circolazione sono rimaste sostanzialmente invariate a 1.600 miliardi di euro, rappresentando il 25 per cento del totale delle passività (in aumento dal 23 per cento).

Grafico 2.2

Evoluzione del bilancio consolidato dell’Eurosistema

(miliardi di euro)

Fonte: BCE.
Note: i valori positivi si riferiscono alle attività, quelli negativi alle passività. La linea della liquidità in eccesso è rappresentata da valori positivi, sebbene si riferisca alla somma delle seguenti voci passive: le disponibilità in eccesso rispetto alla riserva obbligatoria e il ricorso ai depositi presso la banca centrale.

Andamenti dei portafogli del PAA e del PEPP

I passi verso la cessazione degli acquisti di attività sono stati graduali e ben assorbiti dal mercato

L’Eurosistema ha concluso gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP a partire dal 1° aprile 2022 e nell’ambito del PAA a partire dal 1° luglio 2022. Successivamente ha continuato a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nell’ambito di tali programmi, con l’obiettivo di mantenere condizioni di liquidità abbondante e un adeguato orientamento di politica monetaria. Per il PAA, l’Eurosistema ha cessato i reinvestimenti a partire da luglio 2023. Per il PEPP, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza è stato ancora interamente reinvestito nella prima metà del 2024 e, nella seconda metà dell’anno, il portafoglio è stato ridotto in media di 7,5 miliardi al mese. I reinvestimenti nell’ambito del PEPP sono stati complessivamente interrotti alla fine di dicembre 2024. I portafogli del PAA e del PEPP dovrebbero diminuire a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il portafoglio titoli del PAA è sceso da 3.000 miliardi di euro (al costo ammortizzato) alla fine del 2023 a 2.700 miliardi alla fine del 2024. La maggior parte di tali consistenze è costituita dal programma di acquisto di attività del settore pubblico (Public Sector Purchase Programme, PSPP), pari a 2.100 miliardi di euro, ovvero al 79 per cento del portafoglio totale del PAA alla fine dell’anno. A fine 2024, la scadenza media ponderata delle disponibilità del PSPP era pari a 6,86 anni, con alcune variazioni tra paesi. Il programma di acquisto di titoli garantiti da attività (Asset‑Backed Securities Purchase Programme, ABSPP) ha rappresentato meno dell’1 per cento (7 miliardi di euro) del portafoglio totale del PAA a fine anno, il terzo programma per l’acquisto di obbligazioni garantite (third covered bond purchase programme, CBPP3) il 9 per cento (253 miliardi di euro) e il programma di acquisto di attività del settore societario (corporate sector purchase programme, CSPP) l’11 per cento (288 miliardi di euro).

A fine 2024 il portafoglio titoli del PEPP ammontava a 1.600 miliardi di euro (al costo ammortizzato). Le obbligazioni garantite hanno rappresentato meno dell’1 per cento (6 miliardi di euro) del totale, quelle del settore societario il 3 per cento (45 miliardi) e quelle del settore pubblico il 97 per cento (1.600 miliardi)[15]. Alla fine del 2024 la scadenza media ponderata dei titoli del settore pubblico nell’ambito del PEPP era pari a 7,14 anni.

L’Eurosistema ha continuato a orientare i restanti acquisti di titoli societari verso emittenti con migliori risultati sotto il profilo climatico. Nel 2024 la BCE ha pubblicato la seconda informativa finanziaria relativa al clima, estendendone l’ambito di applicazione anche ai portafogli di obbligazioni garantite e a quelli del settore pubblico dell’Eurosistema detenuti per finalità di politica monetaria (nell’ambito sia del PAA sia del PEPP), con una sezione sulle riserve ufficiali della BCE (cfr. la sezione 11.5). La BCE ha inoltre pubblicato il suo secondo resoconto delle informazioni relative al clima legate ai portafogli non connessi alla politica monetaria, ovvero i portafogli dei fondi pensione del personale e quelli di fondi propri.

La graduale cessazione dei reinvestimenti è stata attuata in modo ordinato ed è stata ben assorbita dai mercati finanziari[16].

I rimborsi di titoli del settore privato nell’ambito del PAA e del PEPP sono stati pari a 74 miliardi di euro nel 2024, mentre quelli dei titoli del settore pubblico nell’ambito del PSPP e del PEPP sono stati pari a 466 miliardi di euro. I reinvestimenti nell’ambito del PEPP sono stati pari a 2,6 miliardi per i titoli privati e 157 miliardi per quelli pubblici. Gli acquisti di obbligazioni societarie e garantite per reinvestimenti nell’ambito del PEPP sono stati guidati da parametri di riferimento, basati sulla capitalizzazione di mercato complessiva dei titoli idonei in circolazione per ciascuna categoria. A causa dell’elevata entità e della distribuzione disomogenea dei rimborsi, i reinvestimenti del settore pubblico sono stati bilanciati tra i vari paesi e nel tempo per garantire una presenza regolare ed equilibrata sul mercato, tenendo conto del processo di formazione dei prezzi e di considerazioni relative al funzionamento del mercato. Tale meccanismo ha determinato ulteriori deviazioni temporanee del portafoglio titoli del PEPP dall’allocazione secondo lo schema di sottoscrizione del capitale dell’Eurosistema, che tuttavia sono state in gran parte riassorbite alla fine del periodo di bilanciamento, ovvero l’anno solare in cui hanno luogo i rimborsi[17].

I titoli acquistati nell’ambito del PSPP, del CSPP, del CBPP3 e del PEPP hanno continuato a essere resi disponibili per l’attività di prestito titoli, al fine di sostenere la liquidità del mercato delle obbligazioni e dei pronti contro termine. Nel 2024 la disponibilità di garanzie è significativamente migliorata rispetto agli anni precedenti e ciò si è riflesso in minori volumi di prestito.

Andamenti delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema

Alla fine del 2024 l’ammontare in essere delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema era pari a 34 miliardi di euro, in calo di 376 miliardi rispetto alla fine del 2023. Tale variazione riflette principalmente la conclusione della serie di OMRLT‑III, con rimborsi volontari e operazioni in scadenza per 392 miliardi di euro. Pertanto, la scadenza media ponderata delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema in essere è diminuita da 5,2 mesi, alla fine del 2023, a 1,3 mesi alla fine del 2024.

Andamenti delle attività negoziabili idonee e delle garanzie mobilizzate

Nel 2024 l’ammontare nominale delle attività negoziabili idonee come garanzia nelle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema è aumentato di 526 miliardi di euro, raggiungendo un livello di 19.300 miliardi di euro alla fine dell’anno (cfr. il grafico 2.3). La classe di attività più ampia è stata ancora una volta quella dei titoli emessi da amministrazioni pubbliche centrali (10.400 miliardi di euro). Le altre principali classi di attività includevano le obbligazioni bancarie non garantite (2.200 miliardi di euro), le obbligazioni societarie (2.000 miliardi di euro) e le obbligazioni bancarie garantite (1.900 miliardi di euro). I titoli emessi dalle amministrazioni pubbliche regionali (644 miliardi di euro), i titoli garantiti da attività (617 miliardi di euro) e le altre attività negoziabili (1.600 miliardi di euro) hanno rappresentato quote esigue dell’universo delle attività idonee.

Grafico 2.3

Andamenti delle attività negoziabili idonee

(miliardi di euro)

Fonte: BCE.
Note: i dati relativi alle attività sono espressi come importi nominali. Il grafico mostra le medie dei dati di fine mese per ciascun periodo.

Nel 2024 le garanzie mobilizzate sono diminuite di 231 miliardi di euro, attestandosi a 1.500 miliardi (cfr. il grafico 2.4). Tale riduzione rappresenta il 60 per cento della diminuzione netta dell’ammontare in essere delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema nel corso dell’anno. Oltre la metà del calo si è verificata a marzo 2024, a seguito della scadenza delle operazioni OMRLT‑III, che ha comportato lo smobilizzo di garanzie per oltre 135 miliardi di euro. Nella parte restante dell’anno il valore complessivo delle garanzie mobilizzate si è mantenuto relativamente stabile. Per quanto riguarda gli andamenti per classe di attività, il calo maggiore ha interessato i crediti, seguiti dai titoli garantiti da attività, dalle obbligazioni bancarie garantite e dalle obbligazioni societarie.

Grafico 2.4

Andamenti delle garanzie mobilizzate

(miliardi di euro)

Fonte: BCE.
Note: per le garanzie sono riportate le medie dei dati di fine mese relative a ogni periodo e i valori sono da intendersi dopo la valutazione e l’applicazione degli scarti di garanzia. Per i crediti in essere sono utilizzati i dati giornalieri.

Verifica degli schemi di crediti aggiuntivi e delle relative tipologie di garanzie

A novembre 2024, la BCE ha annunciato modifiche al sistema delle garanzie dell’Eurosistema che hanno interessato i “crediti aggiuntivi” e le tipologie di garanzie collegate[18]. Tali modifiche mirano a promuovere una maggiore armonizzazione, flessibilità e gestione efficiente del rischio nel sistema delle garanzie, preservandone nel contempo l’ampiezza. In linea con tali obiettivi, il Consiglio direttivo ha deciso di integrare nello schema ordinario delle garanzie alcune misure temporanee e in parallelo, anche in vista della scadenza delle ultime OMRLT e del conseguente calo del fabbisogno aggregato di garanzie, di porre fine alle misure temporanee in materia di garanzie non più necessarie[19].

Le misure temporanee che saranno integrate nello schema ordinario comprendono l’accettazione in garanzia delle seguenti classi di attività: a) titoli garantiti da attività con un secondo migliore rating di qualità creditizia pari al livello 3 nella scala di rating armonizzata dell’Eurosistema e che soddisfano i criteri di idoneità stabiliti nell’indirizzo sulle misure temporanee in materia di garanzie (lo “schema temporaneo”)[20] e b) attività negoziabili denominate in dollari statunitensi, sterline britanniche e yen giapponesi. Inoltre, i sistemi statistici interni di valutazione del credito delle banche centrali nazionali saranno accettati come fonte aggiuntiva di valutazione del credito (cfr. la sezione 2.3).

La BCE continuerà a revocare gradualmente le misure temporanee di allentamento delle garanzie ammissibili legate alla crisi che non sono più necessarie, sulla base delle precedenti decisioni del 24 marzo 2022 e del 30 novembre 2023. La revoca comprende le seguenti voci relative alle tipologie di attività ammissibili nell’ambito dello schema temporaneo: a) soggetti privati quali debitori idonei e portafogli di crediti garantiti da attività immobiliari quali tipologie di attività idonee per ulteriori crediti; b) singoli crediti con qualità creditizia inferiore al livello 3 e c) prestiti denominati in valuta estera in dollari statunitensi, sterline britanniche e yen giapponesi. Inoltre, la BCE eliminerà gradualmente l’allentamento temporaneo di alcuni requisiti tecnici per l’idoneità dei crediti aggiuntivi, come quelli che beneficiano di una garanzia parziale per il settore pubblico legata al COVID‑19. In aggiunta, interromperà l’idoneità degli strumenti di debito al dettaglio garantiti da mutui ipotecari e degli strumenti di debito non negoziabili garantiti da crediti idonei, che sono stati considerati tali ai sensi dell’indirizzo sulle caratteristiche generali sull’attuazione del quadro di riferimento della politica monetaria dell’Eurosistema[21],[22].

Oltre a tali decisioni, il Consiglio direttivo ha incaricato i comitati competenti dell’Eurosistema di svolgere lavori preparatori sulla futura integrazione dei portafogli di crediti verso società non finanziarie nello schema generale, includendo un adeguato sistema di controllo dei rischi e tutti i requisiti tecnici necessari.

Tali modifiche assicureranno il mantenimento di un ampio sistema di garanzie per le operazioni di rifinanziamento, che continuerà a essere condotto mediante procedure d’asta a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti, e contribuiranno ad assicurare che l’attuazione della politica monetaria da parte della BCE rimanga efficace, solida, flessibile ed efficiente in futuro, in linea con il nuovo assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria.

2.3 La gestione dei rischi finanziari degli strumenti di politica monetaria

L’Eurosistema gestisce costantemente i rischi finanziari insiti nell’esecuzione delle operazioni di politica monetaria. La sua funzione di gestione dei rischi è impegnata nel perseguire l’efficienza, ossia il raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria con il minor rischio possibile per l’Eurosistema[23].

I tassi di interesse di riferimento della BCE, invariati nella prima metà del 2024, hanno mantenuto elevati i costi per interessi dell’Eurosistema, mentre il reddito da interessi è rimasto contenuto, determinando perdite per la maggior parte delle banche centrali dell’Eurosistema

La BCE ha lasciato i tassi di interesse di riferimento invariati nella prima metà del 2024 per assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento a medio termine (cfr. la sezione 2.1). Ciò ha mantenuto elevato il costo delle passività nei bilanci delle banche centrali dell’Eurosistema, mentre i proventi generati dai portafogli di titoli del PAA e del PEPP e delle OMRLT‑III sono rimasti modesti. Tale disallineamento ha prodotto, per la maggior parte delle banche centrali dell’Eurosistema, margini di interesse negativi che possono essere in parte coperti dalle riserve patrimoniali costituite negli anni precedenti. In caso di pieno utilizzo di tali riserve, eventuali perdite residue sono iscritte a bilancio. Queste perdite possono essere tuttavia compensate da utili futuri e non incidono sulla capacità dell’Eurosistema di perseguire il mandato della stabilità dei prezzi e di operare in modo efficace. Con il passare del tempo ci si attende che la redditività dell’Eurosistema migliori, poiché il disallineamento dei tassi di interesse fra attività e passività si ridurrà[24]. Nel lungo periodo l’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria preserverà la solidità finanziaria del bilancio dell’Eurosistema, sostenendo l’indipendenza della banca centrale, in linea con i principi stabiliti nell’ambito delle modifiche annunciate dal Consiglio direttivo a marzo 2024 (cfr. il riquadro 2).

Nel 2024 la principale modifica del sistema di gestione dei rischi dell’Eurosistema è consistita in un’ulteriore diversificazione dei suoi sistemi di valutazione della qualità creditizia delle garanzie. I rischi del PAA e del PEPP hanno continuato a essere gestiti secondo i sistemi di controllo dei rischi esistenti, mentre i reinvestimenti sono gradualmente cessati.

Diversificazione dei sistemi di valutazione della qualità del merito di credito utilizzati per valutare le garanzie

L’Eurosistema utilizza diversi sistemi per valutare la qualità creditizia delle attività accettate in garanzia nelle operazioni di politica monetaria

Il 2024 è stato caratterizzato dall’integrazione di un ulteriore sistema di valutazione del merito di credito nel quadro di riferimento dell’Eurosistema per la valutazione della qualità creditizia (Eurosystem credit assessment framework, ECAF). L’ECAF è uno degli strumenti utilizzati per mitigare il rischio di credito delle attività utilizzate nelle operazioni di politica monetaria. Esso definisce l’insieme delle procedure, delle regole e delle tecniche volte ad assicurare che tutte le attività idonee come garanzia soddisfino il requisito dell’Eurosistema di elevati standard creditizi. L’ECAF si fonda sui sistemi di valutazione della qualità creditizia appartenenti a una delle tre fonti seguenti: le agenzie esterne di rating, denominate anche agenzie esterne di valutazione del merito di credito (external credit assessment institutions, ECAI), i sistemi di valutazione del merito di credito sviluppati internamente dalle banche centrali nazionali (BCN) e i sistemi interni di rating delle controparti.

I rating forniti da Scope Ratings GmbH sono adesso utilizzati per finalità di politica monetaria

Nel 2024 si è concluso il processo di integrazione dei rating di Scope Ratings GmbH nell’infrastruttura informatica dell’Eurosistema, dopo la sua accettazione nell’ECAF avvenuta nel 2023. Dal 16 dicembre 2024 l’Eurosistema ha infatti iniziato a usare i rating forniti da Scope Ratings GmbH per la valutazione della qualità creditizia delle attività negoziabili conferibili a garanzia delle operazioni di politica monetaria. Tali rating sono adesso utilizzati insieme a quelli delle ECAI già accettate (Morningstar DBRS, Fitch Ratings, Moody’s e S&P Global Ratings) e includono anche i rating relativi ai titoli garantiti da attività (asset‑backed securities) per i quali Scope Ratings GmbH è risultata conforme con i requisiti di idoneità dell’Eurosistema nel corso del 2024.

L’Eurosistema ha inoltre deciso di introdurre i sistemi statistici interni delle BCN per la valutazione della qualità creditizia nel quadro generale delle garanzie per la politica monetaria

Il Consiglio direttivo ha inoltre deciso di introdurre nel quadro generale delle garanzie per la politica monetaria i sistemi statistici per la valutazione della qualità creditizia sviluppati internamente dalle BCN dell’Eurosistema (statistical in‑house credit assessment systems, S‑ICAS). In risposta alla pandemia di COVID‑19, ad aprile 2020 il Consiglio direttivo aveva deciso di ampliare la gamma dei sistemi di valutazione del credito utilizzabili negli schemi nazionali per i prestiti aggiuntivi, compresi gli approcci conservativi adottati dalle BCN per la valutazione della qualità creditizia. Alcune BCN hanno quindi iniziato a utilizzare, oltre ai sistemi interni di valutazione del credito, che richiedono anche il giudizio esperto, gli S‑ICAS, che, utilizzando per lo più metodologie quantitative, valutano il merito di credito delle società non finanziarie che sono debitori/garanti dei prestiti aggiuntivi idonei nello schema temporaneo delle garanzie (cfr. la sezione 2.2.4). Il 19 dicembre 2024 il Consiglio direttivo ha approvato un quadro armonizzato per gli S‑ICAS, in modo che tali sistemi siano accettati come fonte aggiuntiva di valutazione del merito di credito nel quadro generale delle garanzie[25]. Tutti gli S‑ICAS attualmente esistenti devono garantire la propria conformità a tale quadro armonizzato. Gli S‑ICAS contribuiscono ad assicurare un’ampia gamma di garanzie, comprese quelle basate sull’erogazione del credito bancario alle imprese, in particolare a quelle di piccole e medie dimensioni.

Gestione dei rischi relativi agli acquisti di attività nell’ambito del PAA e del PEPP

Nonostante il loro volume in calo, i programmi di acquisto di attività comportano ancora rischi, gestiti nell’ambito di specifici sistemi di controllo

Nel 2024 il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nell’ambito del PEPP ha continuato a essere reinvestito, dapprima interamente e poi solo in parte, mentre i titoli in scadenza nell’ambito del PAA non sono stati reinvestiti a partire dalla metà del 2023 (cfr. la sezione 2.2.1). Entrambi i programmi, condotti per finalità di politica monetaria, si compongono di diverse tipologie di attività: titoli di debito del settore pubblico e del settore societario, titoli garantiti da attività e obbligazioni garantite. I rischi finanziari di tali programmi sono gestiti sulla base di sistemi di controllo dei rischi finanziari specifici, che tengono conto degli obiettivi strategici di ciascun programma e dei profili di rischio delle diverse classi di attività. Tali sistemi di controllo consistono in criteri di idoneità, procedure per la valutazione del rischio di credito e la due diligence, sistemi di determinazione dei prezzi, parametri di riferimento e limiti. Come durante la fase degli acquisti netti, essi continueranno a essere applicati alle consistenze detenute finché rimarranno nel bilancio dell’Eurosistema. Gli elementi fondamentali di tali sistemi di controllo, sintetizzati nella tavola 2.1 della sezione 2.3 del Rapporto annuale 2022 della BCE, rimangono ancora validi.

Riquadro 2
Il riesame dell’assetto operativo nel 2024

L’assetto operativo della BCE è l’insieme di strumenti e procedure, comprese le operazioni di mercato e quelle attivabili su iniziativa delle controparti, che consentono di attuare l’orientamento di politica monetaria del Consiglio direttivo. L’obiettivo dell’assetto operativo è quello di indirizzare i tassi di interesse a breve termine del mercato monetario su livelli strettamente coerenti con i tassi di riferimento fissati dal Consiglio direttivo, in modo da attuare l’orientamento di politica monetaria desiderato.

A dicembre 2022 la BCE ha annunciato una revisione dell’assetto operativo, al fine di assicurare che esso continui a essere adeguato in un contesto di graduale diminuzione della liquidità, durante il processo di normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema. Le attuali consistenze di attività detenute per finalità di politica monetaria forniscono ampi livelli di liquidità in eccesso al sistema bancario (cfr. il grafico A).

Grafico A

Andamenti del bilancio dell’Eurosistema

(migliaia di miliardi di euro)

Fonte: BCE.
Nota: per “ORLT” si intendono le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, per “OMRLT” le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e per “ORP” le operazioni di rifinanziamento principali.

Il 13 marzo 2024 il Consiglio direttivo ha stabilito una serie di principi che guideranno l’attuazione della politica monetaria in futuro. Essi riguardano l’efficacia e l’efficienza dell’assetto operativo nell’attuazione dell’orientamento di politica monetaria desiderato; la sua robustezza a fronte di diverse configurazioni di politica monetaria, nonché di diversi contesti finanziari e di liquidità; la sua flessibilità nel soddisfare le esigenze del vasto e diversificato settore bancario dell’area dell’euro e la sua coerenza con il regolare e ordinato funzionamento dei mercati (principio dell’economia di mercato aperto). Inoltre, nella misura in cui diverse configurazioni dell’assetto operativo siano altrettanto in grado di assicurare l’efficace attuazione dell’orientamento di politica monetaria, l’assetto operativo agevolerà il perseguimento dell’obiettivo secondario della BCE, che consiste nel sostenere le politiche economiche generali nell’Unione europea (UE), in particolare la transizione verso un’economia verde, senza pregiudicare l’obiettivo primario della BCE di mantenere la stabilità dei prezzi.

In linea con tali principi, il Consiglio direttivo ha stabilito il seguente insieme di parametri e caratteristiche fondamentali per il proprio assetto operativo:

  • il Consiglio direttivo continuerà a indirizzare l’orientamento della politica monetaria mediante il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale.
  • L’Eurosistema fornirà liquidità tramite un’ampia varietà di strumenti.
  • Le operazioni di rifinanziamento principali continueranno a essere condotte mediante procedure d’asta a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti. Sono concepite per svolgere un ruolo cardine nel soddisfare il fabbisogno di liquidità delle banche e il fatto che siano utilizzate dalle controparti è parte integrante della regolare attuazione della politica monetaria.
  • Anche le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine con scadenza a tre mesi continueranno a essere condotte tramite procedure d’asta a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti.
  • Con effetto dal 18 settembre 2024, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è stato modificato al fine di fissare a 15 punti base il differenziale rispetto al tasso sui depositi presso la banca centrale. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale è stato adeguato di modo che il differenziale fra tale tasso e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali restasse invariato a 25 punti base.
  • Nuove operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine e un portafoglio strutturale di titoli saranno introdotti in una fase successiva, una volta che il bilancio dell’Eurosistema riprenderà a crescere in maniera durevole, tenendo conto delle consistenze di obbligazioni preesistenti.
  • Il coefficiente di riserva utilizzato per determinare i requisiti di riserva obbligatoria delle banche rimane invariato all’1 per cento. La remunerazione delle riserve obbligatorie resta invariata allo 0 per cento.
  • Sarà mantenuto un ampio sistema di garanzie per le operazioni di rifinanziamento.

Sulla base dell’esperienza maturata, il Consiglio direttivo effettuerà un riesame dei parametri fondamentali dell’assetto operativo nel 2026 ed è pronto ad adeguare l’impostazione e i parametri dell’assetto anche prima, se necessario, per assicurare che l’attuazione della politica monetaria rimanga in linea con i principi stabiliti.

3 Il settore finanziario europeo e l’elevata vulnerabilità della stabilità finanziaria in un contesto volatile

Nel 2024 i rischi per la stabilità finanziaria e le relative vulnerabilità sono rimasti elevati nell’area dell’euro, in un contesto in cui i timori si sono spostati dal persistere dell’elevata inflazione all’aumento dei rischi al ribasso per la crescita. Inoltre, i rischi geopolitici e l’incertezza sulle politiche economiche si sono intensificati, aumentando la probabilità che si verifichino eventi estremi. In tale contesto, le autorità nazionali hanno cercato di garantire uno spazio sufficiente per la politica macroprudenziale al fine di contrastare eventuali rischi che potrebbero presentarsi. Il connesso accumulo delle riserve di capitale rilasciabili è stato agevolato dall’elevata redditività delle banche, grazie alla quale esse si sono mantenute solide dopo i progressi compiuti negli anni precedenti e il loro continuo coinvolgimento nelle attività di vigilanza. Sono stati registrati progressi significativi nel completamento di un solido quadro regolamentare per il settore finanziario, in particolare per quanto riguarda il recepimento del pacchetto definitivo di riforme di Basilea III nel diritto bancario dell’Unione europea (UE), nonché i lavori preparatori sull’intermediazione finanziaria non bancaria e sull’unione dei mercati dei capitali.

3.1 La stabilità finanziaria nel 2024

Nel 2024 le vulnerabilità della stabilità finanziaria nell’area dell’euro sono rimaste elevate

Nel 2024 le vulnerabilità della stabilità finanziaria nell’area dell’euro sono rimaste elevate, in un contesto in cui i rischi principali si sono spostati dalle preoccupazioni legate al persistere dell’elevata inflazione ai timori connessi alla crescita. Il calo dell’inflazione al consumo ha determinato l’inversione di tendenza del ciclo dei tassi di interesse nell’area dell’euro e in diverse altre principali economie avanzate. La riduzione dei tassi di interesse di riferimento ha contribuito ad abbassare complessivamente i costi di finanziamento, nonostante il persistere di sacche di vulnerabilità associate alla limitata capacità di servizio del debito di alcuni prenditori. In alcuni paesi dell’area dell’euro le vulnerabilità associate al debito sovrano sono aumentate, a fronte delle sfide riguardanti i bilanci pubblici e del timore che la bassa produttività possa contribuire alla debole crescita economica. Al contempo, anche i rischi geopolitici e l’incertezza sulle politiche economiche sono aumentati. Nonostante questo, e malgrado alcuni brevi periodi di volatilità, i mercati finanziari e il sistema bancario sono rimasti solidi. Tuttavia, tali episodi di volatilità hanno evidenziato le vulnerabilità di fondo del sistema finanziario a fronte di dinamiche avverse. Di conseguenza, le prospettive per la stabilità finanziaria nell’area dell’euro si confermano fragili.

Le vulnerabilità del debito sovrano sono aumentate, in un contesto di accresciuta incertezza geopolitica, fondamentali fiscali deboli e crescita potenziale rallentata

Pur rimanendo contenute nel complesso dell’area dell’euro, nel 2024 le vulnerabilità del debito sovrano sono aumentate in alcuni paesi. Sono emersi timori per la sostenibilità del debito sovrano a causa dell’incertezza sul piano geopolitico e delle politiche economiche, nonché degli elevati livelli del debito sovrano e del disavanzo in alcuni paesi, sullo sfondo di una debole crescita tendenziale. Ciò ha determinato un ampliamento dei differenziali di rendimento dei titoli di Stato di alcuni paesi, in particolare della Francia in seguito alle elezioni estive e a un periodo di incertezza politica, culminato in declassamenti dei rating sovrani verso la fine dell’anno. Viste le preoccupazioni per la crescita e la produttività dell’area dell’euro nel medio periodo, gli elevati costi di indebitamento e la debolezza dei fondamentali fiscali potrebbero ridurre il margine di intervento dei paesi per sostenere le proprie economie a fronte di futuri shock avversi. Inoltre, l’aumento dei rendimenti dei titoli sovrani di riferimento potrebbe avere ripercussioni sull’economia in generale.

I costi del servizio del debito sono rimasti elevati per le imprese e le famiglie vulnerabili

Nel complesso, nel 2024 il settore societario dell’area dell’euro ha continuato a mostrare capacità di tenuta. Gli elevati tassi di interesse hanno continuato a gravare sulla redditività, determinando un aumento significativo del numero di insolvenze in alcuni settori e paesi, sebbene i tassi di insolvenza siano rimasti bassi. La capacità di servizio del debito delle piccole e medie imprese (PMI) è apparsa particolarmente vulnerabile al rallentamento dell’attività economica e agli elevati costi di indebitamento. Al contempo, il settore immobiliare commerciale ha subito ulteriori perdite nel corso dell’anno, a causa di sfide di natura sia ciclica sia strutturale. Tuttavia, le dimensioni relativamente modeste di tale settore hanno attenuato qualsiasi impatto sistemico sul settore bancario.

Le vulnerabilità nel settore delle famiglie dell’area dell’euro si sono attenuate per effetto dei minori livelli del debito, della tenuta dei mercati del lavoro, della vigorosa crescita dei redditi e degli elevati tassi di risparmio. Tuttavia, la capacità di servizio del debito delle famiglie a basso reddito e di quelle con mutui a tasso variabile è stata messa a dura prova e potrebbe essere ulteriormente compromessa se la crescita dovesse rallentare e i mercati del lavoro si indebolissero. I mercati degli immobili residenziali sono rimasti stabili, sebbene permangano rischi in quelli caratterizzati da elevati livelli di debito ipotecario e da sopravvalutazioni.

I mercati finanziari sono stati esposti a repentini e bruschi aggiustamenti, in particolare nei mercati azionari

Nel 2024 nei mercati finanziari mondiali e dell’area dell’euro si sono verificati diversi episodi di volatilità, provocati dall’acuirsi delle incertezze macrofinanziarie e geopolitiche. Sebbene gli effetti di propagazione all’area dell’euro siano stati contenuti, tali episodi hanno evidenziato vulnerabilità di fondo nei mercati finanziari. Premi per il rischio azionario ai minimi storici e ridotti differenziali di rendimento sulle obbligazioni societarie indicano che gli investitori potrebbero aver sottovalutato la probabilità di scenari avversi. Inoltre, l’elevata concentrazione della capitalizzazione del mercato azionario in un numero limitato di società tecnologiche statunitensi ha destato timori sulla possibilità di una bolla dei prezzi delle attività connesse all’IA e ha aumentato la vulnerabilità dei portafogli a improvvise correzioni dei prezzi e a dinamiche di amplificazione (cfr. il riquadro 3). Con la crescente integrazione dei mercati azionari mondiali, la propensione al rischio sui mercati è stata molto sensibile a eventi negativi inattesi, accrescendo le probabilità di brusche correzioni dei mercati e di effetti di propagazione avversi a livello mondiale.

Solide riserve di capitale e di liquidità hanno consentito alle banche di assorbire le perdite su crediti

Dall’inizio del 2023 i coefficienti di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) delle banche dell’area dell’euro si sono collocati intorno al 15 per cento, fornendo loro una solida base per preservare la propria capacità di tenuta a fronte dei diversi periodi di incertezza che si sono verificati nel 2023 e nel 2024. Sebbene in alcuni paesi dell’area dell’euro i portafogli di crediti verso le PMI e il settore immobiliare commerciale abbiano registrato perdite nel 2024, l’incidenza dei crediti deteriorati (non‑performing loans, NPL) è rimasta prossima ai minimi storici e le banche sono state ampiamente in grado di assorbire le eventuali perdite grazie a solide riserve di capitale e di liquidità. Le banche hanno inoltre continuato a evidenziare una forte crescita della redditività, trainata, fra l’altro, dagli elevati margini di interesse netti e dai minori costi operativi.

Le vulnerabilità del settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria avrebbero potuto amplificare dinamiche di mercato avverse

Nel 2024 il settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria ha mostrato capacità di tenuta durante i periodi di volatilità del mercato e ha continuato a sostenere il finanziamento di tutte le categorie di rischio di credito nell’area dell’euro. Tuttavia, le vulnerabilità connesse a esposizioni concentrate, disallineamenti di liquidità e leva finanziaria elevata in alcune parti del settore dei fondi di investimento hanno continuato a destare preoccupazione. Shock alle valutazioni avrebbero potuto provocare improvvisi deflussi dai fondi e richieste di margini, amplificando dinamiche di mercato avverse e propagandosi ad altre parti del sistema finanziario. Tale rischio è rimasto particolarmente rilevante in quanto i portafogli non bancari sono stati soggetti a un maggiore rischio di credito a fronte dell’incertezza geopolitica e dell’indebolimento della crescita economica.

Diversi problemi strutturali, tra cui i rischi climatici e le criticità della cybersicurezza, hanno continuato a pesare sulla stabilità finanziaria, potenzialmente amplificando le vulnerabilità esistenti. Inoltre, il crescente livello di frammentazione geopolitica ha destato timori per un’inversione di tendenza nell’integrazione economica, commerciale e finanziaria mondiale finora conseguita. Tali vulnerabilità strutturali richiedono prudenza, giacché potrebbero comportare un ulteriore aumento della volatilità, in particolare se dovessero concretizzarsi in un periodo di debolezza ciclica e creare circoli viziosi.

3.2 La politica macroprudenziale: assicurare la capacità di tenuta in periodi di difficoltà e incertezza

Nel 2024 la BCE non ha ravvisato la necessità di applicare misure patrimoniali più stringenti

Alla BCE è affidato il compito di valutare i provvedimenti macroprudenziali che le autorità nazionali dei paesi partecipanti al Meccanismo di vigilanza unico (MVU) prevedono in materia di adeguatezza patrimoniale delle banche. È importante rilevare che essa ha altresì il potere di applicare misure patrimoniali più stringenti, ove necessario; tuttavia, basandosi su un attento monitoraggio degli orientamenti nazionali in ambito di politica macroprudenziale, nel 2024 non ne ha ravvisato la necessità. Molti paesi, infatti, avevano già adottato nuove misure macroprudenziali al fine di rafforzare la resilienza dei sistemi bancari a fronte di vulnerabilità accumulate e rischi al ribasso.

Preservare la resilienza del sistema finanziario rimane essenziale

Il Consiglio direttivo ha invitato le autorità nazionali a preservare la capacità di tenuta delle banche e ha annunciato un quadro di riferimento rafforzato per gli O‑SII

A giugno 2024 il Consiglio direttivo ha rilasciato una dichiarazione in cui invitava le autorità macroprudenziali nazionali a mantenere gli attuali requisiti di riserva di capitale, al fine di preservare la capacità di tenuta del settore bancario e assicurare la disponibilità di riserve in caso di un deterioramento del settore o delle condizioni macrofinanziarie. Nella dichiarazione si osserva inoltre che in alcuni paesi è auspicabile un ulteriore aumento dei requisiti di riserve di capitale rilasciabili per far fronte alle vulnerabilità e per ampliare lo spazio macroprudenziale, in quanto le condizioni prevalenti del settore bancario stavano limitando i rischi di prociclicità. Il Consiglio direttivo ha inoltre invitato le autorità nazionali a mantenere le misure mirate ai debitori attualmente in vigore per preservare criteri solidi e sostenibili in materia di concessione del credito. A dicembre 2024 la BCE ha rafforzato il proprio quadro di riferimento per la valutazione delle riserve di capitale per le istituzioni a rilevanza sistemica nazionale (Other Systemically Important Institutions, O‑SII) in modo da tenere conto dell’importanza sistemica di tali intermediari per l’intera unione bancaria. La nuova metodologia per la determinazione del livello minimo dovrebbe essere pienamente attuata entro il 1° gennaio 2028[26].

Alla fine del 2024 tutti i paesi dell’unione bancaria avevano attuato una qualche forma di riserva di capitale rilasciabile

In tale contesto, nel 2024 le autorità nazionali hanno continuato a rendere più stringenti i requisiti macroprudenziali, al fine di irrobustire la capacità di tenuta delle banche, determinando una situazione in cui, alla fine dell’anno, tutti i paesi dell’unione bancaria avevano attuato una qualche forma di requisito di riserva di capitale rilasciabile. Ciò è stato agevolato dalla redditività e dal margine patrimoniale delle banche, che in media sono rimasti elevati. Nel 2024 tre paesi dell’area dell’euro hanno annunciato l’introduzione della riserva di capitale anticiclica, mentre un altro ha annunciato l’introduzione della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico[27]. Ciò riflette gli sforzi che stanno compiendo molte autorità nazionali per ampliare lo spazio macroprudenziale tramite le riserve di capitale rilasciabili, anche quando le condizioni di rischio ciclico nei rispettivi paesi non indicano un contesto di rischio elevato[28]. Inoltre, alcuni paesi hanno adeguato i livelli della riserva di capitale O‑SII per singoli intermediari a seguito della piena attuazione, avvenuta il 1° gennaio 2024, della metodologia relativa al livello minimo dei requisiti O‑SII. Infine, oltre alle misure basate sul capitale, due paesi hanno annunciato l’attuazione di misure mirate ai debitori, portando a 17 il numero di paesi in cui tali strumenti sono in vigore[29].

Nel 2024 la BCE ha comunicato le proprie analisi e i propri punti di vista in materia di politica macroprudenziale. Nei capitoli dedicati alla politica macroprudenziale dei numeri di maggio e novembre della Financial Stability Review della BCE è stato sottolineato il forte sostegno della BCE alle iniziative di regolamentazione volte a creare spazio macroprudenziale e a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’assetto macroprudenziale dell’UE per le banche[30]. La BCE ha inoltre continuato ad analizzare le implicazioni per la stabilità finanziaria delle iniziative legislative volte a imporre agli enti creditizi tasse straordinarie e ha espresso le proprie preoccupazioni in tre pareri[31]. Infine, ha ribadito l’importanza di migliorare l’assetto macroprudenziale per gli operatori non bancari, al fine di contribuire ad assicurare che essi forniscano una fonte stabile di finanziamento lungo il ciclo finanziario (cfr. la sezione 3.4).

La cooperazione con il Comitato europeo per il rischio sistemico

Il CERS è responsabile per la sorveglianza macroprudenziale del sistema finanziario dell’UE

La BCE svolge le funzioni di segretariato per il Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS), fornendo in tal modo assistenza analitica, statistica, logistica e amministrativa[32]. Oltre a questo sostegno costante, nel 2024 la BCE ha continuato a fornire importanti contributi all’attività del comitato, condividendo, tra le altre cose, la presidenza dei seguenti gruppi del CERS: il gruppo di lavoro sugli strumenti (Instruments Working Group, IWG), il gruppo di lavoro sull’analisi (Analysis Working Group, AWG) e la task force sulle prove di stress. Quest’ultima ha beneficiato in particolar modo delle competenze di analisi e di modellizzazione della BCE nell’elaborazione degli scenari avversi per le prove di stress, nel 2025, a livello di UE dell’Autorità bancaria europea (ABE) e nella conduzione della prima prova di stress di liquidità riguardante l’intero sistema finanziario dell’UE. In relazione a ciò, la BCE ha inoltre copresieduto il gruppo incaricato di predisporre un quadro di riferimento per il monitoraggio del rischio sistemico di liquidità.

Un rapporto congiunto BCE‑CERS mostra come venga utilizzata più attivamente la riserva di capitale anticiclica

La BCE ha altresì condiviso con il CERS la stesura di un rapporto sul più frequente utilizzo da parte degli Stati membri della riserva di capitale anticiclica per rafforzare la resilienza nelle prime fasi del ciclo finanziario e di conseguenza attenuare l’impatto delle strette creditizie[33]. Ha inoltre continuato a sostenere le attività del CERS in un’ampia varietà di ambiti, in particolare: a) strumenti macroprudenziali per la resilienza cibernetica[34]; b) monitoraggio delle vulnerabilità nel settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria[35]; c) vulnerabilità nel settore immobiliare e lavori di approfondimento relativi alla raccomandazione del CERS del 2023 per il settore degli immobili non residenziali[36],[37]; d) implicazioni macroprudenziali delle variazioni dei tassi di interesse; e) implicazioni per la politica macroprudenziale dell’accresciuta incertezza e dei rischi emergenti (soprattutto in relazione agli sviluppi geopolitici, climatici e tecnologici). Infine, il gruppo ad alto livello sul riesame del CERS ha condotto una seconda revisione del regolamento sul CERS[38], esaminando le attività e le esperienze del comitato nel corso dell’ultimo decennio. Il gruppo ha formulato proposte per migliorare la capacità di sorveglianza macroprudenziale del comitato, in particolare attraverso una valutazione più olistica del rischio sistemico che tenga conto di interconnessioni, interdipendenze ed effetti di propagazione[39]. Informazioni più dettagliate sono reperibili sul sito Internet del CERS e nei suoi rapporti annuali.

3.3 Le attività microprudenziali per la sicurezza e la solidità delle singole banche

Le banche hanno mantenuto la loro solidità, grazie ai progressi compiuti negli anni passati, nonché alla costante azione di vigilanza

Nel 2024 le banche europee hanno confermato la propria capacità di tenuta. Le banche vigilate direttamente dalla BCE hanno mantenuto solide posizioni patrimoniali e di liquidità. Nel terzo trimestre del 2024 il coefficiente aggregato di Common Equity Tier 1 (CET 1) era pari al 15,72 per cento e le condizioni di liquidità complessive sono rimaste favorevoli. Nello stesso periodo l’incidenza dei crediti deteriorati (NPL) si è collocata intorno al 2,3 per cento, valore prossimo al minimo storico. La redditività delle banche è rimasta elevata, trainata principalmente dall’aumento dei tassi di interesse.

I rischi prudenziali sono stati determinati in larga misura da un contesto operativo sempre più volatile e complesso

Tuttavia, gli intermediari hanno dovuto affrontare un prolungato periodo di protratte tensioni geopolitiche, caratterizzato da un’elevata incertezza e da un aumento della volatilità, nonché da un complesso insieme di rischi, compresi quelli climatici e ambientali. Di conseguenza, l’attività di vigilanza della BCE è rimasta incentrata sull’efficacia delle funzioni di controllo interno e degli assetti di governance e sull’esigenza di garantire che le banche vigilate disponessero di capitale sufficiente a fronteggiare scenari avversi ma plausibili.

La resilienza cibernetica è stata una delle priorità di vigilanza per il periodo 2024‑2026

In tale contesto, nel 2024 il processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) non ha determinato modifiche di rilievo ai punteggi delle banche o ai requisiti complessivi di secondo pilastro. I requisiti patrimoniali complessivi e gli orientamenti di secondo pilastro sono lievemente aumentati, collocandosi al 15,6 per cento delle attività ponderate per il rischio, in rialzo dal 15,5 del 2023[40].

Nel 2024 l’attività di vigilanza della BCE ha continuato a porre una forte attenzione alla gestione del rischio di credito, affrontando le carenze del quadro normativo di riferimento dell’IFRS 9 e conducendo analisi mirate delle esposizioni verso il settore immobiliare e delle PMI, allo scopo di mitigare il deterioramento della qualità degli attivi. Le carenze nell’aggregazione e nella segnalazione dei dati sui rischi, che ostacolano l’efficacia del processo decisionale, hanno indotto a intensificare gli sforzi per migliorare i sistemi informativi delle banche e per affrontare le vulnerabilità in materia di sicurezza informatica. I rischi operativi e quelli relativi alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) hanno continuato a destare preoccupazione, sottolineando la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione e di rafforzare la resilienza cibernetica. La BCE ha condotto una prova di stress sulla resilienza cibernetica, da cui è emerso che le banche dispongono di sistemi di risposta e di ripristino, ma sono ancora presenti margini di miglioramento. Per quanto riguarda i rischi climatici e ambientali, la BCE ha continuato a monitorare il rispetto da parte delle banche delle scadenze fissate nel 2022 allo scopo di soddisfare tutte le aspettative di vigilanza entro la fine del 2024. Come nel 2023, dagli esercizi di vigilanza sono scaturiti dialogo continuo, lettere di riscontro e, ove necessario, decisioni di vigilanza vincolanti che prevedono l’imposizione di penalità di mora[41]. La BCE si è inoltre avvalsa di strumenti prospettici per valutare l’allineamento dei finanziamenti delle banche rispetto agli obiettivi climatici dell’UE.

Nel 2024 l’attenzione è stata posta su un approccio flessibile, agile e basato sui rischi

Nel corso del 2024 la vigilanza bancaria della BCE ha continuato a perseguire un approccio agile e basato sui rischi. A maggio il Consiglio di vigilanza ha deciso di avviare una riforma dello SREP al fine di: a) concentrarsi sulle analisi dei profili di rischio rafforzando l’approccio pluriennale, b) integrare meglio le attività di vigilanza, c) utilizzare appieno gli strumenti di vigilanza, d) migliorare la comunicazione, e) rendere stabili le metodologie, f) ottimizzare l’uso dei sistemi informatici e delle tecniche di analisi. Inoltre, la BCE e l’ABE hanno istituito un Comitato congiunto per le segnalazioni bancarie (Joint Bank Reporting Committee) per armonizzare e integrare le segnalazioni di dati da parte del settore bancario con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e ridurre i relativi costi.

Dieci anni di vigilanza bancaria europea: un anno di integrazione per promuovere una cultura di vigilanza coesa

Il 6 novembre 2024 è stato celebrato il 10º anniversario del Meccanismo di vigilanza unico. Per l’occasione, l’intero anno è diventato “un anno di integrazione”, con una serie di eventi dedicati, tra cui l’avvio del primo programma di formazione multidisciplinare sull’MVU. Il programma fa parte dei corsi offerti dall’MVU e mira a promuovere, tra l’altro, una cultura di vigilanza coesa nell’ambito della vigilanza bancaria europea.

Le priorità di vigilanza per il 2025‑2027 della BCE hanno l’obiettivo di: a) migliorare la capacità delle banche di valutare e gestire le minacce macrofinanziarie, in particolare gli shock geopolitici; b) assicurarsi che le banche affrontino in modo efficiente e tempestivo le persistenti carenze identificate dall’attività di supervisione; c) fornire loro gli strumenti per affrontare le nuove sfide derivanti dalla digitalizzazione e dall’uso delle nuove tecnologie.

Nell’ambito del costante impegno al fine di promuovere la trasparenza, nel 2024 la BCE ha tenuto in debita considerazione i commenti ricevuti nel corso della consultazione pubblica sull’aggiornamento della sua guida sui modelli interni. La versione definitiva di tale guida è stata in seguito pubblicata a febbraio 2024. Nel corso dell’anno la BCE ha inoltre avviato consultazioni pubbliche sul progetto di guida sulla governance e sulla cultura del rischio, sulla guida sull’esternalizzazione di servizi via cloud a fornitori di servizi cloud e sull’aggiornamento delle politiche relative all’esercizio da parte delle autorità di vigilanza delle opzioni e discrezionalità previste dal diritto dell’Unione. Ha inoltre pubblicato una metodologia completa per la valutazione dei rischi di tasso di interesse e di differenziale creditizio e ha aggiornato la metodologia SREP per i rischi operativi e relativi alle TIC. Infine, la BCE ha pubblicato le migliori prassi sulle integrazioni (overlay) degli accantonamenti ai sensi dell’IFRS 9 e sulla gestione del rischio di liquidità infragiornaliera.

Nel 2024 la BCE ha comminato sanzioni nei confronti di tre banche[42].

Il 5 giugno 2024 il Consiglio direttivo ha nominato tre nuovi rappresentanti della BCE al Consiglio di vigilanza: Sharon Donnery, Pedro Machado e Patrick Montagner.

Informazioni più dettagliate sono disponibili sul sito Internet della vigilanza bancaria della BCE e nel Rapporto annuale della BCE sulle attività di vigilanza 2024.

3.4 Il contributo della BCE alle iniziative regolamentari europee e internazionali

Nel 2024 sono stati compiuti notevoli progressi su varie iniziative regolamentari europee e internazionali

Nel 2024 sono stati compiuti importanti progressi nel miglioramento del quadro regolamentare per il settore finanziario. La BCE ha contribuito all’attuazione del pacchetto definitivo di riforme di Basilea III nell’UE e alla proposta di rafforzamento del quadro dell’UE per la gestione delle crisi e l’assicurazione dei depositi. Si è progredito in misura rilevante anche nella regolamentazione delle cripto‑attività, spostando l’attenzione sulla relativa attuazione, e sul progetto relativo all’euro digitale. Al tempo stesso, la BCE ha partecipato ai dibattiti sulla regolamentazione in corso e alla fase preparatoria per ulteriori attività legislative relative al settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria e all’unione dei mercati dei capitali.

Importanti sviluppi nel quadro regolamentare per il settore bancario

Il pacchetto definitivo di riforme di Basilea III è stato recepito nel diritto dell’UE, ad eccezione delle norme sul rischio di mercato, rinviate a gennaio 2026

Il 19 giugno 2024 sono state formalmente adottate e pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea le versioni aggiornate del regolamento[43] e della direttiva[44] sui requisiti patrimoniali, spesso indicati come pacchetto di misure dell’UE per il settore bancario. In particolare, questi due atti legislativi hanno consentito il recepimento del pacchetto definitivo di riforme di Basilea III nel diritto dell’Unione Europea, rafforzando ulteriormente la capacità di tenuta del settore bancario dell’UE a fronte di vari rischi. I provvedimenti hanno inoltre ampliato gli strumenti di vigilanza disponibili, includendo quelli mirati alla gestione dei rischi climatici e di altri rischi di sostenibilità. La BCE ha contribuito allo sviluppo del pacchetto di misure per il settore bancario fornendo le proprie competenze tecniche al trilogo tra la Commissione europea, il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo. Ha altresì sostenuto, e continua a sostenere, le autorità di regolamentazione, in particolare l’ABE, nell’avviare l’attuazione degli elementi del pacchetto, ad esempio tramite processi di consultazione sulle relative norme tecniche di attuazione e di regolamentazione. Alla luce di considerazioni legate alla parità di condizioni concorrenziali, l’applicazione delle norme di Basilea in materia di rischio di mercato nell’UE, che renderanno un requisito regolamentare la revisione del portafoglio di negoziazione (Fundamental Review of the Trading Book), è stata rinviata a gennaio 2026.

Progressi nelle riforme del quadro normativo per la gestione delle crisi bancarie e per l’assicurazione dei depositi

Nel corso del 2024 il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno adottato le rispettive posizioni sulla riforma del quadro per la gestione delle crisi bancarie e per l’assicurazione dei depositi, a seguito della proposta legislativa avanzata dalla Commissione europea ad aprile 2023. Gli obiettivi della proposta comprendevano l’ampliamento dell’ambito di applicazione della risoluzione, per includervi le banche di piccole e medie dimensioni, e la creazione di strumenti per facilitare il ricorso ai sistemi di garanzia dei depositi nella gestione delle crisi. L’esito dei negoziati del trilogo dovrebbe garantire il conseguimento di tali obiettivi e rafforzare ulteriormente il quadro dell’UE per la gestione delle crisi bancarie e per l’assicurazione dei depositi.

Attuazione di un quadro regolamentare per le cripto‑attività

Sono stati compiuti importanti progressi nell’attuazione del quadro regolamentare per le cripto‑attività

Nel 2024 la BCE ha sostenuto la finalizzazione e l’attuazione di un quadro regolamentare per le cripto‑attività, a livello sia europeo sia internazionale. A livello dell’UE, la BCE ha fornito il proprio contributo su standard tecnici e linee guida, coordinati dall’ABE e dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (European Securities and Markets Authority, ESMA), per il regolamento sui mercati delle cripto‑attività[45]. La BCE ha inoltre formulato un parere su una proposta di regolamento e di direttiva relativa ai servizi di pagamento e di moneta elettronica, in cui cerca di assicurare presidi e requisiti prudenziali adeguati per i token di moneta elettronica, e invita a valutare l’impatto dei servizi di prestito collegati alle cripto‑attività[46]. Nei consessi internazionali, come il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB), l’attenzione si è spostata verso la promozione e il monitoraggio dell’attuazione della risposta sul piano regolamentare alle cripto‑attività. A tale riguardo, la BCE ha contribuito alla relazione dell’FSB e del Fondo monetario internazionale (FMI) sullo stato di avanzamento del piano di azione del G20 per l’attuazione delle politiche in materia di cripto‑attività. Ha inoltre partecipato all’analisi sulla tokenizzazione e le relative implicazioni per la stabilità finanziaria, condotta dall’FSB.

Sostenere i progressi verso l’unione dei mercati dei capitali e rafforzare il quadro regolamentare del settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria

Nel 2024 sono proseguiti gli sforzi per far progredire l’unione dei mercati dei capitali e la regolamentazione del settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria

Nel corso dell’anno una serie di relazioni di alto livello ha dato nuovo slancio all’unione dei mercati dei capitali e ha sottolineato l’importanza di mobilitare tali mercati per consolidare il mercato unico e fornire finanziamenti adeguati alle imprese innovative e produttive in Europa[47]. La BCE ha partecipato al dibattito sulle politiche economiche definendo le priorità in una dichiarazione del Consiglio direttivo sull’avanzamento dell’unione dei mercati dei capitali. Inoltre, nell’ambito di varie pubblicazioni e interventi, ha presentato tre futuri obiettivi chiave per l’unione dei mercati dei capitali: a) assicurare che i prodotti di risparmio europei siano accessibili, trasparenti e sostenibili, al fine di convogliare una quota maggiore dei risparmi europei nei mercati dei capitali; b) promuovere il consolidamento di un panorama integrato di trading e post‑trading; c) ampliare l’ecosistema dei finanziamenti per le imprese innovative, in particolare quello del venture capital, poco sviluppato in Europa[48]. La BCE ha fornito il suo contributo anche sugli aspetti relativi alle infrastrutture dei mercati finanziari dell’unione dei mercati dei capitali (cfr. il capitolo 4). Ha altresì partecipato al dibattito in seno all’Eurogruppo sul futuro dei mercati finanziari e dei capitali europei e ha contribuito alla consultazione mirata della Commissione europea sul funzionamento del quadro di riferimento dell’UE per le cartolarizzazioni, che dovrebbe dar luogo a un’azione legislativa.

Inoltre, la BCE ha ribadito l’importanza di affrontare le vulnerabilità strutturali nell’intermediazione finanziaria non bancaria e di rafforzare il relativo quadro di riferimento in una prospettiva macroprudenziale. Ha altresì sottolineato la necessità di procedere con la piena e rapida attuazione delle raccomandazioni internazionali volte a fronteggiare il rischio di liquidità nei fondi comuni aperti e monetari. La BCE ha contribuito alla formulazione della risposta dell’Eurosistema alla consultazione pubblica della Commissione europea sulle politiche macroprudenziali per il settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria[49]. È stata inoltre coinvolta nei lavori di policy dell’FSB sull’adeguatezza della liquidità per le richieste di margini e garanzie degli operatori di mercato non bancari e ha contribuito attivamente ai lavori in corso volti ad affrontare i rischi derivanti dalla leva finanziaria nel settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria[50].

Riquadro 3
L’evoluzione del rischio di concentrazione nei fondi azionari dell’area dell’euro

Nel 2024 si è registrato un aumento significativo del rischio di concentrazione nei fondi azionari dell’area dell’euro

Il rischio di concentrazione si verifica quando un’ampia quota degli investimenti dei fondi è concentrata in un numero limitato di soggetti di grandi dimensioni, di regioni geografiche o di settori economici. Da un’analisi delle partecipazioni azionarie detenute nei fondi di investimento si evince che, alla fine del 2024, circa il 30 per cento dell’esposizione azionaria totale nei confronti delle società non finanziarie (SNF) era concentrato in appena 25 società (cfr. il pannello a) del grafico A). Questo dato riflette un aumento significativo della componente di portafoglio allocata sulle posizioni principali dei fondi, con oltre il 3 per cento di tutte le partecipazioni azionarie delle SNF investite in un unico titolo (cfr. il pannello b) del grafico A).

Grafico A

Concentrazione nel tempo delle partecipazioni azionarie nei fondi di investimento dell’area dell’euro

a) Quota di partecipazioni azionarie di SNF nei fondi di investimento allocata sui 25 emittenti principali

(percentuali delle partecipazioni azionarie di SNF)


b) Variazione della concentrazione dei 25 emittenti principali nelle partecipazioni azionarie di SNF nei fondi di investimento

(percentuali delle partecipazioni azionarie di SNF)

Fonti: BCE (archivio centralizzato dei titoli, statistiche sulle disponibilità in titoli) ed elaborazioni degli esperti della BCE.
Note: nel pannello a) i 25 emittenti principali corrispondono alle 25 SNF detenute maggiormente in base al valore di portafoglio per ciascun trimestre, aggregando le esposizioni azionarie delle società che emettono più di un tipo di azione. Nel pannello b): sull’asse delle ascisse sono classificati gli emittenti principali dal primo (1) al 25° (25) detenuti alla fine di ogni anno.

L’aumento della concentrazione del portafoglio riflette sia i cambiamenti nelle strategie di investimento sia le variazioni di valutazione

Negli ultimi anni, la crescente popolarità delle strategie di investimento passive e l’elevata crescita dei corsi azionari delle società statunitensi incentrate sulla tecnologia sono state le principali determinanti dell’aumento del rischio di concentrazione. Gli investimenti passivi mirano a rispecchiare i risultati del mercato complessivo. Ciò significa che i fondi di investimento gestiti passivamente replicano di norma gli indici azionari, orientando pertanto i propri portafogli verso emittenti più grandi inclusi nei principali benchmark. Di conseguenza, la composizione delle maggiori posizioni azionarie dei fondi dell’area dell’euro ha rispecchiato in misura crescente il prevalere di poche grandi società tecnologiche statunitensi nei mercati azionari mondiali (cfr. il pannello a) del grafico B). Nel corso dell’anno, gli aumenti significativi delle quotazioni di tali titoli ne hanno accresciuto il valore relativo in portafoglio, attirando nel contempo flussi relativamente più elevati verso i fondi tecnologici a scapito di altri fondi azionari (cfr. il pannello b) del grafico B).

Grafico B

Evoluzione dell’esposizione verso titoli statunitensi e fondi azionari incentrati sulla tecnologia

a) Composizione dei 25 emittenti principali nelle SNF dell’area dell’euro, per domicilio dell’emittente

(valori percentuali)


b) Variazioni cumulate dei flussi nei confronti dei fondi azionari dell’area euro e valore netto delle attività nel 2024, per tipologia di fondo

(percentuale del totale degli attivi netti)

Fonti: BCE (archivio centralizzato dei titoli, statistiche sulle disponibilità in titoli), Emerging Portfolio Fund Research (EPFR) ed elaborazioni degli esperti della BCE.
Nota: nel pannello a) i 25 emittenti principali corrispondono alle 25 SNF detenute maggiormente in base al valore di portafoglio per ciascun trimestre, aggregando le esposizioni azionarie delle società che emettono più di un tipo di azione.

I portafogli concentrati sono esposti a improvvise correzioni dei prezzi e a dinamiche di amplificazione

Gli shock che colpiscono un’impresa o un settore in cui i portafogli dei fondi di investimento sono fortemente concentrati possono determinare ingenti perdite di valutazione per l’intero fondo e indurre gli investitori a svendere le proprie quote. A loro volta, i fondi di investimento potrebbero essere costretti a liquidare rapidamente le attività per far fronte ai deflussi. Ciò può determinare un calo ancora maggiore dei corsi azionari interessati e amplificare spirali negative. Inoltre, aumenta il rischio di contagio finanziario esercitando pressioni sui prezzi delle attività inizialmente non colpite dallo shock, che potrebbero determinare turbative di mercato più ampie. Nel 2024 il rischio di improvvise correzioni dei corsi azionari è aumentato, a causa del maggiore rischio geopolitico, dell’incertezza macroeconomica e dei timori di sopravvalutazione in alcuni mercati azionari. In tale contesto, il rafforzamento della tenuta del settore dei fondi di investimento a tali shock riveste un’importanza crescente per preservare una più ampia stabilità finanziaria.

4 Il regolare funzionamento delle infrastrutture di mercato e dei pagamenti

L’Eurosistema svolge un ruolo centrale nello sviluppo, nella gestione operativa e nella supervisione delle infrastrutture di mercato e dei pagamenti. Nel 2024 è aumentato il traffico di tutti i servizi Target gestiti dall’Eurosistema, le cui funzionalità, compresi i servizi di regolamento multivalutari, si sono ulteriormente evolute. Al fine di migliorare la digitalizzazione dei pagamenti al dettaglio e all’ingrosso e dei mercati dei titoli, l’Eurosistema ha posto le basi per l’eventuale emissione di un euro digitale e ha portato a termine con successo l’attività esplorativa sull’uso della tecnologia a registro distribuito (distributed ledger technology, DLT) per le operazioni all’ingrosso regolate in moneta di banca centrale. L’evoluzione delle minacce cibernetiche è stata affrontata sia dal punto di vista operativo sia da quello della sorveglianza. Sono stati avviati lavori per migliorare i pagamenti transfrontalieri e multivalutari su scala mondiale al fine di sostenere la creazione di un ecosistema dei pagamenti globale più rapido, economico, trasparente e accessibile.

4.1 Servizi Target

I servizi Target comprendono tre servizi di regolamento: T2, un sistema di regolamento lordo in tempo reale per le transazioni di pagamento in euro a supporto delle operazioni di politica monetaria dell’Eurosistema, dei pagamenti interbancari e dei pagamenti commerciali; Target2‑Securities (T2S), una piattaforma unica per il regolamento delle transazioni in titoli a livello europeo; e il servizio di regolamento dei pagamenti istantanei in Target (TARGET instant payment settlement, TIPS), che regola i pagamenti istantanei in moneta di banca centrale.

L’evoluzione dei servizi Target ha apportato significativi incrementi di efficienza

Nel 2024 la BCE ha compiuto progressi sostanziali nell’evoluzione di tutti i servizi Target, con un’azione concertata volta a rafforzare la capacità di T2 e T2S di ripristinare l’operatività in caso di gravi incidenti (compreso un attacco informatico) e a perfezionare ulteriormente le funzionalità dei servizi Target per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato. Al fine di mantenere il trattamento completamente automatizzato nel contesto dei pagamenti transfrontalieri, la messaggistica di T2 è stata aggiornata in linea con i più recenti sviluppi degli standard di mercato per i sistemi di pagamento di importo rilevante (ad esempio HVPS Plus). Tra i principali risultati, con riguardo a T2S, figurano la piena implementazione dei nuovi servizi di reportistica, l’ampliamento delle funzionalità per il regolamento delle operazioni con depositari centrali di titoli esterni alla piattaforma T2S, l’ulteriore sviluppo dei servizi di gestione della liquidità per le banche partecipanti e il proseguimento dei lavori per preparare la futura integrazione di nuovi mercati di investitori finali. Inoltre, gli organi di governance di T2S hanno svolto un ruolo fondamentale in iniziative politiche e normative considerate critiche, quali la futura riduzione del ciclo di regolamento delle transazioni in titoli nell’UE (a T+1) e la revisione del regime di disciplina del regolamento (settlement discipline), con particolare attenzione, per migliorarne l’efficienza, al perfezionamento del meccanismo delle penali. I progressi nell’evoluzione di tutti i servizi Target hanno apportato significativi incrementi di efficienza al mercato.

La caratteristica multivalutaria dei servizi Target è stata ulteriormente implementata

La funzionalità multivalutaria dei servizi Target consente di fornire servizi di regolamento in valute diverse dall’euro, qualora le rispettive banche centrali decidano in tal senso. Fino al 2024 tale funzionalità è stata utilizzata solo in T2S per il regolamento di titoli in corone danesi; dal febbraio 2024 è stata utilizzata anche in TIPS per il regolamento dei pagamenti istantanei in corone svedesi, e lo sarà anche quando il regolamento dei pagamenti in corone danesi entrerà in funzione in T2 e TIPS ad aprile 2025.

L’avvio dell’ECMS è stato riprogrammato per giugno 2025

Oltre ai tre servizi di regolamento (T2, T2S e TIPS), l’Eurosistema sta sviluppando un nuovo servizio Target, il Sistema di gestione delle garanzie dell’Eurosistema (Eurosystem Collateral Management System, ECMS), per la gestione delle attività stanziate in garanzia nelle operazioni di credito dell’Eurosistema in tutti i paesi appartenenti all’area dell’euro. L’avvio dell’ECMS è stato posticipato da novembre 2024 a giugno 2025 per dare agli utenti più tempo per completare i test sulle funzionalità del sistema in un ambiente stabile.

È aumentato il traffico di tutti i servizi Target

Nel 2024 il traffico dei pagamenti è aumentato in tutti i servizi Target. T2 ha regolato in media 421.875 pagamenti giornalieri, che rappresentano un aumento del 3,2 per cento rispetto all’anno precedente, dovuto soprattutto a pagamenti commerciali. T2S ha regolato un volume medio giornaliero di 791.416 operazioni, con un aumento del 13,1 per cento, che ha interessato sostanzialmente tutti i segmenti e gli operatori di mercato. Per TIPS, l’ulteriore crescita del numero di partecipanti e l’avvio delle operazioni di regolamento per la prima valuta diversa dall’euro a febbraio (cfr. sopra) hanno determinato l’aumento sostanziale del numero di pagamenti nel 2024. Per quanto riguarda i volumi denominati in euro, la media giornaliera è aumentata da 963.894 pagamenti nel dicembre 2023 a 1.657.421 nel dicembre 2024 (+72,0 per cento). I pagamenti denominati in corone svedesi sono stati in media 2.686.745 al giorno da febbraio 2024 fino alla fine dell’anno.

4.2 Innovazione e integrazione nelle infrastrutture di mercato e nei pagamenti

È stata approvata una politica per l’accesso dei prestatori di servizi di pagamento non bancari ai sistemi di pagamento gestiti dall’Eurosistema e ai conti delle banche centrali

Il 18 luglio 2024 il Consiglio direttivo ha approvato la politica dell’Eurosistema sull’accesso dei prestatori di servizi di pagamento non bancari (payment service providers, PSP non bancari) a tutti i sistemi di pagamento gestiti dalle banche centrali dell’area dell’euro e ai conti di banca centrale[51]. Tale politica stabilisce, come principio generale, che l’accesso ai sistemi di pagamento gestiti dalle banche centrali dell’area dell’euro debba essere concesso a PSP non bancari che soddisfino tutti i requisiti in materia di contenimento dei rischi. L’Eurosistema non offrirà ai PSP non bancari l’accesso ai conti per finalità di tutela dei fondi dei clienti; la detenzione di un conto di banca centrale comporta il deposito di fondi necessari per far fronte agli obblighi di regolamento. Per attenuare le preoccupazioni specifiche delle banche centrali sotto il profilo della stabilità finanziaria e della politica monetaria, l’Eurosistema imporrà un limite massimo di capienza ai conti detenuti da PSP non bancari. La politica fa seguito all’attuazione del regolamento sui bonifici istantanei[52], che ha modificato, tra l’altro, la direttiva sul carattere definitivo del regolamento (settlement finality)[53] , per consentire ai PSP non bancari di partecipare a sistemi di pagamento designati. L’Eurosistema ha messo in atto tale politica grazie alla decisione adottata dal Consiglio direttivo il 27 gennaio 2025[54], con relativi aggiornamenti al connesso indirizzo (Target guideline)[55] che seguiranno a giugno 2025.

Sono state definite norme armonizzate per la gestione delle garanzie dell’Eurosistema

Nell’agosto 2024 la BCE ha pubblicato norme e accordi armonizzati per la movimentazione e la gestione delle garanzie nelle operazioni di credito dell’Eurosistema, segnando un passo verso l’ulteriore integrazione finanziaria nell’area dell’euro e l’unione dei mercati dei capitali.

In base ai rapporti dell’AMI‑SeCo, i progressi dei mercati nazionali verso la conformità agli standard sono lenti

Nell’ambito del suo costante sostegno alla creazione di un’unione dei mercati dei capitali, il gruppo consultivo dell’Eurosistema per le infrastrutture di mercato per titoli e garanzie (Advisory Group on Market Infrastructures for Securities and Collateral, AMI‑SeCo) ha continuato a monitorare la conformità dei mercati nazionali agli standard di armonizzazione di T2S, agli standard previsti dal regolamento unico per la gestione delle garanzie per l’Europa (Single Collateral Management Rulebook for Europe, SCoRE) e agli standard europei relativi agli eventi societari. Sia la relazione sulla conformità degli eventi societari del 2024 sia il rapporto SCoREBoard sul secondo semestre 2024 evidenziano progressi limitati e ritardi per quanto riguarda la conformità agli standard AMI‑SeCo, sebbene ci si attenda che molte lacune in sospeso vengano colmate entro giugno 2025. Un fattore che favorisce la conformità è l’uso di uno standard di messaggistica comune, come previsto dai requisiti SCoRE, che è fondamentale per migliorare l’automazione dell’elaborazione di eventi societari e della gestione delle garanzie triparty. La task force dell’AMI‑SeCo per la migrazione a ISO 20022 sta sviluppando una strategia per la transizione a livello di mercato verso questo standard di messaggistica, il più recente disponibile.

L’Eurosistema ha continuato ad analizzare l’utilizzo della DLT per le operazioni all’ingrosso regolate in moneta di banca centrale

Nel corso del 2024 l’Eurosistema ha completato con successo le attività esplorative sui test relativi all’utilizzo della tecnologia a registro distribuito (Distributed Ledger Technology, DLT) per le operazioni all’ingrosso regolate in moneta di banca centrale[56]. Nel corso di sei mesi sono stati testati 58 casi d’uso distinti. In totale, l’Eurosistema ha trattato oltre 200 transazioni per un valore complessivo di 1,59 miliardi di euro. Alle attività esplorative hanno partecipato 64 soggetti di nove paesi, tra cui banche centrali, operatori dei mercati finanziari e gestori di DLT.

I risultati sono attualmente in fase di analisi per definire le prossime tappe verso una visione europea del futuro di un’unione dei mercati dei capitali digitale[57]. Per tutto il 2024 l’Eurosistema ha continuato a confrontarsi con il mercato nell’ambito di un gruppo di contatto dedicato sulle nuove tecnologie per il regolamento all’ingrosso.

Infine, il servizio di emissione dell’UE (EU Issuance Service, EIS) è stato avviato a gennaio 2024. Questo servizio, di cui si avvale la Commissione europea per emettere e regolare titoli di debito dell’UE in modo sicuro, efficiente e neutrale in T2S, è stato utilizzato in modo intensivo ed efficace sin dal suo avvio. Oltre 100 miliardi di euro di titoli di debito sono stati emessi tramite il depositario centrale di titoli della Nationale Bank van België/Banque Nationale de Belgique in base all’approccio di neutralità dell’EIS.

4.3 Progetto sull’euro digitale

Il progetto sull’euro digitale mira a gettare le basi per l’eventuale emissione di tale valuta

A novembre 2023 la BCE ha avviato la fase preparatoria del progetto sull’euro digitale della durata di due anni, finalizzata a gettare le basi per l’eventuale emissione di un euro digitale. Nel 2024 l’Eurosistema ha compiuto progressi per quanto riguarda le tappe fondamentali e ne ha fornito regolari aggiornamenti. Il primo rapporto sullo stato di avanzamento dell’euro digitale è stato pubblicato a giugno e il secondo a dicembre. Nell’ambito della fase preparatoria, la BCE sta lavorando a un manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale, che sarà essenziale per uniformare le modalità di utilizzo e gestione dell’euro digitale nell’area dell’euro. Nel 2024 il Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme si è concentrato su due compiti principali: la revisione della prima bozza del manuale e la prosecuzione dello sviluppo di sezioni aggiuntive, con il supporto di sette nuovi flussi di lavoro del Gruppo per il manuale di norme.

Il disegno di un euro digitale si baserebbe su tecnologie all’avanguardia tali da renderlo resiliente agli attacchi cibernetici e in grado di soddisfare le esigenze degli utenti. A gennaio la BCE ha pubblicato l’invito a presentare candidature a potenziali fornitori di componenti dell’euro digitale e dei servizi connessi, e ha fatto progressi nella selezione.

A settembre 2024 sono state avviate ulteriori attività di sperimentazione e ricerca sugli utenti per raccogliere informazioni sulle preferenze di questi, tra cui indagini online e interviste con gruppi selezionati, quali piccoli esercenti e gruppi di consumatori vulnerabili. Sono stati avviati partenariati per l’innovazione con soggetti interessati pubblici e privati per testare i “pagamenti condizionali” ed esplorare altri casi d’uso innovativi.

La BCE ha compiuto progressi nello sviluppo della funzionalità offline dell’euro digitale, che consentirebbe di effettuare pagamenti senza connessione Internet, con livelli di privacy analoghi al contante. Ha esaminato come implementare tale funzionalità nei dispositivi degli utenti finali, con gli aspetti tecnologici, di sicurezza e operativi connessi.

Nel 2024 la collaborazione con i soggetti interessati è rimasta prioritaria, in un contesto di comunicazione attiva della BCE con il pubblico, gli operatori di mercato e i responsabili delle politiche. Rientrano in tale impegno le sessioni tecniche con il Comitato per i pagamenti al dettaglio in euro (Euro Retail Payments Board, ERPB), gli incontri bilaterali con gli operatori di mercato, nonché gli sforzi finalizzati a sensibilizzare il pubblico riguardo al progetto e a promuoverne la trasparenza tramite seminari sull’euro digitale con le organizzazioni della società civile.

Nell’ambito della fase preparatoria, la BCE ha fornito il proprio contributo tecnico sulla proposta di regolamento sull’euro digitale

Nel corso del 2024 la BCE ha fornito il proprio contributo tecnico a sostegno delle discussioni in seno al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea sulla proposta di regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale della Commissione europea, pubblicata a giugno 2023.

La BCE ha inoltre collaborato regolarmente con i colegislatori e gli operatori di mercato per fornire aggiornamenti sullo stato di avanzamento del progetto e raccogliere riscontri sui vari elementi della metodologia di calibrazione dell’ammontare massimo detenibile[58]. Sebbene il massimale detenibile per l’euro digitale verrebbe fissato in prossimità della sua data di introduzione, per garantire l’adeguatezza alle condizioni economiche del periodo, nel 2024 la BCE ha iniziato a sviluppare una metodologia, che tiene conto di aspetti monetari ed economici, volta a bilanciare gli obiettivi fissati nella proposta legislativa: rendere l’euro digitale un mezzo di pagamento ampiamente utilizzato e proteggere la stabilità finanziaria e la trasmissione della politica monetaria. Un gruppo di lavoro ad hoc che vede coinvolti esperti della BCE, con il sostegno delle banche centrali nazionali e delle autorità nazionali competenti, ha iniziato a individuare i fattori principali che influenzano la calibrazione dell’ammontare massimo detenibile, al fine di contribuire alla definizione di una metodologia coerente che tenga conto di tali fattori.

Il Consiglio direttivo della BCE deciderà se passare o meno alla fase successiva del progetto sull’euro digitale entro la fine del 2025. La decisione in merito all’eventuale emissione di un euro digitale sarà presa solo in seguito all’adozione del quadro normativo dell’Unione europea.

4.4 Sorveglianza e ruolo di banca centrale di emissione

Il funzionamento sicuro ed efficiente delle infrastrutture dei mercati finanziari e dei pagamenti nell’area dell’euro rimane una priorità per l’Eurosistema, nella sua funzione di sorveglianza. Inoltre, in quanto banca centrale di emissione dell’euro, l’Eurosistema partecipa ad accordi di cooperazione con altre autorità di sorveglianza o con le autorità competenti per le infrastrutture dei mercati finanziari con volumi significativi di attività denominate in euro.

Nel 2024 la sorveglianza continua delle infrastrutture di importanza sistemica è rimasta una priorità

Per quanto riguarda la sorveglianza dei servizi Target, una priorità fondamentale è stata quella di effettuare la prima valutazione complessiva dopo il consolidamento di T2 e T2S avvenuto nel 2023. Tale valutazione, che sarà ultimata nel 2025, si è concentrata in particolare sul monitoraggio dell’implementazione del quadro di riferimento di gestione dei rischi e di quello della resilienza cibernetica e sicurezza digitale della funzione di gestione dei rischi dei servizi Target. Sono stati condotti, inoltre, esercizi di valutazione dei sistemi di pagamento di importanza sistemica (systemically important payment systems, SIPS) diversi da T2, ossia Euro1, STEP2‑T e Mastercard Clearing Management System, che saranno anch’essi ultimati nel 2025, in affiancamento alla sorveglianza continua dei servizi Target e di tutti i SIPS.

È stata effettuata una revisione del regolamento sui SIPS, che ha introdotto nuovi requisiti e modifiche alla definizione di gestore di un SIPS

Inoltre, l’Eurosistema ha condotto una revisione del regolamento della BCE sui requisiti di sorveglianza dei sistemi di pagamento di importanza sistemica (regolamento sui SIPS)[59] e ha individuato una serie di ambiti suscettibili di aggiornamento. L’aggiornamento assume la forma di una riformulazione del regolamento, comprensivo di nuovi requisiti in materia di governance, rischio cibernetico ed esternalizzazione, nonché modifiche alla definizione di gestore di SIPS che includa in via eccezionale una filiale stabilita nell’area dell’euro di un soggetto giuridico situato al di fuori di tale area. A ottobre 2024 è stata avviata una consultazione pubblica sulla riformulazione pianificata del regolamento sui SIPS e la versione finale, riformulata, del regolamento sarà pubblicata nel corso del 2025.

L’Eurosistema ha proseguito le proprie attività di sorveglianza sugli strumenti, sugli schemi e sui meccanismi di pagamento elettronico (payment instruments, schemes and arrangements, PISA) nell’ambito del quadro di riferimento PISA, completando l’inserimento di nuovi soggetti sottoposti a sorveglianza e conducendo valutazioni complessive degli schemi e degli accordi paneuropei sottoposti a sorveglianza. Nella seconda metà del 2024 la funzione di sorveglianza ha continuato a prepararsi in vista dell’assunzione delle sue nuove responsabilità, ai sensi del regolamento relativo ai mercati delle cripto‑attività[60].

Riguardo alla resilienza cibernetica, l’Eurosistema ha rivisto la propria strategia, ampliandone la portata agli enti sottoposti a sorveglianza nell’ambito del quadro di riferimento PISA. Inoltre, il Sistema europeo di banche centrali ha lavorato alla revisione del quadro di riferimento europeo TIBER‑EU, anche per allinearsi alle norme tecniche di regolamentazione, come previsto nel regolamento sulla resilienza operativa digitale (Digital Operational Resilience Act, DORA)[61] per i test di cybersicurezza avanzati, i cosiddetti Threat Led Penetration Testing[62]. Il quadro di riferimento TIBER‑EU aggiornato è stato pubblicato a febbraio 2025.

In quanto banca centrale di emissione dell’euro, l’Eurosistema ha contribuito ai lavori dei collegi di vigilanza e di risoluzione per le controparti centrali (CCP) dell’UE ed è stato coinvolto nelle attività della vigilanza delle CCP di paesi terzi di importanza sistemica. Per quanto riguarda il regolamento delle transazioni in titoli, l’Eurosistema ha proseguito il riesame e la valutazione periodici dei depositari centrali di titoli (CSD) ai sensi del regolamento sui CSD (CSDR)[63]. Ha inoltre iniziato a svolgere il proprio ruolo nel processo di autorizzazione per i soggetti che gestiscono infrastrutture di mercato basate sulla DLT, ai sensi del regolamento sul regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla DLT[64].

In qualità di autorità di sorveglianza, la BCE/l’Eurosistema ha contribuito a diversi lavori a livello internazionale ed europeo

La BCE ha contribuito a molteplici lavori a livello internazionale in una prospettiva di sorveglianza, che comprendono le pratiche di marginazione delle controparti centrali, il rischio climatico e il rischio generale d’impresa, nonché la governance e la sorveglianza sull’interconnessione di sistemi di fast payment. Nello spazio normativo dell’UE, l’Eurosistema ha contribuito allo sviluppo delle norme tecniche di regolamentazione, compresi l’aggiornato regolamento europeo sulle infrastrutture del mercato europeo (European Market Infrastructure Regulation, EMIR 3)[65], DORA e il regolamento CSDR REFIT (ulteriore affinamento e chiarimento del quadro di riferimento CSDR), in cooperazione con le competenti autorità europee di vigilanza. Nel contesto delle discussioni su EMIR 3, la BCE ha monitorato costantemente gli sviluppi nel panorama della compensazione nell’UE e ha condotto analisi quantitative su misure regolamentari quali il requisito di conto attivo ai sensi di EMIR 3. Infine, la BCE e l’Autorità bancaria europea hanno pubblicato un primo rapporto congiunto sulle frodi nei pagamenti, sottolineando l’efficacia dei requisiti di autenticazione forte della clientela.

Riquadro 4
Migliorare i pagamenti transfrontalieri attraverso l’interconnessione di sistemi di fast payment

L’Eurosistema mira a potenziare i pagamenti transfrontalieri per sostenere meglio le imprese e i cittadini europei che effettuano e ricevono pagamenti all’estero. I pagamenti oltre i confini dell’UE spesso sono piuttosto lenti, costosi e complessi, il che rende difficile per gli utenti finali inviare e ricevere denaro e ostacola gli scambi, gli investimenti e le rimesse transfrontalieri. La BCE e le banche centrali nazionali dell’area dell’euro supportano il piano di azione del G20 finalizzato a creare un ecosistema mondiale dei pagamenti più rapido, economico, trasparente e accessibile.

A ottobre 2024 il Consiglio direttivo ha avviato iniziative per migliorare i pagamenti transfrontalieri e multivalutari all’interno e al di fuori dell’UE. Tali iniziative possono essere classificate in due flussi di lavoro:

Servizio di regolamento multivalutario in TIPS (TARGET instant payment settlement)

L’Eurosistema attuerà un servizio di regolamento multivalutario all’interno di TIPS, che consentirà a pagamenti istantanei denominati in una valuta di essere regolati in una valuta diversa e in moneta di banca centrale. Dapprima, l’iniziativa includerà tre valute (euro, corona svedese e corona danese), con la possibilità di essere estesa alle altre valute che parteciperanno a TIPS in futuro. Il servizio sarà basato sullo schema del bonifico istantaneo (OCT Inst) “One‑Leg Out” (OLO) del Consiglio europeo per i pagamenti.

Attività esplorativa per collegare TIPS ad altri sistemi di fast payment

L’Eurosistema proseguirà con l’analisi della possibilità di collegare TIPS ad altri sistemi di fast payment. Questa attività esplorativa comprende tre iniziative:

attuazione di un servizio di regolamento multivalutario in TIPS;

adesione alla rete multilaterale dei sistemi di pagamenti istantanei che fa capo al progetto Nexus, guidato dalla Banca dei regolamenti internazionali;

creazione di un collegamento bilaterale con l’Interfaccia unificata dei pagamenti (Unified Payments Interface, UPI) dell’India, il sistema con i maggiori volumi di operazioni di pagamenti istantanei al mondo (l’India è anche tra i primi dieci destinatari delle rimesse dell’area dell’euro).

Il collegamento transfrontaliero tra i sistemi di fast payment potrebbe ridurre i costi e aumentare la velocità e la trasparenza dei pagamenti transfrontalieri, comprese le rimesse. Potrebbe, inoltre, attenuare i rischi di frammentazione dell’ecosistema dei pagamenti globale. L’interconnessione dei sistemi di fast payment è efficiente in quanto utilizza le infrastrutture di pagamento nazionali esistenti; consente anche un’architettura più semplice e competitiva dei pagamenti transfrontalieri. Inoltre, la sovranità monetaria è preservata, giacché l’interconnessione impedisce la sostituzione valutaria e il predominio del mercato da parte di alcune imprese di pagamento globali.

Al tempo stesso, l’interconnessione dei sistemi di fast payment è onerosa e richiede il coinvolgimento di soggetti differenti, a vari livelli e in molteplici giurisdizioni. Una sfida tecnica consiste nell’uso di standard diversi in giurisdizioni diverse. Altre sfide riguardano l’istituzione di strutture di governance e di supervisione adeguate, che garantiscano anche il rispetto dei requisiti in materia di contrasto al riciclaggio del denaro e al finanziamento del terrorismo (anti‑money laundering and countering terrorism financing, AML/CFT). Vi sono anche aspetti giuridici da prendere in considerazione, ad esempio la gestione delle divergenze normative e il carattere definitivo del regolamento. L’analisi e la valutazione dei benefici e delle sfide sono una parte fondamentale delle attività esplorative condotte dall’Eurosistema.

5 Le operazioni di mercato e i servizi finanziari forniti ad altre istituzioni

Le linee di swap e pronti contro termine dell’Eurosistema sono strumenti di politica monetaria utilizzati a fini di stabilizzazione nei periodi di tensione sui mercati finanziari mondiali. Le linee di liquidità in euro con banche centrali di paesi non appartenenti all’area dell’euro hanno nuovamente fornito uno strumento di sostegno (backstop) al finanziamento sul mercato. La BCE ha continuato a offrire operazioni in dollari statunitensi alle controparti idonee dell’area dell’euro su base regolare, garantite dalla rete attualmente in essere di linee di liquidità in swap tra le principali banche centrali, tra cui il Federal Reserve System, la Bank of Canada, la Bank of England, la Banca del Giappone e la Banca nazionale svizzera. Nel corso del 2024 la BCE non ha effettuato alcun intervento sul mercato dei cambi ed è rimasta responsabile della gestione di varie operazioni finanziarie per conto dell’UE, continuando a svolgere un ruolo di coordinamento nell’ambito del quadro dei servizi di gestione delle riserve offerti dall’Eurosistema (Eurosystem Reserve Management Services, ERMS).

5.1 Gli andamenti delle operazioni di mercato

Linee di liquidità in euro e in valuta estera

Le linee di swap e pronti contro termine dell’Eurosistema sono strumenti di politica monetaria; esse contribuiscono a evitare che eventuali tensioni sui mercati internazionali compromettano l’efficacia della trasmissione della politica monetaria nell’area dell’euro. La tavola 5.1 riporta le linee di liquidità in essere al 31 dicembre 2024.

In merito alle linee di liquidità in valuta estera, nel 2024 la BCE ha continuato a fornire liquidità in dollari statunitensi su base settimanale con scadenza a sette giorni, in coordinamento con il Federal Reserve System, la Bank of Canada, la Bank of England, la Banca del Giappone e la Banca nazionale svizzera (le banche che costituiscono la rete di linee di liquidità in swap). La partecipazione alle operazioni in dollari da parte delle controparti appartenenti all’area dell’euro è rimasta molto contenuta durante tutto l’anno.

Tavola 5.1

Panoramica delle linee di liquidità operative

Controparte esterna all’area dell’euro

Tipo di accordo

Reciprocità

Importo massimo previsto per il prestito (milioni di euro)

Danmarks Nationalbank

Linea di swap

No

24.000

Sveriges Riksbank

Linea di swap

No

10.000

Bank of Canada

Linea di swap

Illimitato

Banca centrale della Repubblica popolare cinese

Linea di swap

45.000

Banca del Giappone

Linea di swap

Illimitato

Banca nazionale svizzera

Linea di swap

Illimitato

Bank of England

Linea di swap

Illimitato

Federal Reserve System

Linea di swap

Illimitato

Banca Naţională a României

Linea di pronti contro termine

No

4.500

Magyar Nemzeti Bank

Linea di pronti contro termine

No

4.000

Banca centrale d’Albania

Linea di pronti contro termine

No

400

Autorità finanziaria del Principato di Andorra

Linea di pronti contro termine

No

35

Banca nazionale della Repubblica di Macedonia del Nord

Linea di pronti contro termine

No

400

Banca centrale della Repubblica di San Marino

Linea di pronti contro termine

No

100

Banca centrale del Montenegro

Linea di pronti contro termine

No

250

Banca centrale della Repubblica del Kosovo

Linea di pronti contro termine

No

100

Fonte: BCE.
Nota: elenco delle linee di liquidità di banca centrale detenute dall’Eurosistema al 31 dicembre 2024.

Dopo l’entrata in vigore, il 16 gennaio 2024, del nuovo quadro di riferimento della BCE per l’offerta di liquidità in euro alle banche centrali di paesi non appartenenti all’area dell’euro, tutte le richieste di proroga relative alle linee di liquidità in euro sono state accolte, inizialmente fino al 31 gennaio 2025 e, in seguito, fino al 31 gennaio 2027[66]. Nel 2024 i prelievi dalle linee di liquidità in euro sono stati limitati.

Le segnalazioni di interventi sui mercati valutari

Nel 2024 la BCE non è intervenuta sul mercato dei cambi. Dall’introduzione dell’euro la BCE ha effettuato interventi in cambi in due occasioni, nel 2000 e nel 2011. I dati su tali interventi sono pubblicati trimestralmente, con un ritardo di un trimestre, sul sito Internet della BCE e nel Portale dati della BCE; tali informazioni sono altresì riportate nella tavola 5.2. Se nel trimestre considerato non vi sono stati interventi sul mercato dei cambi, di ciò è fatta espressa menzione.

Tavola 5.2

Interventi della BCE sui mercati valutari

Periodo

Data

Tipo di intervento

Coppia valutaria

Valuta acquistata

Importo lordo (milioni di euro)

Importo netto (milioni di euro)

3° trim. 2000

22/09/2000

Coordinato

EUR/USD

EUR

1.640

1.640

22/09/2000

Coordinato

EUR/JPY

EUR

1.500

1.500

4° trim. 2000

03/11/2000

Unilaterale

EUR/USD

EUR

2.890

2.890

03/11/2000

Unilaterale

EUR/JPY

EUR

680

680

06/11/2000

Unilaterale

EUR/USD

EUR

1.000

1.000

09/11/2000

Unilaterale

EUR/USD

EUR

1.700

1.700

09/11/2000

Unilaterale

EUR/JPY

EUR

800

800

1° trim. 2011

18/03/2011

Coordinato

EUR/JPY

EUR

700

700

2012-2023

-

-

-

-

-

-

Dal 1° al 4° trim. 2024

-

-

-

-

-

-

Fonte: BCE.

Il quadro di riferimento per le segnalazioni contempla gli interventi sui mercati valutari effettuati dalla BCE sia unilateralmente sia in coordinamento con altre autorità internazionali, nonché gli interventi “ai margini” nell’ambito degli Accordi europei di cambio (AEC II).

5.2 La gestione delle operazioni di assunzione e concessione di prestiti nell’UE

La BCE ha gestito le operazioni di pagamento nell’ambito di vari programmi di prestito dell’UE

La BCE è responsabile della gestione dei conti e dell’elaborazione dei pagamenti relativi alle operazioni di assunzione e concessione di prestiti dell’UE nell’ambito del meccanismo di sostegno finanziario a medio termine (medium‑term financial assistance, MTFA)[67] per la bilancia dei pagamenti degli Stati membri, il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF)[68], lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE)[69], il programma Next Generation EU (NGEU)[70], lo strumento per l’Ucraina, inclusi i finanziamenti ponte eccezionali[71], e l’assistenza macrofinanziaria a breve termine alla Repubblica araba d’Egitto[72]. La BCE è altresì responsabile della gestione di alcuni pagamenti connessi alle operazioni effettuate nell’ambito del Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF)[73] e del Meccanismo europeo di stabilità (MES)[74], nonché del trattamento di tutti i pagamenti relativi all’accordo di prestito a favore della Grecia[75]. Nel 2024 ha svolto servizi in veste di agente di pagamento per la Commissione europea[76].

Al 31 dicembre 2024 l’importo nominale totale in essere in euro ammontava a 0,2 miliardi nell’ambito dell’MTFA, a 42 miliardi in quello del MESF, a 98,35 miliardi per il SURE e a 31,605 miliardi nell’ambito dell’accordo di prestito a favore della Grecia. Infine, nel 2024 la BCE ha gestito le erogazioni e il pagamento degli interessi sui prestiti e sulle sovvenzioni concessi da/a diversi Stati membri nell’ambito del Next Generation EU, compresi i prestiti all’Ucraina.

5.3 I servizi di gestione delle riserve offerti dall’Eurosistema

Alcune banche centrali nazionali dell’Eurosistema hanno fornito servizi nell’ambito dell’ERMS

Nel 2024 è proseguita l’offerta di un’ampia gamma di servizi finanziari in applicazione del quadro di riferimento per i servizi di gestione delle riserve dell’Eurosistema (Eurosystem reserve management services, ERMS), istituito nel 2005 per la gestione delle attività di riserva denominate in euro. Nell’ambito del suddetto quadro, alcune banche centrali nazionali dell’Eurosistema forniscono servizi finanziari, sulla base di condizioni armonizzate e in linea con gli standard generali di mercato, a banche centrali, autorità monetarie, enti governativi collocati al di fuori dell’area dell’euro e organizzazioni internazionali. La BCE svolge un ruolo di coordinamento generale, controlla l’ordinato funzionamento dei servizi, promuove modifiche migliorative del quadro e riferisce agli organi decisionali della BCE tramite rapporti dedicati.

Il numero di conti di clienti ERMS segnalati alla fine del 2024 era pari a 287, a fronte di 273 rilevati alla fine del 2023. Al quarto trimestre del 2024 le consistenze totali aggregate (incluse attività liquide e titoli) gestite nell’ambito dell’ERMS erano aumentate di circa l’8 per cento rispetto al quarto trimestre del 2023.

6 Il contante è ancora il metodo di pagamento più comune tra i cittadini europei

Nel 2024 il livello delle banconote in circolazione è aumentato moderatamente e il contante rimane il metodo di pagamento più utilizzato presso i punti vendita.

L’Eurosistema si impegna a garantire che il contante rimanga disponibile, accessibile e accettato come mezzo di pagamento e anche il più possibile sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Le attività preparatorie per lo sviluppo di una nuova serie di banconote in euro offrono l’opportunità per far sì che i cittadini europei vi si possano identificare più facilmente.

6.1 Circolazione e gestione del contante

La circolazione delle banconote in euro ha segnato un lieve incremento e anche la circolazione di monete ha continuato ad aumentare

Alla fine del 2024 la circolazione delle banconote in euro ha raggiunto i 30,5 miliardi di pezzi, per un valore complessivo di circa 1.600 miliardi di euro (cfr. il grafico 6.1). Nel corso dell’anno il numero e il valore delle banconote in circolazione sono aumentati rispettivamente del 2,4 e dell’1,3 per cento.

Grafico 6.1

Numero e valore delle banconote in euro in circolazione

(scala di sinistra: migliaia di miliardi di euro; scala di destra: miliardi)

Fonte: BCE.

Gli enti creditizi hanno rimesso in circolazione volumi più elevati di banconote alla clientela, accrescendo così la propria efficienza

Nel 2024 gli enti creditizi hanno restituito alle banche centrali nazionali (BCN) dell’area dell’euro un totale di 25,4 miliardi di banconote, con una lieve diminuzione di 0,9 miliardi rispetto al 2023. In termini di valore, nel 2024 le banconote depositate presso le BCN ammontavano a un totale di 856 miliardi di euro, dato in calo rispetto agli 890 miliardi del 2023. La riduzione è stata determinata dai volumi più elevati di banconote che gli enti creditizi hanno rimesso in circolazione tra la clientela anziché restituirle alle BCN. Il cambiamento nella gestione delle banconote riflette gli sforzi compiuti dagli enti creditizi per migliorare l’efficienza conseguita, ad esempio, installando un maggior numero di ATM con la funzione di deposito e ricircolo delle banconote.

Nel 2024 l’aumento della circolazione delle monete in euro (emissione netta) nell’area dell’euro è stato simile a quello dei due anni precedenti, raggiungendo i 3,0 miliardi di monete per un valore nominale di 953 milioni di euro.

La BCE intende garantire un adeguato accesso al contante e la sua accettazione nell’area dell’euro, e accoglie quindi con favore le norme sul suo corso legale

La BCE accoglie con grande favore l’intenzione di introdurre nel diritto dell’UE norme giuridicamente vincolanti per quel che riguarda il corso legale delle banconote e delle monete in euro. L’adozione di un regolamento comunitario offrirebbe ai cittadini maggiore certezza giuridica di poter effettuare senza difficoltà operazioni in contanti di persona. Gli enti creditizi hanno la responsabilità sociale di fornire ai cittadini e alle imprese servizi di cassa completi ed efficienti. Nel 2024 la BCE e le BCN hanno approfondito le proprie analisi sull’accesso dei cittadini ai servizi di cassa offerti dagli enti creditizi, individuando un ulteriore deterioramento dell’offerta di tali servizi in alcune aree. L’inserimento di norme che tutelino l’accesso al contante da parte dei cittadini nel diritto dell’UE è pertanto accolto con particolare favore.

6.2 Utilizzo del contante da parte di consumatori e imprese

Il contante rimane il metodo di pagamento più utilizzato presso i punti vendita

Tra settembre 2023 e giugno 2024 la BCE ha condotto uno studio sulle abitudini di pagamento dei consumatori nell’area dell’euro per valutare abitudini e preferenze di pagamento, nonché la facilità di accesso ai diversi strumenti di pagamento. Lo studio ha confermato che il contante è il metodo di pagamento più utilizzato nei punti vendita e che il 52 per cento delle transazioni totali è avvenuto in contanti. Tuttavia, va rilevato che la quota di pagamenti in contanti è diminuita rispetto al 59 per cento del 2022. In termini di valore, le carte rappresentano una quota di pagamenti più elevata (45 per cento), rispetto al contante (39 per cento). I pagamenti online nelle spese quotidiane dei consumatori sono aumentati dal 17 al 21 per cento, mentre i pagamenti presso i punti vendita sono scesi dall’80 al 75 per cento. Lo studio ha altresì rivelato che per la maggior parte dei consumatori è importante poter disporre del contante come opzione di pagamento (62 per cento nel 2024, in aumento rispetto al 60 per cento del 2022). Inoltre, la maggior parte dei consumatori dell’area dell’euro reputa piuttosto o molto semplice raggiungere un ATM o una banca (87 per cento nel 2024, in calo dall’89 per cento del 2022).

Nel 2024 la BCE ha pubblicato i risultati dell’indagine sull’utilizzo del contante da parte delle imprese nell’area dell’euro, che ha fornito dettagli sull’accettazione dei vari strumenti di pagamento da parte delle imprese, così come sulla loro visione strategica circa l’uso e l’accettazione del contante. Dal sondaggio è emerso che la quota di imprese che accetta il contante è scesa dal 96 per cento del 2021 all’88 del 2024. Il calo è stato particolarmente marcato nel comparto alberghiero e della ristorazione. Tra le imprese che attualmente accettano contante, il 94 per cento ha affermato che intende continuare a farlo in futuro.

6.3 Contraffazione e sviluppo delle banconote in euro

Nel 2024 il livello di banconote contraffatte in proporzione al totale di quelle in circolazione è stato basso in termini storici

Nel 2024 sono state ritirate dalla circolazione circa 554.000 banconote in euro contraffatte; in termini storici, ciò rappresenta una percentuale modesta rispetto al totale delle banconote in circolazione (cfr. il grafico 6.2). Nonostante le dimensioni del fenomeno siano molto contenute, il numero di banconote contraffatte è aumentato rispetto agli anni precedenti, durante i quali il numero di falsi è stato eccezionalmente basso a causa della pandemia di COVID‑19. Nel complesso sono stati individuati circa 18 biglietti falsi per milione di banconote autentiche in circolazione: le probabilità di ricevere una banconota contraffatta sono pertanto esigue.

La maggior parte dei biglietti falsi è di scarsa qualità, con imitazioni delle caratteristiche di sicurezza molto scadenti se non del tutto assenti. Le banconote possono essere controllate utilizzando il semplice metodo “tocca, guarda, muovi”, illustrato sulla pagina web delle caratteristiche di sicurezza delle banconote e sui siti Internet delle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro.

Grafico 6.2

Numero di banconote contraffatte individuate annualmente su un milione di banconote autentiche in circolazione

Fonte: BCE.

Attività preparatorie per le future banconote in euro

La BCE si sta preparando a sviluppare una nuova serie di banconote in euro al fine di mantenere elevata la loro resistenza alla contraffazione e renderle quanto più possibile rispettose dell’ambiente. Tale processo riflette l’impegno dell’Eurosistema nei confronti del contante e rappresenta un’opportunità per far sì che tutti i cittadini europei possano riconoscersi più facilmente nelle banconote in euro.

Il pubblico viene consultato durante l’intero processo di progettazione e una decisione sulla veste grafica definitiva è attesa per il 2026

Nel corso del 2024 un gruppo consultivo multidisciplinare, composto da esperti nei vari campi di interesse, ha individuato possibili motivi grafici per rappresentare i due temi scelti: “Cultura europea” e “Fiumi e uccelli”. Il 29 gennaio 2025 il Consiglio direttivo ha effettuato una selezione dei motivi per entrambi i temi e ha istituito una giuria, composta da membri provenienti da tutti i paesi dell’area dell’euro, che presiederà allo svolgimento del concorso grafico il cui avvio è previsto nel corso dell’anno. Nel 2026 la BCE dovrebbe adottare una decisione sui futuri disegni nonché sui tempi di produzione ed emissione delle nuove banconote. Occorreranno poi diversi anni prima che i biglietti siano stampati ed emessi.

7 Statistiche

La BCE, in collaborazione con le banche centrali nazionali (BCN), sviluppa, raccoglie, compila e pubblica un ampio insieme di statistiche e dati a supporto della propria politica monetaria, della stabilità finanziaria e di altri compiti svolti dal Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e dal Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS). Tali statistiche sono utilizzate anche da autorità pubbliche, organizzazioni internazionali, operatori dei mercati finanziari, mezzi di informazione e altri fruitori, e contribuiscono a incrementare la trasparenza dell’operato della BCE.

Nel 2024 la BCE ha ampliato il campione degli enti segnalanti per le statistiche sui mercati monetari, rendendo più rappresentativa la relativa serie di dati. Ha inoltre pubblicato nuove statistiche sui conti finanziari, in particolare dati più approfonditi sulle detenzioni di quote e partecipazioni in fondi di investimento delle famiglie, e ha iniziato a pubblicare nuovi dettagli sulle statistiche trimestrali sull’estero relative alle società veicolo. Anche gli indicatori statistici in materia di clima sono stati ulteriormente sviluppati nell’ambito del piano della BCE sul clima e sulla natura. La BCE ha continuato ad attuare la propria strategia di riduzione degli oneri di segnalazione per le banche basata sulla struttura di riferimento integrata per le segnalazioni (Integrated Reporting Framework, IReF) e sul dizionario integrato per le segnalazioni delle banche (Banks’ Integrated Reporting Dictionary, BIRD).

7.1 Adeguare le statistiche dell’area dell’euro per rispondere all’evoluzione delle esigenze sul piano delle politiche

Ampliamento del campione degli enti segnalanti per le statistiche sui mercati monetari dell’euro

L’ampliamento del campione degli enti segnalanti per le statistiche sui mercati monetari dell’euro (money market statistical reporting, MMSR) ha l’obiettivo di sostenere la qualità dei dati. Il 1° luglio 2024 il campione degli enti segnalanti per le statistiche MMSR è stato ampliato, con l’aggiunta di 24 nuove banche alle 45 già coinvolte nelle segnalazioni. Tale ampliamento ha accresciuto le dimensioni del campione per diversi paesi dell’area dell’euro e ha esteso per la prima volta la copertura al Lussemburgo e al Portogallo.

I dati provenienti dai nuovi soggetti segnalanti saranno inclusi nel calcolo del tasso di riferimento delle operazioni a breve termine in euro (euro short‑term rate, €STR), quando avranno raggiunto un livello di qualità sufficientemente elevato. L’ampliamento del campione degli enti segnalanti contribuisce alla rappresentatività, solidità e affidabilità delle statistiche sui mercati monetari in euro.

Pubblicazione di nuove statistiche sui conti finanziari

Dati dettagliati sulle detenzioni di quote e partecipazioni in fondi di investimento delle famiglie mostrano l’esposizione verso le varie classi di attività

Ad aprile 2024 la BCE ha iniziato a pubblicare dati sulle detenzioni di quote e partecipazioni in fondi di investimento delle famiglie, disaggregate per attività sottostante e settore della controparte. Tali dati offrono informazioni più approfondite sulle esposizioni indirette delle famiglie attraverso i fondi di investimento, consentendo un’analisi più accurata del loro bilancio finanziario e dell’esposizione verso varie classi di attività e controparti.

A seguito di una modifica dell’indirizzo della BCE relativo agli obblighi di segnalazione statistica per i conti finanziari trimestrali[77], a ottobre 2024 la BCE ha iniziato a pubblicare dati aggiuntivi sui conti finanziari degli altri intermediari finanziari, divisi per sottosettore. Gli altri intermediari finanziari, che costituiscono il secondo maggiore settore finanziario dell’area dell’euro dopo le istituzioni finanziarie monetarie (IFM), forniscono principalmente credito alle società non finanziarie (SNF) e, in misura minore, alle famiglie e ad altri settori. Contribuiscono inoltre a trasferire fondi da e verso il resto del mondo.

Infine, i dati di recente pubblicazione sull’emissione da parte delle società non finanziarie di titoli di debito tramite particolari società veicolo (financial conduits) forniscono ulteriori informazioni sul finanziamento mediante ricorso al mercato delle società non finanziarie nell’area dell’euro e nei rispettivi paesi.

Nuovi dati sulle società veicolo nelle statistiche sull’estero

Ad aprile 2024 la BCE ha avviato la pubblicazione di nuovi dettagli relativi alle statistiche sull’estero per le società veicolo (special purpose entities, SPEs), in linea con le modifiche introdotte nell’indirizzo sugli obblighi di segnalazione statistica della BCE nel settore delle statistiche sull’estero[78]. I nuovi dati su operazioni e posizioni transfrontaliere trimestrali delle società veicolo nell’area dell’euro e nei paesi al suo interno, a partire dai dati relativi al primo trimestre del 2020, mirano a migliorare la comprensione del ruolo di tali società nelle diverse componenti delle statistiche sull’estero[79].

7.2 Ulteriore sviluppo degli indicatori statistici in materia di clima nell’ambito del piano della BCE sul clima e sulla natura.

La BCE pubblica tre ampie serie di indicatori statistici relativi ai cambiamenti climatici.

  • Gli indicatori della finanza sostenibile offrono una panoramica dei titoli di debito con carattere di sostenibilità, emessi e detenuti da residenti dell’area dell’euro. Essi forniscono informazioni sui proventi raccolti per finanziare progetti sostenibili e sulla transizione verso un’economia a zero emissioni nette.
  • Gli indicatori analitici delle emissioni di anidride carbonica per le istituzioni finanziarie forniscono informazioni sull’intensità di carbonio dei portafogli di titoli e prestiti delle istituzioni stesse e contribuiscono pertanto a valutare il ruolo del settore nel finanziamento della transizione verso un’economia a zero emissioni nette, nonché i rischi connessi.
  • Gli indicatori analitici sui rischi fisici dei portafogli delle istituzioni finanziarie valutano i rischi derivanti dall’impatto delle calamità naturali indotte dai cambiamenti climatici, quali inondazioni e incendi, sui rendimenti di prestiti, obbligazioni e azioni.

Tali indicatori sono raccolti in stretta collaborazione con il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e fanno parte del più ampio piano sul clima e sulla natura della BCE. Sono compilati utilizzando numerose raccolte di dati della BCE, del SEBC ed esterne, come ad esempio AnaCredit, le statistiche sulle disponibilità in titoli (Securities Holdings Statistics, SHS), il registro anagrafico delle istituzioni e delle entità affiliate (Register of Institutions and Affiliates Data, RIAD), e i dati sulle emissioni di gas a effetto serra unitamente ai dati sui rischi fisici provenienti dal Risk Data Hub (RDH) del Disaster Risk Management Knowledge Centre (DRMKC), da Copernicus, dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e altri.

Gli indicatori statistici sui cambiamenti climatici, relativi alla finanza sostenibile, le emissioni di carbonio e i rischi fisici sono stati notevolmente arricchiti e aggiornati

Gli indicatori sono stati aggiornati ad aprile 2024. Quelli relativi alla finanza sostenibile sono stati arricchiti con nuovi dettagli sui livelli di garanzia dei titoli di debito sostenibili. L’aggiornamento degli indicatori relativi alle emissioni di carbonio e ai rischi fisici ha comportato miglioramenti significativi sotto il profilo concettuale, della copertura, della coerenza e della granularità[80]. A settembre 2024 sono state pubblicate ulteriori disaggregazioni degli indicatori relativi alla finanza sostenibile, che dall’essere sperimentali sono stati promossi a statistiche ufficiali del SEBC.

Proseguono i lavori su tutte e tre le serie di indicatori, allo scopo di migliorare ulteriormente la qualità dei dati e delle disaggregazioni disponibili. Inoltre, sotto l’egida della Data Gaps Initiative del G20, sono in fase di studio altre aree di ricerca quali: la misurazione della spesa per l’adattamento, gli aspetti relativi alla copertura assicurativa e agli investimenti diretti esteri (IDE), nonché lo schema concettuale per lo sviluppo di indicatori prospettici per i rischi fisici e di transizione. Ci si attende che ciò accresca la disponibilità di dati su questi temi negli anni a venire, grazie anche ai miglioramenti degli standard statistici internazionali, quali il sistema dei conti nazionali e il manuale della bilancia dei pagamenti, che consentiranno ulteriori scomposizioni relative al clima in un’ampia serie di dati economici.

7.3 Rendere più efficienti le segnalazioni bancarie

La strategia della BCE volta a ridurre l’onere delle segnalazioni bancarie si fonda su tre pilastri: a) cooperare con altre autorità europee e nazionali per integrare le segnalazioni statistiche, prudenziali e di risoluzione; b) incorporare le segnalazioni statistiche esistenti in una struttura di riferimento integrata per le segnalazioni (Integrated Reporting Framework, IReF) come primo passo verso una più ampia integrazione; c) collaborare con il settore bancario per armonizzare i requisiti informativi delle autorità, nonché il linguaggio e le definizioni utilizzate dalle banche grazie al dizionario integrato per le segnalazioni delle banche (Banks’ Integrated Reporting Dictionary, BIRD).

Il Comitato congiunto per le segnalazioni bancarie (Joint Bank Reporting Committee) sta delineando concetti e definizioni comuni da utilizzare nelle segnalazioni

Nel 2024 la cooperazione con altre autorità si è intensificata con l’istituzione del Comitato congiunto per le segnalazioni bancarie (Joint Bank Reporting Committee, JBRC), cui partecipano la BCE, l’Autorità bancaria europea, la Commissione europea, il Comitato di risoluzione unico e le autorità nazionali competenti. Nel 2024 il JBRC ha istituito una sottostruttura denominata Gruppo di contatto per le segnalazioni (Reporting Contact Group, RCG), che riunisce esperti in materia di segnalazioni di vigilanza provenienti dal settore bancario; esso funge da canale per regolari scambi di opinioni e cooperazione con le autorità. La prima priorità del JRBC è quella di delineare concetti e definizioni comuni da utilizzare nelle segnalazioni, sia nuove sia già esistenti.

La finalità dell’IReF è quella di armonizzare le segnalazioni statistiche tra le banche dell’area dell’euro. Nel 2024 la BCE ha annunciato che l’adozione di tale sistema è prevista per la fine del 2029. La nuova programmazione riflette i riscontri ricevuti dal settore bancario sulla necessità di assicurare che l’IReF venga attuato senza difficoltà.

Nel 2024 la collaborazione nell’ambito del BIRD, che coinvolge autorità e settore bancario, ha consentito di integrare le prime segnalazioni statistiche e di vigilanza. Il modello integrato, che specifica le modalità di estrazione dei dati dai sistemi interni delle banche e le regole procedurali su come trasformarli nelle segnalazioni richieste dalle autorità, è stato pubblicato sul sito Internet del BIRD.

Riquadro 5
Migliorare le statistiche macroeconomiche per comprendere meglio i legami finanziari transfrontalieri dell’area dell’euro

La BCE ha diffuso diverse nuove scomposizioni delle statistiche di bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero e dei conti settoriali trimestrali (quarterly sector accounts, QSA) dell’area dell’euro. I nuovi dati rispondono alle difficoltà di misurazione dovute alla globalizzazione, come evidenziato nel riesame della strategia di politica monetaria della BCE del 2021, che sono connesse in particolare alla presenza di imprese multinazionali e all’espansione delle catene internazionali di intermediazione finanziaria.

Nelle serie di bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero sono ora disponibili informazioni più granulari per settore, geografia e strumento finanziario, nonché dati separati per le società veicolo (special purpose entities, SPEs); esse sono particolarmente utili per analizzare gli andamenti degli investimenti di portafoglio e degli investimenti diretti esteri (IDE). I dati di bilancia dei pagamenti e della posizione patrimoniale sull’estero sono stati le principali componenti alla base delle oscillazioni dei flussi finanziari internazionali nell’area dell’euro negli ultimi anni[81]. L’analisi dei flussi di finanziamento è rafforzata anche dai nuovi dati sui sottosettori degli altri intermediari finanziari, ora disponibili nei QSA, e sull’emissione di titoli di debito delle società non finanziarie tramite conduit finanziari. Infine, i nuovi dati dei QSA sulle detenzioni di quote e partecipazioni in fondi di investimento delle famiglie, disaggregate per attività sottostante e settore di controparte, facilitano l’analisi dell’esposizione delle famiglie alle diverse classi di attività.

Il miglioramento della scomposizione settoriale delle statistiche di bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero e i nuovi dati dei QSA sulle esposizioni indirette delle famiglie rivelano la predominanza del settore dei fondi di investimento come detentore di titoli di portafoglio emessi da non residenti dell’area dell’euro[82]. Le scomposizioni più dettagliate per paese controparte consentono una copertura migliore della geografia dei flussi finanziari transfrontalieri dell’area dell’euro nei confronti delle economie sia avanzate sia emergenti[83].

I dati pubblicati recentemente su società veicolo e altri intermediari finanziari ne evidenziano il ruolo nei legami finanziari dell’area dell’euro. Le società veicolo, che hanno una rilevanza significativa in un gruppo specifico di paesi, nonostante il loro impatto molto limitato sull’attività economica reale del paese in cui hanno sede, mostrano flussi finanziari significativi e rappresentano il 30 per cento circa dei legami di IDE transfrontalieri dell’area dell’euro (cfr. il grafico A)[84]. Gli altri intermediari finanziari forniscono il 23 per cento dei prestiti concessi alle società non finanziarie e l’8 di quelli alle famiglie dell’area dell’euro. Il 15 per cento circa dei debiti finanziari in titoli totali delle società non finanziarie è stato fornito tramite conduit finanziari in altri paesi dell’area.

Grafico A

Scomposizione analitica di posizioni di IDE dell’area dell’euro

(migliaia di miliardi di euro; consistenze di fine periodo)

Fonti: BCE ed elaborazioni della BCE.
Note: i dati per il 2024 si riferiscono a fine giugno del 2024. Con la voce “Altri intermediari finanziari” si intendono le istituzioni finanziarie diverse da banche, fondi comuni monetari, fondi di investimento, compagnie di assicurazione o fondi pensione e che non sono classificate come società veicolo. La voce “Società non finanziarie” è al netto di quelle classificate come società veicolo. La voce “Altro” comprende tutti i restanti settori residenti.

8 Le attività di ricerca della BCE

La presente sezione illustra l’attività di ricerca condotta presso la BCE su temi rilevanti per la politica economica e sintetizza il lavoro svolto nel 2024. Si apre fornendo informazioni sulla qualità della ricerca svolta dalla BCE; descrive poi le cinque principali aree di ricerca e consulenza in materia di politica economica, nonché i progressi compiuti nel corso dell’anno, anche con riferimento alla ricerca sulle implicazioni dell’intelligenza artificiale. Il riquadro 6 espone il lavoro della task force di ricerca sull’eterogeneità nell’analisi macroeconomica e finanziaria.

Nel 2024 gli esperti della BCE hanno condotto molteplici ricerche su temi di carattere economico, monetario e finanziario, fornendo indicazioni importanti per i processi decisionali, anche ai fini del riesame in corso della strategia di politica monetaria. La ricerca che muove dai risultati dell’indagine sulle aspettative dei consumatori (Consumer Expectations Survey) e dell’indagine sui bilanci e sui consumi delle famiglie (Household Finance and Consumption Survey), ad esempio, ha continuato a fornire un contributo estremamente valido alla politica monetaria.

L’attività di ricerca condotta presso la BCE su temi rilevanti per la politica economica è riconosciuta a livello mondiale

La BCE si impegna per produrre ricerche all’avanguardia in ambiti rilevanti per le attività delle banche centrali. Da dicembre 2024 RePEc, un database che raccoglie a livello centrale lavori di ricerca economica, ha classificato la BCE al primo posto tra le istituzioni che si occupano di economia monetaria, collocando al secondo il Fondo monetario internazionale (FMI) e al terzo il Board of Governors del Federal Reserve System. Nel campo più ampio dell’analisi macroeconomica, la BCE ha scalato una posizione rispetto al 2023 e si trova ora al secondo posto, dietro il Dipartimento di Economia dell’Università di Harvard e davanti all’FMI. Quanto alle analisi sul settore bancario, la BCE è ora prima, più in alto di una posizione rispetto al 2023, davanti alla Booth School of Business dell’Università di Chicago e alla Banca dei regolamenti internazionali (BRI). Tra le banche centrali e le istituzioni analoghe di tutto il mondo, la BCE si colloca al secondo posto, dietro l’FMI e davanti al Federal Reserve Board, alla Federal Reserve Bank di New York e alla BRI. In Europa, la BCE è terza tra tutti i settori e le istituzioni, comprese le università (dietro la London School of Economics and Political Science e la Paris School of Economics).

Cinque aree di ricerca nel 2024

I progetti di ricerca intrapresi nel corso del 2024 possono essere raggruppati in cinque grandi aree tematiche, tutte arricchite dal contributo delle banche centrali nazionali e dalla collaborazione nell’ambito dei nuclei di ricerca del Sistema europeo di banche centrali. In primo luogo, nell’ambito dell’elaborazione e dell’attuazione della politica monetaria, sono state condotte ricerche sulla sua configurazione ottimale e sul nuovo assetto operativo, così come su altri importanti temi quali il funzionamento del mercato, le garanzie e l’impatto della politica monetaria sulla dinamica dell’inflazione. Un’intensa attività di ricerca è stata dedicata ad approfondire la comprensione dell’evolversi dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria, sotto l’egida del gruppo di ricerca sulle sfide per la trasmissione della politica monetaria in un mondo in evoluzione (Research Network on Challenges for Monetary Policy Transmission in a Changing World, ChaMP). In secondo luogo, nell’ambito degli andamenti economici nell’area dell’euro, i progetti di ricerca hanno fornito analisi su imprese, produttività e investimenti, consumi delle famiglie e mercati del lavoro, prezzi e attività economica, sviluppando nel contempo nuovi metodi e tecniche per migliorare le previsioni. In terzo luogo, nell’area dell’analisi dell’economia mondiale, i progetti hanno esaminato il sistema monetario internazionale, i mercati finanziari e gli scambi mondiali, gli effetti di propagazione a livello globale, le determinanti internazionali dell’inflazione e le prospettive per la crescita mondiale. In quarto luogo, sul tema dell’integrazione e della governance dell’Unione economica e monetaria (UEM), gran parte della ricerca si è concentrata sugli effetti della politica di bilancio sul contesto macroeconomico, incluse l’adozione del programma Next Generation EU (NGEU), la riforma del quadro di riferimento per le politiche di bilancio dell’UE e le interrelazioni tra politica di bilancio e inflazione, nonché sulle interazioni fra politica monetaria e di bilancio. In quinto luogo, nell’area della stabilità finanziaria, delle politiche (macro)prudenziali e della vigilanza bancaria, l’attività di ricerca ha riguardato la capacità di tenuta delle banche e degli operatori non bancari, le implicazioni della politica monetaria per i mercati finanziari e la stabilità finanziaria, nonché l’elaborazione e la valutazione delle politiche prudenziali. La ricerca in materia di vigilanza bancaria si è concentrata, in particolare, sull’efficacia della vigilanza e sull’impatto che la regolamentazione sul clima esercita sul comportamento delle banche. Nel corso del 2024 sono proseguite le attività di ricerca sulle valute digitali di banca centrale, con attenzione alle implicazioni di un’ampia varietà di caratteristiche di progettazione (ad esempio, remunerazione, ammontare massimo detenibile e privacy).

Ricerca sulle implicazioni dell’intelligenza artificiale

La rapida evoluzione dell’IA ha stimolato considerevoli attività di ricerca presso la BCE volte a migliorare la comprensione delle sue implicazioni per l’economia e l’elaborazione delle politiche. Un ambito che nel 2024 ha ricevuto particolare attenzione è stato l’utilizzo di tecniche di IA per l’analisi economica, come le previsioni e l’esame della comunicazione di banca centrale. Per le prime, la ricerca ha approfondito l’uso di tecniche di apprendimento automatico nelle previsioni di inflazione. Tali tecniche sono potenzialmente in grado di tenere conto di specifiche dinamiche economiche e quindi di migliorare le previsioni in periodi di turbolenza. Altri studi hanno utilizzato gli indicatori del clima di fiducia ricavati dall’analisi testuale delle notizie generata dai modelli linguistici di grandi dimensioni (Large Language Models) per le previsioni a breve termine dell’attività economica[85]. Per quanto riguarda la comunicazione di banca centrale, l’analisi testuale generata dai modelli linguistici di grandi dimensioni è stata impiegata per esaminare la maniera in cui la comunicazione della BCE influenza i mercati finanziari, soprattutto nelle fasi di incertezza economica. Questo tipo di ricerca fornisce indicazioni su come l’orientamento desunto dalla comunicazione della banca centrale possa contribuire a una migliore comprensione delle aspettative del mercato riguardo all’inflazione e ai tassi di interesse[86].

Un aggiornamento sulle pubblicazioni della BCE

Nel 2024 il volume della ricerca prodotta presso la BCE è rimasto su livelli elevati. In totale, gli esperti della BCE hanno pubblicato 124 lavori di ricerca nella collana della BCE Working Paper Series e 12 articoli nel Research Bulletin. Molti degli studi sono anche stati pubblicati esternamente su riviste accademiche.

Riquadro 6
La task force di ricerca sull’eterogeneità nell’analisi macroeconomica e finanziaria.

Gli strumenti di politica monetaria, ad esempio i tassi di interesse di riferimento della BCE, influenzano i mercati finanziari e non possono essere modulati su segmenti specifici della popolazione. Pertanto, l’analisi della politica monetaria ha tradizionalmente adottato una prospettiva che considera l’intera economia, approfondendo il modo in cui le decisioni della banca centrale producono effetti sull’inflazione e su altre variabili aggregate, quali il reddito e la disoccupazione a livello di area dell’euro, e non sui tassi di inflazione, sul reddito disponibile e sulle percentuali di disoccupazione di determinati gruppi all’interno della popolazione. Nell’ultimo decennio questa prospettiva tradizionale è cambiata. La crisi finanziaria degli anni 2008‑2009 e la pandemia di COVID‑19 hanno stimolato un interesse nuovo per gli effetti distributivi delle oscillazioni cicliche delle variabili economiche e per il modo in cui queste sono influenzate dalle politiche di stabilizzazione, compresa la politica monetaria. I concomitanti miglioramenti dei metodi computazionali e della potenza di calcolo hanno reso possibili tali analisi.

Nel 2022 è stata istituita una nuova task force di ricerca per studiare le implicazioni macroeconomiche dell’eterogeneità dei diversi operatori economici nell’area dell’euro. Un primo obiettivo della task force era quello di analizzare gli effetti distributivi delle politiche di banca centrale tra le famiglie. Un secondo obiettivo consisteva nel migliorare la comprensione, da parte della BCE, del modo in cui i comportamenti delle diverse famiglie e imprese interagiscono per orientare il meccanismo aggregato di trasmissione della politica monetaria, con effetti probabilmente diversi da quelli ipotizzati nella prospettiva aggregata tradizionale.

Riguardo agli effetti distributivi della politica monetaria, l’analisi ha preso le mosse dal presupposto che strumenti di politica monetaria differenti, dai tassi di riferimento della BCE agli acquisti di attività su vasta scala, possano operare attraverso canali di trasmissione diversi. Tali strumenti, pertanto, possono produrre effetti eterogenei tra le famiglie dell’area dell’euro, a seconda delle fonti di reddito e delle attività detenute dalle famiglie stesse. I risultati suggeriscono che esistono differenze, ma che esse sono contenute. Alcuni studi fanno luce sull’eterogeneità dei costi del brusco rialzo dell’inflazione nel periodo 2021‑2023. Le famiglie più povere hanno risentito maggiormente della riduzione del potere d’acquisto del proprio reddito. Da una scomposizione per attività detenute emerge, tuttavia, che le perdite in termini di benessere sono state particolarmente ampie per i pensionati, a causa del calo del valore reale delle loro attività, relativamente ingenti in termini nominali. Tutte queste analisi sono state possibili grazie alla disponibilità dei dati sulle famiglie ricavati dall’indagine dell’Eurosistema sui loro bilanci e consumi (Household Finance and Consumption Survey).

In circostanze normali, tenere conto dell’eterogeneità offre una prospettiva più ricca sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria, ma non incide sulle stime del suo impatto aggregato rispetto alla prospettiva tradizionale che considera l’economia nel suo complesso. Esistono tuttavia situazioni specifiche, ad esempio quando shock di ampia portata inducono variazioni significative nella distribuzione della ricchezza, in cui l’eterogeneità diventa essenziale per una comprensione realistica dell’impatto delle decisioni di politica monetaria. Riscontri recenti suggeriscono che l’eterogeneità tra le imprese possa essere particolarmente importante a tale riguardo. Modelli empiricamente realistici in grado di replicare le principali caratteristiche dell’eterogeneità di famiglie e imprese costituiscono pertanto un utile complemento all’insieme disponibile dei modelli utilizzati per la politica monetaria.

Alcuni lavori della task force sono stati dedicati anche allo studio degli effetti delle politiche macroprudenziali. Nel caso di misure quali il rapporto tra prestito e reddito per i mutui ipotecari delle famiglie, tener conto dell’eterogeneità delle stesse è ancora più rilevante per comprendere le implicazioni delle politiche, poiché per loro natura tali misure riguardano solo specifiche categorie di famiglie.

9 Attività e obblighi giuridici

Il presente capitolo esamina la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea riguardante la BCE, fornisce informazioni sui pareri espressi dalla BCE e sui casi di inottemperanza all’obbligo di consultazione di quest’ultima riguardo a progetti legislativi che rientrano nelle sue competenze. Inoltre, dà conto dell’attività svolta dalla BCE nella vigilanza sul rispetto del divieto di finanziamento monetario e di accesso privilegiato.

9.1 Giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea riguardante la BCE

Il Tribunale ha confermato che la BCE esercita poteri di vigilanza nell’interesse pubblico, ossia per assicurare il corretto funzionamento e la stabilità dei mercati

A giugno 2024 il Tribunale ha respinto un’azione per danni intentata da azionisti di Banca Carige (T‑134/21, Malacalza Investimenti e Malacalza/BCE), che chiedevano il risarcimento di un presunto danno subito a causa delle azioni intraprese dalla BCE nell’ambito dell’esercizio delle sue funzioni di vigilanza sulla banca tra il 2014 e il 2019. In tale sentenza, il Tribunale ha in particolare rilevato che l’esercizio dei poteri di vigilanza da parte della BCE persegue un interesse pubblico al corretto funzionamento e alla stabilità dei mercati. La responsabilità extracontrattuale della BCE per gli atti e le omissioni relativi all’esercizio dei poteri di vigilanza è pertanto limitata, in quanto richiederebbe una violazione di una norma giuridica che conferisce diritti agli individui. Al tempo stesso, il Tribunale ha riconosciuto, in linea con la giurisprudenza esistente, che una violazione dei principi generali del diritto, come il principio di buona amministrazione, può potenzialmente far sorgere una responsabilità extracontrattuale. In questo caso, tuttavia, il Tribunale ha ritenuto che non si fosse verificata alcuna violazione. Questa causa ha rappresentato la prima opportunità per la Corte di giustizia dell’Unione europea di valutare il merito di un’azione per risarcimento danni concernente l’attività di vigilanza svolta dalla BCE. Un ricorso è tuttora pendente (C‑557/24 P, Malacalza Investimenti e Malacalza/BCE).

Il Tribunale ha confermato la corretta applicazione del quadro di secondo pilastro da parte della BCE

A giugno 2024 il Tribunale ha respinto sette azioni promosse da banche sottoposte a vigilanza[87] volte a chiedere l’annullamento dell’obbligo di detrazione e del connesso obbligo di segnalazione imposti con riferimento agli impegni di pagamento irrevocabili assunti nei confronti dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi e del Fondo di risoluzione unico nell’ambito dei rispettivi contributi ex ante. La BCE aveva imposto tali misure nel quadro di secondo pilastro a copertura del rischio di sopravvalutazione della posizione patrimoniale della banca, derivante dalla mancata considerazione della perdita economica connessa al trasferimento delle garanzie fornite per gli impegni di pagamento irrevocabili, che non potevano più essere utilizzate per coprire le perdite in via continuativa. La BCE aveva imposto tali misure secondo una nuova metodologia elaborata per tenere conto delle sentenze emesse dal Tribunale nel 2020, che annullavano decisioni contenenti le medesime misure a causa dell’assenza di una valutazione individuale circa il modo in cui il rischio individuato era gestito e coperto dai dispositivi messi in atto dalle banche, nonché dal capitale e dalla liquidità da queste detenuti. Le nuove decisioni della BCE sono state quindi adottate migliorando la motivazione, perché rispecchiasse meglio la valutazione individuale effettuata. Sono state confermate dal Tribunale con le citate sette sentenze, in cui si ribadisce che la BCE ha correttamente applicato l’articolo 16 del regolamento sull’MVU[88] nel valutare se le banche fossero esposte a un rischio non sufficientemente coperto e nell’imporre una misura per farvi fronte. Quattro delle sette banche interessate hanno impugnato le singole sentenze che le riguardano; i ricorsi sono attualmente in attesa di giudizio presso la Corte di giustizia dell’Unione europea.

Per la prima volta la Corte di giustizia ha interpretato le disposizioni di un regolamento della BCE che impone obblighi di segnalazione statistica alle società finanziarie

A novembre 2024 la Corte di giustizia dell’Unione europea (Quinta Sezione) ha emesso la sentenza relativa a un procedimento pregiudiziale presentato dalla Corte amministrativa federale della Germania (Cause riunite C‑758/22 e C‑759/22). Nella fattispecie, il giudice del rinvio intendeva chiarire se diversi istituti di previdenza per i professionisti presenti in Germania fossero fondi pensione ai sensi del Regolamento (UE) 2018/231 della Banca centrale europea, del 26 gennaio 2018, sugli obblighi di segnalazione statistica dei fondi pensione e, pertanto, soggetti a tali obblighi. I ricorrenti sostenevano di essere enti previdenza e di assistenza sociale e, pertanto, non soggetti agli obblighi segnaletici della BCE. La Corte ha stabilito che i ricorrenti potessero essere classificati come fondi pensione, in quanto le loro attività soddisfacevano i quattro criteri necessari perché fossero ricompresi in questa categoria. In sintesi, a) la loro funzione era quella di fornire indennità a copertura dei rischi di pensionamento, morte e invalidità; b) avevano autonomia di gestione e tenevano una contabilità completa; c) la stragrande maggioranza dei loro iscritti aveva l’obbligo di aderire agli istituti di previdenza, che, in linea di principio, non erano autorizzati a fornire servizi ad altri soggetti; d) i servizi non erano garantiti dallo Stato e dipendevano dall’importo dei contributi versati e dai risultati di gestione conseguiti dagli istituti di previdenza. Si tratta di una causa importante perché conferma il diritto della BCE di raccogliere informazioni statistiche sulle attività finanziarie dei ricorrenti in quanto fondi pensione. Dato l’importante ruolo svolto dai fondi pensione nell’economia dell’area dell’euro, queste informazioni sono necessarie per l’assolvimento dei compiti del Sistema europeo di banche centrali (SEBC), in particolare per quanto riguarda la politica monetaria.

9.2 Pareri della BCE e casi di inottemperanza

L’articolo 127, paragrafo 4, e l’articolo 282, paragrafo 5, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea dispongono che la BCE sia consultata in merito a qualsiasi proposta legislativa dell’UE o progetto di legge nazionale che rientri nelle sue competenze. Tutti i pareri della BCE sono disponibili sul sito EUR‑Lex.

Sono stati registrati nove casi di inottemperanza all’obbligo di consultazione della BCE su progetti legislativi

Nel 2024 sono stati registrati nove casi chiari e rilevanti di inottemperanza all’obbligo di consultazione della BCE su progetti legislativi: cinque relativi ad atti giuridici dell’Unione e quattro relativi a progetti di legge nazionali. La BCE ha adottato pareri d’iniziativa in sette casi. In due casi è stata emanata una lettera di non conformità.

Il primo caso relativo all’Unione ha riguardato una proposta di direttiva dell’UE sui fondi di investimento alternativi (FIA). Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in quanto concerne l’accesso del SEBC a dati di dettaglio sul settore dei fondi di investimento alternativi, nonché gli obblighi statistici della BCE relativi a tale settore. Il secondo caso relativo all’UE ha riguardato il regolamento che istituisce l’Autorità per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AMLA). Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in quanto contiene disposizioni relative alla cooperazione tra l’AMLA e la BCE. Il terzo caso relativo all’UE ha riguardato la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in considerazione della necessità, da parte della BCE, di accedere alle certificazioni di prestazione energetica. Il quarto caso relativo all’UE ha riguardato la direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in ragione del suo impatto sulla gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance (environmental, social and governance, ESG) da parte delle banche e della necessità di assicurare il coordinamento e lo scambio di informazioni tra tutte le autorità interessate[89]. Il quinto caso relativo all’UE ha riguardato il regolamento sulla trasparenza e sull’integrità delle attività di rating ESG. Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in quanto concerne la valutazione indipendente condotta dall’Eurosistema sull’adempimento degli obblighi in materia di garanzie.

Con riferimento ai progetti legislativi nazionali, il primo caso di inottemperanza ha riguardato le leggi bulgare che interessano la Българска народна банка (Banca nazionale di Bulgaria). Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in quanto la nomina temporanea a primo ministro ad interim del governatore o di uno dei vicegovernatori della Banca nazionale di Bulgaria solleva importanti questioni riguardanti l’indipendenza della Banca nazionale di Bulgaria. Il secondo caso ha riguardato una legge greca che trasferisce le residue partecipazioni dello Stato nelle banche greche a un diverso organismo pubblico. Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in quanto la legge ha ripercussioni sugli enti creditizi greci sottoposti alla vigilanza diretta della BCE. Il terzo caso ha riguardato una legge ungherese che colloca la Magyar Nemzeti Bank nel perimetro di applicazione della legge sulla cybersicurezza. Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in considerazione del suo impatto sull’indipendenza di tale banca centrale. Il quarto caso ha riguardato la legislazione maltese che incide sulla remunerazione del governatore e dei vicegovernatori della Bank Ċentrali ta’ Malta/Central Bank of Malta. Il caso è stato ritenuto chiaro e rilevante in considerazione del suo impatto sull’indipendenza di tale banca centrale.

La BCE ha formulato quattro pareri su proposte di atti giuridici dell’Unione

La BCE ha formulato quattro pareri su proposte legislative dell’UE riguardanti: a) servizi di pagamento e di moneta elettronica, b) accordi monetari con paesi terzi che utilizzano l’euro, c) obblighi di comunicazione nei settori dei servizi finanziari e del sostegno agli investimenti e d) il quadro di riferimento per l’accesso ai dati finanziari.

La BCE ha formulato 38 pareri su progetti di legge nazionali

La BCE ha formulato 38 pareri su progetti di legge nazionali. I pareri riguardanti la legislazione nazionale spesso attengono a più di un argomento. La BCE ha adottato:
- dieci pareri sull’accesso al contante;
- sei pareri concernenti banche centrali nazionali;
- cinque pareri su questioni connesse al Fondo monetario internazionale;
- quattro pareri riguardanti imposte bancarie a fini speciali o imposte sulle transazioni finanziarie;
- due pareri in materia di cybersicurezza;
- due pareri sulle sanzioni internazionali;
- un parere concernente l’introduzione dell’euro;
- un parere riguardante la sorveglianza sui sistemi di pagamento;
- un parere sugli obblighi di riserve minime;
- un parere concernente le cripto‑attività;
- un parere in materia di sostegno ai debitori;
- un parere sulla risoluzione delle controparti centrali;
- un parere relativo all’applicazione, ai funzionari di una BCN, di obblighi di registrazione delle attività di lobbying;
- un parere riguardante l’erogazione di liquidità di emergenza da parte di una BCN;
- un parere sulla segnalazione di statistiche sui pagamenti;
- un parere concernente un consiglio nazionale di stabilità finanziaria.

9.3 Conformità al divieto di finanziamento monetario e accesso privilegiato

I divieti sanciti dagli articoli 123 e 124 del Trattato sono stati in generale rispettati

Ai sensi dell’articolo 271, lettera d), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, alla BCE è affidato il compito di verificare il rispetto, da parte delle banche centrali nazionali (BCN) dell’UE, dei divieti sanciti dagli articoli 123 e 124 del Trattato e dai Regolamenti (CE) n. 3603/93 e n. 3604/93 del Consiglio. L’articolo 123 proibisce alla BCE e alle BCN di concedere scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia a governi e a istituzioni, organi od organismi dell’UE, nonché di acquistare sul mercato primario strumenti di debito emessi da questi. L’articolo 124 vieta qualsiasi misura, non basata su considerazioni prudenziali, che offra a governi e a istituzioni, organi od organismi dell’UE un accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie. Parallelamente al Consiglio direttivo della BCE, la Commissione europea verifica l’osservanza delle disposizioni sopra menzionate da parte degli Stati membri.

La BCE verifica anche gli acquisti effettuati dalle BCN dell’UE sul mercato secondario di strumenti di debito emessi dal settore pubblico nazionale, dai settori pubblici di altri Stati membri, nonché da istituzioni e organi dell’UE. Ai sensi dei considerando del Regolamento (CE) n. 3603/93 del Consiglio, l’acquisizione di strumenti di debito del settore pubblico sul mercato secondario non deve servire ad aggirare il divieto sancito dall’articolo 123 del Trattato.

L’esercizio di monitoraggio svolto dalla BCE per il 2024 ha confermato che gli articoli 123 e 124 del Trattato sono stati in generale rispettati.

La BCE continuerà a monitorare la partecipazione della Magyar Nemzeti Bank alla Borsa valori di Budapest, in quanto l’acquisto della quota di maggioranza di quest’ultima da parte della Magyar Nemzeti Bank nel 2015 è ancora suscettibile di dare luogo a dubbi sotto il profilo del finanziamento monetario.

Il finanziamento da parte delle BCN di impegni assunti dal settore pubblico nei confronti del Fondo monetario internazionale (FMI) non è considerato finanziamento monetario, a condizione che esso si sostanzi in crediti esteri che hanno tutte le caratteristiche di un’attività di riserva. Tuttavia, i contributi finanziari erogati negli anni precedenti dalla Nationale Bank van België/Banque Nationale de Belgique e dalla Banque de France tramite l’FMI per ridurre il debito dei paesi poveri fortemente indebitati non hanno dato luogo a crediti esteri, e pertanto continuano a richiedere misure correttive.

Il finanziamento dell’unità di informazione finanziaria spagnola (Servicio Ejecutivo de la Comisión de Prevención del Blanqueo de Capitales e Infracciones Monetarias – Sepblac) da parte del Banco de España non è compatibile con il divieto di finanziamento monetario sancito all’articolo 123, in quanto Sepblac è un ente del settore pubblico. Pertanto, le disposizioni riguardanti Sepblac devono essere riviste al fine di assicurare il rispetto del divieto.

10 La BCE nel contesto internazionale e dell’UE

Nel 2024 la BCE ha continuato a intrattenere un dialogo aperto con le controparti europee e internazionali. L’interazione tra la BCE e il Parlamento europeo è al centro del regime di responsabilità della BCE. La BCE ha effettuato audizioni periodiche e scambi di corrispondenza con la Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (ECON). Ha inoltre interagito con la commissione ECON nel quadro dei lavori in corso per un euro digitale. A livello internazionale, la BCE ha collaborato con i partner del G20, sottolineando la necessità di rafforzare la capacità di tenuta del settore bancario e di quello finanziario non bancario e di promuovere l’attuazione dei piani di azione concordati in ambito G20 e di Basilea III. La BCE ha inoltre contribuito al dibattito in seno al Fondo monetario internazionale (FMI) su tematiche rilevanti per le banche centrali, anche per quanto riguarda le politiche e gli strumenti di credito dell’FMI per le economie emergenti e i paesi a basso reddito.

10.1 La responsabilità della BCE per il proprio operato

Rendere conto del proprio operato è un’importante contropartita dell’indipendenza

Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) conferisce alla BCE l’indipendenza necessaria a garantire che essa possa perseguire il proprio mandato, che consiste nel mantenere la stabilità dei prezzi, senza interferenze politiche. A tale indipendenza corrisponde l’obbligo, per la BCE, di rendere regolarmente conto del proprio operato al Parlamento europeo, l’istituzione che rappresenta i cittadini dell’Unione europea. Le prassi della BCE in tema di responsabilità, basate sull’articolo 284, paragrafo 3, del TFUE, prevedono un dialogo basato sull’ascolto reciproco tra la BCE e il Parlamento europeo. Ciò consente alla BCE di spiegare le proprie politiche e decisioni e di ascoltare le preoccupazioni dei rappresentanti eletti dei cittadini. Il regime di responsabilità della BCE, inoltre, è completato dal controllo giurisdizionale della Corte di giustizia dell’Unione europea.

La BCE ha proseguito l’interazione con il Parlamento europeo, instaurando relazioni con i rappresentanti neoeletti

A giugno 2024 i cittadini dell’UE hanno eletto i nuovi membri del Parlamento europeo; i lavori del Parlamento sono stati sospesi tra la fine di aprile e l’inizio di luglio. Pertanto la Presidente della BCE ha partecipato a tre audizioni periodiche dinanzi alla commissione ECON: una a febbraio con la commissione uscente e due nella seconda metà dell’anno con i membri neoeletti. La Presidente ha anche partecipato al dibattito in sessione plenaria sul Rapporto annuale della BCE relativo al 2022. Queste attività hanno agevolato lo scambio di opinioni sulle principali decisioni di politica monetaria e su altre questioni inerenti alle attività di banca centrale. Ad aprile, inoltre, il Vicepresidente ha presentato il Rapporto annuale della BCE sul 2023 alla commissione ECON. Nello stesso mese, in aggiunta, la BCE ha pubblicato il proprio riscontro alla risoluzione del Parlamento europeo sul Rapporto annuale 2022.

Nel corso dell’anno la BCE ha risposto a 12 interrogazioni scritte presentate da deputati del Parlamento europeo, su temi quali la politica monetaria, le prospettive economiche, l’euro digitale e le questioni istituzionali della BCE. Dopo l’elezione del nuovo Parlamento, a settembre si è tenuta una sessione introduttiva sulla BCE per consentire agli europarlamentari di acquisire familiarità con le attività della BCE e i suoi obblighi di responsabilità per il proprio operato. A novembre 2024 una delegazione della commissione ECON, composta, tra gli altri, da diversi nuovi deputati del Parlamento europeo, ha partecipato alla visita annuale presso la BCE a Francoforte sul Meno.

È proseguito il dialogo sull’euro digitale

Nel corso del 2024 la BCE ha proseguito la stretta collaborazione con il Parlamento europeo sulla fase preparatoria dell’euro digitale. Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo BCE, ha partecipato a due audizioni dinanzi alla commissione ECON per fornire aggiornamenti sullo stato di avanzamento del progetto sull’euro digitale[90]. Inoltre, il presidente e i membri della commissione ECON sono stati tenuti al corrente, via lettera, di tutti i principali sviluppi relativi all’euro digitale. La BCE ha anche partecipato a eventi organizzati da eurodeputati per affrontare vari aspetti del progetto sull’euro digitale.

Il sostegno alla moneta unica ha raggiunto i massimi storici nel 2024

L’indagine Eurobarometro standard dell’autunno 2024 ha rivelato che l’81 per cento degli intervistati nell’area dell’euro è a favore della moneta unica, segnando un nuovo massimo storico. Inoltre, il 51 per cento degli intervistati dell’area ha espresso fiducia nella BCE, facendo registrare il livello più elevato dall’autunno 2009 e un aumento di 8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2023. La BCE ribadisce il proprio impegno a partecipare costruttivamente al dialogo con il Parlamento europeo e i cittadini dell’area dell’euro. Spiegando le proprie decisioni, rispondendo alle preoccupazioni dell’opinione pubblica e mantenendo un dialogo aperto, la BCE mira a rafforzare la fiducia e ad assicurare l’efficace assolvimento degli obblighi di responsabilità per il proprio operato.

10.2 Le relazioni internazionali

G20

La Presidenza del G20 ha promosso la cooperazione multilaterale nonostante le forti tensioni geopolitiche

Durante la presidenza brasiliana del G20 nel 2024, nonostante l’allentamento delle pressioni inflazionistiche e la tenuta del contesto economico mondiale, l’economia internazionale ha continuato a essere esposta a sfide significative a causa della guerra della Russia contro l’Ucraina e dall’escalation dei conflitti in Medio Oriente. Malgrado le tensioni geopolitiche, la presidenza brasiliana ha portato avanti con successo la cooperazione multilaterale, raggiungendo un accordo sui comunicati relativi alle riunioni dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei paesi del G20 svoltesi a luglio e ottobre e sulla dichiarazione dei leader di Rio de Janeiro a novembre. Le priorità si sono concentrate sulle disuguaglianze, sui cambiamenti climatici, sullo sviluppo sostenibile, sul rafforzamento del ruolo delle banche multilaterali di sviluppo, sulla stabilità finanziaria e sulla cooperazione internazionale in materia fiscale. È stato adottato un piano d’azione del G20 per banche multilaterali di sviluppo migliori, più grandi e maggiormente efficaci. La BCE ha accolto con favore il riconoscimento, da parte della presidenza brasiliana, del ruolo del Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) nella regolamentazione del settore bancario e del settore finanziario non bancario, sottolineando la necessità di attuare: a) il piano d’azione del G20 e le raccomandazioni dell’FSB sulle cripto‑attività; b) il piano d’azione del G20 sui pagamenti transfrontalieri; c) Basilea III e d) le raccomandazioni dell’FSB sugli intermediari finanziari non bancari. La BCE ha inoltre sottolineato l’importanza di regolamentare le tecnologie innovative, quali l’intelligenza artificiale e la tokenizzazione, per assicurare che i loro benefici siano sostenuti da solidi quadri normativi.

Le questioni legate all’FMI e all’architettura finanziaria internazionale

La BCE ha contribuito al dibattito in seno all’FMI sull’ulteriore sostegno alle economie emergenti e ai paesi a basso reddito

La BCE ha continuato a svolgere un ruolo attivo nel dibattito sul sistema monetario e finanziario internazionale in seno all’FMI[91] e in altre sedi. Nel 2024 l’FMI ha adottato misure significative per fornire ulteriore sostegno alle economie emergenti e ai paesi a basso reddito.

A ottobre l’FMI ha accolto un 25° Direttore esecutivo nel proprio Consiglio di amministrazione. Il nuovo Direttore esecutivo, insieme ad altri due, rappresenta l’Africa subsahariana, rafforzando la voce e la rappresentanza della regione. L’FMI ha inoltre rivisto i propri oneri e la propria politica in materia di sovrattasse sui prestiti per ridurre significativamente i costi di finanziamento sostenuti dai paesi membri in difficoltà, salvaguardando nel contempo la propria capacità finanziaria. Per i paesi a basso reddito, l’FMI ha definito le basi per la sostenibilità del fondo per la riduzione della povertà e per la crescita (Poverty Reduction and Growth Trust, PRGT), in parte concordando un pacchetto di riforme e finanziamenti pluriennali volto ad assicurare le risorse necessarie a consentire la prosecuzione dei prestiti dell’FMI a tassi agevolati. Ha inoltre intrapreso il suo primo riesame intermedio del fondo per la resilienza e la sostenibilità (Resilience and Sustainability trust, RST). Tale fondo aiuta i paesi a basso reddito e i paesi vulnerabili a medio reddito a rafforzare la loro resilienza macroeconomica ai cambiamenti climatici e alle prossime pandemie, contribuendo così alla futura stabilità della bilancia dei pagamenti. Gli Stati membri dell’UE e le rispettive banche centrali contribuiscono in modo significativo a entrambi i fondi. Gli apporti offerti dalle banche centrali dell’UE possono essere impiegati solo se il risultante credito nei confronti del fondo ha lo status di attività di riserva, il che esclude i contributi sotto forma di sovvenzioni o donazioni. La BCE ha inoltre continuato a sostenere le iniziative internazionali volte ad aiutare i paesi vulnerabili ad affrontare le crescenti difficoltà connesse alla sostenibilità del debito, in particolare il miglioramento del quadro comune per il trattamento del debito (Common Framework for Debt Treatments) del G20 e l’iniziativa dell’FMI e della Banca mondiale per sostenere i paesi che si trovano ad affrontare problemi di liquidità, ma il cui debito è sostenibile.

Tre anni dopo l’ultima allocazione generale di diritti speciali di prelievo (DSP) da parte dell’FMI, avvenuta nel 2021, la BCE e le banche centrali nazionali dell’Eurosistema hanno riesaminato i propri accordi di scambio volontario (Voluntary Trading Arrangements, VTA) di DSP con l’FMI[92]. A novembre il Consiglio direttivo della BCE ha concluso che gli attuali VTA dell’Eurosistema si confermano adeguati, compresi i loro intervalli di negoziazione.

Riquadro 7
La House of the Euro: un vivace primo anno di collaborazione

Cos’è la House of the Euro?

Situata nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles, la House of the Euro è un polo condiviso che riunisce la BCE e sette banche centrali nazionali (BCN) dell’area dell’euro: Deutsche Bundesbank, Banc Ceannais na hÉireann/Central Bank of Ireland, Banco de España, Banque de France, Banca d’Italia, Bank Ċentrali ta’ Malta/Central Bank of Malta e Banka Slovenije. Oltre a queste, la Hrvatska narodna banka ha distaccato un proprio dipendente presso il gruppo della BCE a Bruxelles per ampliare la capacità operativa della nuova rappresentanza. Inoltre, la Nationale Bank van België/Banque Nationale de Belgique, avendo sede a Bruxelles, intrattiene rapporti di stretta collaborazione con la House of the Euro. Questa è stata ufficialmente aperta il 9 novembre 2023 con l’obiettivo di promuovere la cooperazione tra le banche centrali dell’Eurosistema e migliorarne la visibilità a Bruxelles.

A un anno dalla sua inaugurazione, la House of the Euro si è affermata come un vivace polo di collaborazione, dialogo e dibattito tra i banchieri centrali e i principali interlocutori a Bruxelles. Gli esperti della House of the Euro provenienti dalla BCE e dalle BCN collaborano per condividere conoscenze e comunicare il punto di vista dell’Eurosistema ai decisori politici, ai think tank, ai rappresentanti del settore privato e ai mezzi di informazione. Inoltre, forniscono supporto ai membri del Consiglio direttivo della BCE e al personale dell’Eurosistema nei loro impegni a Bruxelles.

La House of the Euro ha portato a compimento l’obiettivo di dialogare con le parti interessate su temi connessi alle politiche dell’UE rilevanti per l’Eurosistema. Gli eventi ospitati presso la House of the Euro consentono alla BCE e alle BCN partecipanti di raggiungere un pubblico più vasto e scambiare opinioni con i soggetti coinvolti. Tra gli argomenti trattati in questi eventi spiccano la politica monetaria della BCE e l’euro digitale, l’unione dei mercati dei capitali, i cambiamenti climatici e l’impatto della digitalizzazione.

Principali attività del 2024

Un evento importante e degno di nota è stato una tavola rotonda tra rappresentanti di alto livello sull’euro digitale, un progetto fondamentale volto a salvaguardare la sovranità monetaria dell’Europa nel contesto di una crescente digitalizzazione della nostra economia. A settembre il membro del Comitato esecutivo della BCE Piero Cipollone e l’allora commissaria dell’UE Mairead McGuinness hanno incontrato gli esponenti di associazioni dei consumatori, del commercio e delle banche per discutere i vantaggi di un euro digitale. L’evento ha sottolineato l’impegno della BCE nel coinvolgere tutte le parti interessate nel contesto del progetto sull’euro digitale.

La House of the Euro ha inoltre ospitato interventi e dibattiti incentrati sulle prospettive economiche, sulla politica monetaria e sulle sfide strutturali nell’area dell’euro. A marzo Piero Cipollone ha pronunciato il discorso inaugurale sulla politica monetaria nella House of the Euro. Nel corso dell’anno il personale della BCE ha tenuto presentazioni periodiche per informare la comunità di Bruxelles sull’orientamento di politica monetaria della BCE e sulle prospettive economiche per l’area dell’euro. Inoltre, a maggio e a novembre la BCE e l’FMI hanno organizzato eventi congiunti che hanno offerto ai partecipanti l’opportunità di discutere delle sfide economiche che l’Europa si trova ad affrontare e dell’impegno a favore di innovazione, investimenti e produttività.

Nel corso dell’anno, la BCE e le BCN hanno anche collaborato a diversi eventi speciali presso la House of the Euro. Uno di questi ha riguardato l’unione dei mercati dei capitali, un tema di grande rilevanza per l’Eurosistema. A giugno 2024 rappresentanti di alto livello della BCE e delle BCN si sono riuniti per confrontarsi sulla necessità di realizzare rapidi progressi e compiere azioni concrete per completare l’unione dei mercati dei capitali. Hanno evidenziato ambiti di priorità quali il miglioramento delle prassi per gli investitori al dettaglio e lo sviluppo del mercato delle cartolarizzazioni nell’UE. Altri due eventi, organizzati congiuntamente dalla BCE e dalle BCN partecipanti, hanno esaminato la crescita delle grandi società tecnologiche nel settore finanziario e gli intermediari finanziari non bancari.

2025 e oltre

La House of the Euro conferma il proprio impegno a dialogare con i principali interlocutori a Bruxelles con l’obiettivo di trasmettere il punto di vista dell’Eurosistema e raccogliere informazioni di interesse per i responsabili delle sue decisioni. Il primo anno ha messo in luce l’importanza della collaborazione sul campo tra la BCE e le BCN a Bruxelles facendo ben sperare per il futuro.

11 Promuovere la buona governance e la sostenibilità sociale e ambientale

La BCE svolge attività importanti sui temi ambientali, sociali e di governance (environmental, social and governance, ESG). In quanto istituzione pubblica, la BCE deve rendere conto del proprio operato ai cittadini dell’Unione europea (UE) e ai loro rappresentanti eletti. Tale responsabilità comporta una comunicazione e un’interazione efficaci con interlocutori differenti, il mantenimento dei più elevati standard etici e di trasparenza, la crescita del proprio personale e la concomitante promozione del suo benessere, nonché la valutazione degli impatti e dei rischi climatici e ambientali. Nel 2024 sono stati raggiunti diversi obiettivi fissati nel piano della BCE sul clima e sulla natura.

11.1 Aggiornamenti sui temi ambientali, sociali e di governance

Nel 2024 la BCE ha proseguito i lavori sui temi ambientali, sociali e di governance

Questa panoramica dei principali sviluppi in materia di temi ESG nel 2024 è integrata da altre sezioni del presente rapporto annuale e da ulteriori informazioni disponibili sul sito Internet della BCE (cfr. la tavola 11.1).

Le sezioni 11.2 e 11.3 descrivono in dettaglio le principali iniziative condotte dalla BCE nel 2024 per continuare a rafforzare il proprio quadro di governance come istituzione europea, promuovendo al tempo stesso la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini. La sezione 11.2 illustra le modalità con cui la BCE collabora strettamente con le altre istituzioni a livello europeo e internazionale per il rafforzamento dell’etica, dell’integrità e della buona condotta, rispondendo in tal modo anche all’accresciuto interesse da parte del pubblico per questi temi. La sezione 11.3 esamina le iniziative attuate dalla BCE per potenziare la propria comunicazione e incrementare trasparenza e accessibilità al pubblico. La sezione 11.4 fornisce una panoramica delle politiche per il personale e informazioni sul modo in cui la BCE promuove una cultura di lavoro aperta e incoraggia lo sviluppo delle professionalità; offre inoltre aggiornamenti sull’impegno in materia di diversità e inclusione, delineando i principali sviluppi del 2024. Infine, la sezione 11.5 presenta i lavori della BCE sulle tematiche legate al clima e all’ambiente e fornisce dettagli su pubblicazioni più specialistiche su questi argomenti.

I rischi climatici sono incorporati in misura crescente nel quadro complessivo di gestione dei rischi

I rischi ESG sono valutati nell’ambito del quadro di riferimento della BCE per la gestione dei rischi finanziari e non finanziari, descritto nel capitolo del Bilancio 2024 della BCE relativo alla gestione dei rischi. Una componente di questo quadro è la prova di stress sui rischi climatici condotta sul bilancio dell’Eurosistema[93], in base alla quale la BCE valuta la sensibilità del profilo di rischio finanziario dell’Eurosistema al cambiamento climatico. La prima prova di stress sui rischi climatici è stata condotta nel 2022, divenendo da allora un esercizio periodico; una nuova prova è stata condotta nel 2024.

11.2 Rafforzare l’etica e l’integrità

L’Ufficio di conformità e governance (Compliance and Governance Office, CGO) della BCE è responsabile della definizione delle norme in materia di etica e governance secondo i più elevati standard di condotta, nonché del monitoraggio del rispetto di tali norme.

Il Comitato per l’etica e la conformità ha tenuto sessioni tematiche sulla buona condotta cui hanno partecipato numerose istituzioni analoghe

Nel 2024, per assistere le banche centrali nazionali e le autorità nazionali competenti nell’attuazione degli indirizzi in materia di condotta etica, il Comitato per l’etica e la conformità ha fornito indicazioni su questioni riguardanti le restrizioni alle operazioni finanziarie private e ai conflitti di interesse relativi alle attività esterne e ai congedi non retribuiti. Inoltre, per massimizzare i vantaggi e le conoscenze derivanti dalla diversità di prospettive, il Comitato ha organizzato sessioni tematiche con oratori esterni, cui hanno partecipato soggetti provenienti da circa 50 diverse istituzioni e organizzazioni pubbliche. Per celebrare la giornata mondiale dell’etica (Global Ethics Day), il Comitato ha diffuso un banner con il testo “Etica: la nostra bussola comune” tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’UE, sottolineando il comune impegno.

La BCE ha firmato l’accordo che istituisce l’organismo dell’UE responsabile dell’etica ed è stata attivamente coinvolta nei lavori dell’ENMO

A livello europeo, la BCE, insieme ad altre istituzioni europee, si è adoperata per l’adozione di un accordo interistituzionale che istituisce l’organismo etico dell’UE. La firma dell’accordo è un risultato importante e fondamentale per promuovere una cultura comune di buona condotta tra le istituzioni europee. A livello internazionale, la BCE è stata attivamente coinvolta nella condivisione delle conoscenze e delle migliori prassi all’interno dell’Ethics Network of Multilateral Organizations (ENMO) a livello mondiale, sia attraverso il suo ruolo di Vicepresidente del network, sia attraverso il suo contributo alle riunioni, ai gruppi di lavoro e alla conferenza annuale ospitata dall’Organizzazione mondiale della sanità, rafforzando così la collaborazione a livello mondiale.

Il mantenimento della consapevolezza riguardo ai temi dell’etica e dell’integrità è rimasta una priorità fondamentale nel 2024. Oltre ai programmi per i neoassunti, il CGO ha sottolineato l’organizzazione di corsi di formazione concepiti e adattati alle specifiche funzioni aziendali, nonché di sessioni di aggiornamento sulle norme applicabili alle operazioni finanziarie private. Sono state inoltre organizzate diverse iniziative di sensibilizzazione per celebrare la giornata mondiale dell’etica, tra cui padiglioni e quiz per tutto il personale della BCE. Il CGO ha proseguito gli sforzi di digitalizzazione al fine di semplificare l’accesso del personale alla consulenza su questioni etiche, ad esempio attraverso i dispositivi mobili della BCE. Inoltre, il processo per la presentazione delle dichiarazioni di interessi da parte di alti funzionari della BCE è stato digitalizzato, consentendo un invio più rapido e agevole.

Le iniziative di sensibilizzazione e gli sforzi costanti per sviluppare strumenti digitali intuitivi hanno portato a un notevole aumento del numero di richieste di consulenza su questioni etiche, da 2.767 nel 2023 a 3.070 nel 2024 (cfr. il grafico 11.1). I controlli annuali di verifica della conformità organizzati dal CGO nel 2024 hanno confermato ancora una volta la completa adesione del personale e delle alte cariche della BCE alle norme sulle operazioni finanziarie private.

Grafico 11.1

Panoramica delle richieste da parte del personale della BCE nel 2024

Fonte: BCE.

Il Comitato etico sostiene e fornisce consulenza ad alte cariche della BCE su questioni etiche

Il Comitato etico indipendente della BCE, insieme al Comitato di audit, integra la struttura di governance della BCE e fornisce consulenza alle alte cariche su questioni in materia di etica, riguardanti soprattutto le attività private e l’occupazione al momento dell’uscita dalla BCE, e valuta le loro Dichiarazioni di interessi. Inoltre, il Comitato segue gli sviluppi europei e internazionali nel campo dell’etica e della buona condotta. Nel 2024 esso ha esaminato il rispetto delle norme sulle operazioni finanziarie private da parte delle alte cariche della BCE tramite le Dichiarazioni di interessi e ha formulato 34 pareri su diverse questioni, ad esempio dieci pareri sulle restrizioni successive alla cessazione del rapporto di lavoro (diversi dei quali includevano raccomandazioni sul rispetto dei periodi di incompatibilità). I pareri del Comitato etico sono pubblicati sul sito Internet della BCE sei mesi dopo la data di formulazione.

11.3 Comunicazione e trasparenza delle politiche della BCE

Una comunicazione chiara è essenziale per orientare con successo le aspettative degli esperti e del pubblico

Con l’ulteriore calo dell’inflazione nel 2024, e in considerazione del suo approssimarsi all’obiettivo del 2 per cento nel 2025, le politiche della BCE sono state favorite dalla stabilità delle aspettative di inflazione. La ricerca mostra sempre più che le aspettative dei consumatori e delle imprese sono importanti almeno quanto quelle dei mercati finanziari per la trasmissione della politica monetaria. Per orientare con successo tali aspettative, la BCE deve comunicare in modo chiaro, coerente e comprensibile.

Sono stati compiuti sforzi coordinati per spiegare la prima riduzione dei tassi d’interesse a giugno 2024

Il 2024 è stato caratterizzato da una svolta nel ciclo dei tassi di interesse di riferimento. La prima riduzione dei tassi di interesse, a giugno 2024, è stata accompagnata da uno sforzo coordinato di comunicazione per spiegare la decisione e le prospettive per l’economia. Ne sono parte integrante gli editoriali della Presidente apparsi in diversi mezzi di informazione in Europa (e pubblicati anche come post sul Blog della BCE riguardanti le ragioni della riduzione dei tassi), nonché le interviste televisive e radiofoniche rilasciate dai membri del Comitato esecutivo. Un approfondimento nella sezione Facciamo chiarezza incentrato sul significato delle riduzioni dei tassi per le persone nella vita quotidiana è stato reso disponibile in tutte le lingue dell’UE e reso noto attraverso i social media della BCE.

Migliorare la divulgazione

La politica della BCE è stata discussa su canali con la più ampia diffusione

L’aumento dei prezzi era diventato un problema molto importante per i cittadini europei, durante la passata impennata dell’inflazione, e aveva generato molte domande e preoccupazioni. La BCE ha continuato a dar conto del proprio operato al pubblico. Le ricerche dimostrano che la maggior parte degli europei sente ancora parlare della BCE attraverso i canali televisivi e radiofonici, con una quota crescente di persone raggiunte anche attraverso notizie online. I responsabili delle politiche della BCE si sono pertanto concentrati sulla televisione, sui social media e sui mezzi di comunicazione di interesse generale, canali utili per spiegare la politica della BCE e il modo in cui questa garantisce la stabilità dei prezzi a vantaggio di tutti.

Sono stati esplorati nuovi formati per raggiungere il pubblico

Sono stati esplorati nuovi formati, come ad esempio un documentario televisivo “dietro le quinte” sul modo in cui vengono prese le decisioni, che fornisce approfondimenti di carattere personale sul funzionamento della BCE. Per stabilire un collegamento diretto con i cittadini di tutti i paesi dell’area dell’euro, i responsabili delle politiche della BCE hanno spesso abbinato le visite ufficiali alle opportunità di interagire con i cittadini in luoghi quali un mercato agricolo locale, o nelle scuole e università. Uno sforzo straordinario è stato compiuto per raggiungere le persone che di solito non sentono parlare delle politiche della banca centrale, con la partecipazione della Presidente Lagarde a un noto programma televisivo satirico per spiegare in modo semplice e accessibile cosa fa la BCE per tenere sotto controllo i prezzi, come l’intelligenza artificiale influisce sull’economia e come far fronte a una maggiore incertezza economica.

I responsabili delle politiche della BCE hanno visitato le imprese

Per rendere tangibile il legame tra politica monetaria e attività economica reale, i responsabili delle politiche della BCE hanno visitato imprese in diversi paesi dell’area dell’euro, ad esempio il laboratorio di calcolo quantistico Pasqal, in Francia, il fornitore di tecnologia e servizi Bosch, in Germania, e il Porto di Rotterdam nei Paesi Bassi. Tali visite non sono solo occasioni in cui discutere il modo in cui le politiche della BCE influiscono sull’economia e sulle imprese; esse aiutano altresì i responsabili delle politiche a comprendere meglio le sfide economiche cui devono far fronte le imprese, ad esempio l’impatto della regolamentazione e della tecnologia sulla produttività, la difficoltà di trovare lavoratori adeguatamente qualificati o le esigenze della transizione ecologica.

La BCE ha continuato a interagire con la comunità locale a Francoforte e nella regione Reno‑Meno

La BCE ha continuato a impegnarsi nel suo ruolo di buon cittadino istituzionale della città di Francoforte sul Meno, interagendo direttamente con la popolazione locale. Nel 2024 la BCE ha aperto ancora una volta le porte ai visitatori durante il festival annuale “Notte dei musei”. Ha inoltre partecipato alle celebrazioni locali dell’Europafest nella Giornata dell’Europa (9 maggio), con un padiglione molto visitato, e ha organizzato, insieme alla Frankfurt Radio Symphony, un concerto all’aperto per l’Europa di grande successo in prossimità della sede della BCE, cui hanno partecipato circa 17.000 ospiti.

In occasione dell’Europafest, svoltosi il 9 maggio 2024, la presidente dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali Petra Hielkema, il membro del Comitato esecutivo della BCE Philip R. Lane e il Presidente della Deutsche Bundesbank Joachim Nagel interagiscono con i cittadini locali nel padiglione della BCE.

Rendere la BCE più accessibile

Il pubblico è ancora molto interessato a conoscere la BCE dall’interno

Nel corso dell’anno il Centro visitatori della BCE ha ospitato un totale di 21.325 visitatori, di cui 12.798 hanno preso parte a visite guidate e 8.527 a conferenze. In considerazione del vivo interesse del pubblico per l’architettura dell’edificio principale della BCE, nel luglio 2024 sono state reintrodotte visite architettoniche guidate cui hanno partecipato 1.040 visitatori. Si tratta solo di una frazione di coloro che hanno mostrato interesse, ma il numero di posti per le visite è limitato a causa di vincoli di capacità.

Sono stati messi a disposizione del pubblico nuovi canali digitali

Per agevolare l’accesso alla BCE e alle sue politiche, compreso l’accesso online, la BCE ha rinnovato la struttura dei suoi siti Internet, adottando un approccio incentrato sull’utente, per agevolare la ricerca di informazioni da parte del pubblico. È stato inoltre istituito un nuovo canale WhatsApp per raggiungere un nuovo bacino d’utenza. Esso offre notizie, quiz e altri contenuti interattivi, e alla fine del 2024 aveva raggiunto oltre 90.000 abbonati. La BCE ha inoltre proseguito nell’impegno a utilizzare la tecnologia per assicurare che le informazioni pubblicate siano di facile comprensione. A tal fine, è in fase di sviluppo uno strumento basato sull’intelligenza artificiale che migliora lo stile di scrittura, e sono resi maggiormente disponibili contenuti multilingue con l’aiuto di eTranslation, il servizio di traduzione automatica della Commissione europea.

Gli anniversari rappresentano un’opportunità per richiamare l’attenzione del pubblico sul lavoro della BCE

Giornate speciali e anniversari offrono l’opportunità di richiamare l’attenzione del pubblico sulla BCE e sui suoi lavori, per spiegare cosa fa e come il suo lavoro influisce sulle persone. Il 2024 è stato il decimo anniversario dell’istituzione della vigilanza bancaria europea. Per celebrare la ricorrenza, sono state aggiornate e migliorate le zone espositive relative alla vigilanza bancaria nel Centro visitatori della BCE. Lo scorso anno anche il Podcast della BCE ha celebrato il suo quinto anniversario, caratterizzato da uno speciale episodio #AskECB in cui è stata data risposta alle domande dei cittadini, e il canale Linkedin della BCE ha raggiunto i 500.000 follower.

Le richieste di accesso da parte del pubblico sono leggermente aumentate rispetto al 2023 e vi è stato un costante interesse per i documenti che trattano argomenti istituzionali

Il regime della BCE in materia di accesso ai documenti da parte del pubblico svolge un ruolo cruciale nella sua politica di trasparenza. Tale regime promuove l’apertura e rafforza la legittimità democratica della BCE, assicurando il più ampio accesso possibile ai documenti della BCE e garantendo nel contempo la tutela della sua indipendenza e del suo efficace funzionamento.

Nel 2024 il numero di richieste di accesso da parte del pubblico a documenti della BCE è lievemente aumentato (74 richieste) rispetto al 2023 (73). Le richieste hanno continuato a riguardare un’ampia gamma di argomenti relativi ad aspetti istituzionali e di governance, nonché alle attività di banca centrale e di vigilanza. Come nel 2023, il maggior numero di richieste si riferiva a documenti relativi a questioni istituzionali, come gli appalti. A sottolineare l’impegno della BCE a favore della trasparenza, i documenti divulgati in risposta a richieste di accesso da parte del pubblico sono in genere resi disponibili attraverso il Registro pubblico di documenti della BCE. Inoltre, la rassegna dei temi delle richieste di accesso ai documenti ricevute dalla BCE è stata aggiornata al 2024.

Per accrescere la consapevolezza del quadro giuridico che disciplina l’accesso ai documenti e promuovere una cultura della trasparenza all’interno dell’istituzione, la BCE ha organizzato iniziative di sensibilizzazione rivolte a tutto il personale in occasione della Giornata internazionale per l’accesso universale alle informazioni, proclamata dall’UNESCO.

La Mediatrice europea non ha riscontrato alcun caso di cattiva amministrazione in merito alla gestione, da parte della BCE, delle richieste di accesso presentate dal pubblico.

11.4 Diamo al nostro personale gli strumenti per eccellere in Europa

Il nostro ambiente di lavoro è plasmato dalle persone e modellato sulle persone

Nel 2024 la BCE ha continuato a dare priorità all’impegno volto a promuovere una cultura di lavoro aperta e un ambiente di lavoro dinamico, inclusivo e solidale in cui ogni persona sia messa nelle condizioni di eccellere. Ha introdotto diverse iniziative per migliorare il benessere, lo sviluppo di carriera, la diversità e l’inclusione (D&I). La BCE ha inoltre avviato il passaggio a spazi di lavoro dinamici, secondo una nuova progettazione dei nostri uffici che riflette l’evoluzione del lavoro ibrido da remoto e in presenza. Nuove misure, quali il congedo parentale specifico interamente retribuito e l’aumento dei congedi per i prestatori di assistenza, sottolineano l’impegno della BCE a promuovere un ambiente equo. Per sostenere lo sviluppo del personale è stato lanciato un portale delle carriere, che offre opportunità di mobilità (in base alle quali i dipendenti possono cambiare lavoro all’interno dell’organizzazione) e di mentoring. L’attenzione alla D&I è testimoniata da obiettivi di genere ambiziosi e da iniziative che ne affrontano i diversi aspetti. Attraverso questo impegno, la BCE ambisce a coltivare un ambiente di lavoro in cui tutti i dipendenti si sentano valorizzati e dotati degli strumenti utili a contribuire nel modo migliore al futuro dell’Europa.

Cultura e condizioni di lavoro

La BCE sta passando a spazi di lavoro dinamici

La BCE sta trasformando i propri spazi per adattarsi a un modello ibrido di lavoro da remoto e in presenza. Nel 2024 ha compiuto i primi passi verso l’introduzione di spazi di lavoro dinamici, prevedendo anche la condivisione delle scrivanie, al fine di promuovere flessibilità, inclusione e collaborazione, ottimizzando nel contempo l’uso dei locali destinati agli uffici. Il coinvolgimento dei dipendenti è essenziale per creare un ambiente di lavoro che sostenga la diversità degli individui e degli stili di lavoro. Alcuni team hanno già progettato i loro nuovi spazi e vi si trasferiranno nel 2025.

È stato introdotto un nuovo congedo specifico per i genitori, in aggiunta al congedo parentale esistente, ed è stato esteso il congedo ad hoc per i prestatori di assistenza

A partire dal 1° gennaio 2025 la BCE ha introdotto un sistema di congedi specifici per i genitori di bambini nati o adottati da tale data. Essi potranno fruire di 40 giorni aggiuntivi di congedo retribuito nei primi tre anni successivi alla nascita o all’adozione. Una misura transitoria concede 20 giorni per i bambini nati o adottati a partire da agosto 2022. Il congedo ad hoc concesso ai prestatori di assistenza è stato innalzato a dieci giorni annui. L’incremento dei benefici esistenti sottolinea l’impegno della BCE in favore dell’equilibrio tra attività professionale e vita privata e della parità di genere e promuove un ambiente di lavoro inclusivo.

Le attività seguite all’indagine condotta presso il personale hanno dato priorità al benessere e alla cultura della comunicazione aperta

La BCE ha continuato a dare priorità all’ascolto del personale al fine di comprenderne meglio le esigenze. Sulla scorta dei riscontri ricevuti nell’ambito di un’indagine condotta ad hoc, la BCE ha introdotto iniziative volte a migliorare il benessere e a rafforzare l’attitudine a parlare apertamente dei problemi. Ad esempio, focus group hanno contribuito a comprendere le cause profonde delle difficoltà in tema di benessere e a individuare soluzioni per porvi rimedio, campagne di comunicazione hanno accresciuto la consapevolezza circa le opzioni di lavoro flessibile e seminari hanno preparato addetti e dirigenti ad affrontare comportamenti irrispettosi.

Al fine di promuovere un ambiente di lavoro rispettoso, la BCE ha condotto un riesame delle procedure di segnalazione, di indagine e disciplinari

È stato inoltre effettuato un riesame, trasversale alle aree di business, del quadro di riferimento per la gestione delle condotte scorrette sul luogo di lavoro, con l’obiettivo di rendere le procedure più chiare ed efficienti e di garantire una protezione e un sostegno migliori.



È stata approvata la nuova metodologia GSA

Nel 2024 si è conclusa la revisione della metodologia di incremento generale delle retribuzioni (General Salary Adjustment, GSA). Tale metodologia definisce le modalità di adeguamento annuale degli stipendi erogati dalla BCE. Il nuovo approccio si basa su dati pubblicati da Eurostat, garantendo trasparenza e obiettività.

Sviluppo dei talenti e delle carriere

È stato lanciato il portale delle carriere

Lo sviluppo di carriera è prioritario per la BCE e nel 2024 è stata avviata un’importante iniziativa, il nuovo “portale delle carriere”, che consente l’esplorazione, da parte del personale, di opportunità quali la mobilità e il mentoring. Il portale delle carriere offre inoltre una nuova possibilità: permette ai dipendenti di cercare persone all’interno dell’organizzazione con cui scambiarsi il lavoro; in questo modo il personale può compiere un trasferimento orizzontale, ampliare le proprie competenze e arricchire le proprie reti professionali. Nel 2025 saranno aggiunte al portale nuove funzionalità, come l’opportunità di sperimentare la vita lavorativa di un collega attraverso la sua osservazione diretta (job shadowing). Nelle prime sei settimane dall’avvio, il portale delle carriere è stato utilizzato da 1.207 dipendenti.

Il personale della BCE ha usufruito delle opportunità di mobilità

Per quanto riguarda la mobilità, nell’ambito della sesta edizione del Programma Schuman, lanciata nel 2024, sono state offerte opportunità di distacco per la realizzazione di 39 progetti, consentendo lo scambio di personale tra la BCE, le autorità nazionali competenti (ANC) e le banche centrali nazionali (BCN). I dipendenti della BCE hanno inoltre continuato a partecipare a scambi con diverse ANC e istituzioni europee nell’ambito di un apposito programma riservato al personale del Meccanismo di vigilanza unico (MVU). Alla fine del 2024 erano in vigore sette accordi di scambio con quattro ANC (Banca d’Italia, De Nederlandsche Bank, Banco de España e l’Autorità prudenziale francese per la vigilanza e le risoluzioni) e tre agenzie (il Comitato di risoluzione unico, la Banca europea per gli investimenti e l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati).

Il programma di formazione si è concentrato sull’IA, sui rischi climatici e sulla leadership

Il nostro ambiente di lavoro sta cambiando e ci pone dinanzi a nuove sfide con un ritmo incalzante. Sviluppare competenze e acquisirne di nuove è fondamentale sia per la crescita personale sia per il successo organizzativo. Il programma di formazione del 2024 si è concentrato sull’intelligenza artificiale (IA), sui rischi climatici e sulla leadership. Riguardo all’IA, ha puntato ad accrescerne la consapevolezza e a promuoverne l’interesse: i dipendenti sono stati incoraggiati a esplorare cosa sia l’IA e a sperimentarne tecnologie e strumenti. Un programma di formazione sui rischi climatici ha consentito a dipendenti del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e dell’MVU di comprendere l’impatto di tali rischi sul sistema finanziario. Le iniziative di sviluppo della leadership hanno incluso un esercizio di feedback a 360 gradi per tutti i livelli di leadership e, per la prima volta, un programma di sviluppo specifico per i coordinatori di team.

Diversità e inclusione

La BCE ha continuato a promuovere la diversità e l’inclusione

Per la BCE coltivare una cultura della diversità, dell’inclusione e dell’appartenenza implica un impegno collettivo. I nostri Executive Sponsor della D&I forniscono sostegno alla leadership e accrescono la rilevanza del tema, mentre gli Ambasciatori della D&I promuovono la diversità e l’inclusione all’interno delle aree di business, insieme a sei reti per la D&I che amplificano le voci dei gruppi sottorappresentati. Il Consulente per la D&I e il personale delle risorse umane, integrando un’ottica di diversità e inclusione nell’elaborazione delle politiche e consentendo un dialogo aperto presso la banca, mettono a fattor comune tali sforzi. Per sfruttare le nostre esperienze e conoscenze collettive in materia di diversità e inclusione, una rete del SEBC e dell’MVU per la D&I si riunisce regolarmente, portando le nostre istituzioni un passo più vicine a rispecchiare e offrire risultati sempre migliori per i cittadini di cui la BCE è al servizio.

L’approfondimento degli aspetti della D&I e dell’intersezionalità è stato un tema prioritario

Nel perseguimento della parità di genere, la BCE ha introdotto obiettivi ambiziosi e interventi a questi collegati. Nel 2024 le donne rappresentavano il 33,3 per cento del personale a livello manageriale (fascia retributiva I‑L) e il 37,3 per cento di quello a livello di alta dirigenza (fascia retributiva K‑L), evidenziando uno scarto di 0,7 punti percentuali rispetto agli obiettivi fissati per i due gruppi. Se si guarda alla composizione della popolazione manageriale, negli ultimi dieci anni sono stati compiuti progressi significativi. Tuttavia, colmare il divario a livello di esperti (fasce retributive F/G‑G) e di coordinatori di team (fascia retributiva H) resta una sfida (cfr. la figura 11.1) e sottolinea la necessità di mantenere l’equilibrio di genere in cima alle nostre priorità strategiche.

Nel 2024 l’impegno è andato oltre il sostegno alle donne per includere il coinvolgimento degli uomini attraverso una serie dedicata di incontri sulle norme di genere, sui modelli maschili e sul congedo di paternità. Al fine di coltivare e favorire un ambiente in cui siano valorizzati tutti i trascorsi, le esperienze e le capacità individuali, si sono tenuti diversi seminari dedicati a comportamenti e leadership inclusivi, inclusione LGBT+, razza, etnia e importanza delle alleanze (allyship).

Per celebrare il mese europeo della diversità 2024, la BCE ha avviato un programma di mentoring e focus group per il personale appartenente a minoranze etniche e razziali

La BCE ha dedicato il mese europeo della diversità 2024 a razza ed etnia, collaborando con esperti esterni e introducendo un programma pilota che comprende mentoring e focus group per il personale appartenente a minoranze etniche e razziali. Le informazioni raccolte sui punti di forza e sulle aree di miglioramento hanno costituito la base per un seminario sperimentale sull’inclusione razziale destinato ai dirigenti.

Figura 11.1

Il nostro personale in sintesi

1) Dati aggiornati al 31 dicembre 2024.
2) Si riferisce soltanto a membri del personale con contratti a tempo indeterminato e determinato.
3) La metodologia per il calcolo della quota di genere è stata affinata in seguito all’ultima estrazione di dati per il Rapporto annuale della BCE sul 2023. I confronti con i dati precedenti dovrebbero pertanto tenere conto di tali modifiche metodologiche.
4) Sono inclusi 59 partecipanti al Graduate Programme.
5) Dipendenti distaccati da banche centrali nazionali del Sistema europeo di banche centrali, da istituzioni e agenzie pubbliche europee o da organizzazioni internazionali.
6) Si riferisce a qualsiasi trasferimento orizzontale, a tempo indeterminato o determinato, tra divisioni o aree di business.
7) Si riferisce a qualsiasi trasferimento, a tempo indeterminato o determinato, verso posizioni con fascia retributiva più elevata, con o senza assunzione.
8) Si riferisce soltanto a membri del personale con contratti a tempo indeterminato e a tempo determinato convertibili.
9) La tavola mostra le percentuali del personale e dei tirocinanti della BCE in base alla nazionalità, vale a dire che i membri del personale con più nazionalità vengono conteggiati per ogni nazionalità dichiarata. Le quote sono ricavate calcolando il rapporto tra il numero di persone di ciascuna nazionalità e il numero totale delle persone di tutte le nazionalità (solo UE). I paesi sono elencati nell’ordine alfabetico dei nomi dei paesi stessi nelle rispettive lingue nazionali.

11.5 Proseguire i lavori per affrontare le sfide legate all’ambiente e al clima

La BCE deve comprendere l’impatto dei cambiamenti climatici e della transizione verde sull’economia e sul settore finanziario

I recenti progressi nell’economia e nella modellizzazione del clima mostrano che i costi legati al protrarsi dei cambiamenti climatici sono significativamente più elevati di quanto ipotizzato. Ciò è dovuto in parte a progressi insufficienti nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Una transizione tempestiva verso un’economia più verde sarebbe notevolmente meno onerosa[94]. Le emissioni mondiali annue di carbonio sono attualmente ai massimi storici e gli scienziati prevedono che il riscaldamento globale raggiungerà i 2,6‑2,8°C al di sopra dei livelli preindustriali in questo secolo, anche nel caso di realizzazione delle politiche attualmente previste dagli impegni assunti. Si tratta di un valore molto più elevato rispetto al limite di 1,5°C stabilito con l’Accordo di Parigi[95]. Pertanto, i rischi connessi a un pianeta più caldo e a una transizione troppo tardiva sono in aumento. Inoltre, il degrado della natura incide sull’economia e comporta rischi finanziari. Il clima e la natura sono interconnessi e la BCE deve comprenderne l’impatto combinato sull’economia e sul settore finanziario per adempiere efficacemente al proprio mandato.

Nel 2024 la BCE ha portato avanti i lavori delineati nel piano per il clima e la natura 2024‑2025. Tali lavori sono coordinati dal centro sul cambiamento climatico della BCE e condotti in collaborazione con i soggetti interessati interni e con i comitati dell’Eurosistema e i consessi sul clima competenti per materia. Il piano si basa sui risultati conseguiti in passato e delinea la visione della BCE su come affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici e del degrado della natura nell’ambito del proprio mandato. Oltre a proseguire l’attuazione delle misure concordate in passato[96], il piano identifica tre aree di intervento principali da sviluppare ulteriormente: a) gestire la transizione verso un’economia verde; b) comprendere l’accresciuto impatto fisico dei cambiamenti climatici; e c) promuovere i lavori sui rischi legati alla natura. Il centro sul cambiamento climatico ha inoltre elaborato iniziative di sviluppo delle capacità e rafforzato le sinergie all’interno dell’Eurosistema, attraverso programmi di formazione comuni, seminari e progetti congiunti. Il personale della BCE ha altresì contribuito a corsi di formazione e seminari con banche centrali e altri soggetti interessati esterni all’Eurosistema. La BCE ha contribuito a portare avanti i lavori dell’agenda sul clima nell’ambito dei consessi internazionali. Tra questi figurano il Central Banks and Supervisors Network for Greening the Financial System (NGFS), il Consiglio per la stabilità finanziaria, il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, le autorità europee di vigilanza e il Comitato europeo per il rischio sistemico, la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), il Comitato per i pagamenti e le infrastrutture di mercato (Committee on Payments and Market Infrastructures, CPMI) della BRI, il G7, il G20, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.

L’impronta carbonica delle obbligazioni societarie detenute continua a diminuire

Per quanto riguarda l’attuazione della politica monetaria, l’informativa finanziaria legata al clima sulle consistenze di politica monetaria dell’Eurosistema e le riserve ufficiali della BCE, pubblicata a giugno 2024, ha ampliato l’ambito del rapporto, includendo, oltre alle obbligazioni societarie, altre classi di attività. Attualmente il rapporto riguarda il 99,7 per cento delle attività totali detenute per finalità di politica monetaria. Le emissioni di carbonio delle obbligazioni societarie, per le quali l’Eurosistema punta a un percorso di decarbonizzazione che sostenga gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e quelli di neutralità climatica dell’UE, hanno continuato a diminuire. A causa dell’interruzione dei reinvestimenti in obbligazioni societarie, il 31 dicembre 2024, la riduzione si baserà sul profilo delle scadenze di tali attività e sulle azioni intraprese dalle aziende stesse. A maggio 2024 il Consiglio direttivo ha deciso di stabilire obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per le consistenze di obbligazioni societarie, al fine di monitorare internamente, in questa fase, la traiettoria di riduzione delle emissioni dei portafogli di titoli societari. In presenza di deviazioni dalla traiettoria auspicata, il Consiglio direttivo valuterà caso per caso, nell’ambito del proprio mandato, la necessità di azioni correttive. L’Eurosistema ha inoltre continuato a integrare ulteriormente le considerazioni relative ai cambiamenti climatici nelle proprie operazioni di politica monetaria e a migliorare la valutazione e la gestione dei rischi. Ad esempio, adesso le banche centrali dell’Eurosistema applicano standard minimi comuni nei propri sistemi interni di valutazione della qualità dei crediti (in‑house credit assessment systems, ICAS), in linea con l’impegno assunto a luglio 2022[97].

La BCE ha compiuto progressi significativi nell’ambito delle analisi di scenario, della vigilanza bancaria e dei dati relativi al clima

Per quanto riguarda la stabilità finanziaria e le analisi di scenario, l’analisi di scenario una tantum dei rischi climatici legati al pacchetto “Pronti per il 55%”, condotta dalla BCE, dal Comitato europeo per il rischio sistemico e dalle autorità europee di vigilanza, mostra che è improbabile che le perdite legate al rischio di transizione possano da sole minacciare la stabilità finanziaria complessiva dell’UE. Tuttavia, se associati a shock macroeconomici, tali rischi possono accrescere le perdite per le istituzioni finanziarie. Ciò rende necessario un approccio congiunto in termini di politiche. I nuovi scenari climatici di lungo periodo, elaborati dal gruppo di lavoro del Network for Greening the Financial System guidato dalla BCE, prevedono un aggiornamento della funzione di determinazione del danno che comporta una valutazione peggiorativa del rischio fisico, ed evidenziano come politiche climatiche non sufficientemente ambiziose rendano più difficile la transizione.

La vigilanza bancaria della BCE ha continuato a valutare l’aderenza delle banche alle aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali. Allo stato attuale, nella maggior parte delle banche sono ampiamente operativi quadri di riferimento per i rischi climatici e legati alla natura. Tuttavia, un numero limitato di banche non ha ancora adottato elementi basilari per la gestione adeguata di tali rischi. Se le banche non rispettano i requisiti entro i termini stabiliti, potrebbero essere soggette al pagamento di penalità di mora.

Per quanto riguarda il contributo ai dati in materia di clima, nel 2024 tutte e tre le serie di indicatori statistici relativi al clima elaborati dalla BCE (in particolare, per la finanza sostenibile, i rischi fisici e le emissioni di carbonio) sono state aggiornate e migliorate (cfr. la sezione 7.2).

I dati sulla sostenibilità aziendale e sulle emissioni finanziate sono disponibili nelle relative informative annuali

L’informativa finanziaria annuale legata al clima e relativa ai portafogli titoli della BCE detenuti per finalità diverse dalla politica monetaria e la sua dichiarazione ambientale forniscono informazioni sull’impronta carbonica delle emissioni finanziate e sugli obiettivi di riduzione della BCE, nonché sugli impatti e sugli obiettivi ambientali delle operazioni interne. I dati sulla performance ambientale della BCE relativa al 2024 saranno pubblicati nel 2025, assieme a un nuovo programma di gestione ambientale per il periodo 2025‑2027.

Proseguono gli sforzi volti a ridurre l’impatto ambientale delle banconote e dei pagamenti elettronici in euro, compresi i lavori sull’euro digitale

Nel 2024 sono proseguiti i lavori per la riduzione dell’impronta ambientale delle banconote in euro. Tra le azioni intraprese figurano le misure volte a raggiungere il passaggio al 100 per cento di cotone biologico per il substrato di carta entro il 2027 e le ricerche sull’estensione del ciclo di vita delle banconote in circolazione e su metodi sostenibili alternativi di smaltimento dei rifiuti, quali il ricircolo e il riutilizzo degli scarti. Infine, le future banconote in euro saranno sviluppate in conformità con principi di progettazione eco‑compatibile: ciò significa che gli aspetti ambientali saranno considerati in tutte le fasi del processo di realizzazione (cfr. la sezione 6.3). Per quanto riguarda i pagamenti elettronici al dettaglio e in virtù del proprio ruolo di catalizzatore, la BCE, in collaborazione con il sistema europeo di banche centrali (SEBC) ha esaminato possibili soluzioni per agevolare la riduzione dell’impronta ambientale del processo dei pagamenti. L’Eurosistema ha sviluppato le prime migliori prassi ambientali per i pagamenti elettronici al dettaglio, concentrandosi esclusivamente sui pagamenti digitali. Lo stesso approccio è applicato al progetto dell’euro digitale, per il quale l’Eurosistema è orientato alla riduzione dell’impronta ambientale lungo l’intera catena del valore. Ciò comporta l’utilizzo di standard esistenti e l’ottimizzazione dei processi, l’applicazione di protocolli per minimizzare il consumo di energia e l’adesione alle migliori prassi in materia di performance ambientale e trasparenza dei dati.

Oltre all’attuazione delle misure concordate in passato, la BCE ha intensificato i lavori in tre aree di intervento (cfr. la figura 11.2).

Figura 11.2

Aree di intervento dei lavori della BCE legati al clima nel periodo 2024‑2025

Fonte: BCE.

La BCE mira a comprendere meglio l’impatto della transizione verde sulle attività previste dal proprio mandato

La BCE ha compiuto progressi nella comprensione e nella gestione dell’impatto della transizione verso un’economia più verde. Dall’indagine sul credito bancario condotta dalla BCE a luglio 2024 è emerso che i rischi climatici sono tenuti in considerazione crescente nelle condizioni di accesso al credito e nella domanda di prestiti, in particolare per il finanziamento di investimenti legati alla transizione verde. Un’analisi mostra che, nonostante i progressi compiuti, in Europa sono necessari ancora ingenti investimenti verdi. Un rapporto del SEBC ha esaminato le conseguenze strutturali della transizione per la produttività, mentre contributi analitici, come ad esempio un riquadro del Bollettino economico sugli effetti macroeconomici delle politiche di transizione connesse ai cambiamenti climatici, hanno rafforzato il quadro di riferimento della BCE per la modellizzazione macroeconomica. Un post pubblicato sul Blog della BCE ha mostrato che le imprese ad alta intensità energetica presentano margini di profitto bassi e ne ha analizzato le implicazioni per la transizione verde. Per quanto riguarda l’attuazione della politica monetaria, a marzo 2024 il Consiglio direttivo ha confermato che, nella misura in cui diverse configurazioni dell’assetto operativo si rivelassero ugualmente in grado di assicurare l’attuazione efficace dell’orientamento di politica monetaria, l’impostazione del futuro assetto operativo dell’Eurosistema dovrebbe agevolare il perseguimento dell’obiettivo secondario della BCE, in particolare la transizione verso un’economia verde, senza alcuna pregiudiziale verso l’obiettivo primario di stabilità dei prezzi.

La BCE deve tenere in considerazione l’accresciuto impatto fisico dei cambiamenti climatici

Per quanto riguarda l’accresciuto impatto fisico dei cambiamenti climatici, la BCE ha analizzato soluzioni volte a integrarlo negli scenari climatici e nelle proiezioni macroeconomiche. Tra i contributi figurano l’analisi degli effetti degli shock di temperatura sull’inflazione nei paesi dell’area dell’euro e dell’amplificazione dei rischi fisici attraverso i collegamenti nelle catene di approvvigionamento. Per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici, uno studio sulle politiche volte a colmare le lacune della copertura assicurativa in materia di eventi climatici, pubblicato dalla BCE e dall’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (European Insurance and Occupational Pensions Authority, EIOPA), ha approfondito le cause, sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta, del divario esistente in Europa e ha delineato i possibili passi verso un sistema europeo di protezione assicurativa contro le catastrofi naturali.

I rischi climatici e legati alla natura sono interconnessi

Al fine di promuovere i lavori sui rischi connessi alla natura, la BCE ha pubblicato un riquadro sui “servizi ecosistemici” e un articolo sull’impatto del degrado della natura e della perdita di biodiversità nel suo Bollettino economico, secondo cui il degrado della natura può porre sfide significative per il perseguimento dell’obiettivo del SEBC di stabilità dei prezzi definito nel Trattato e del suo compito di contribuire alla stabilità finanziaria. Inoltre, la BCE, in collaborazione con il Potsdam Institute for Climate Impact Research, NatureFinance e l’Università del Minnesota, ha condotto ricerche che hanno evidenziato l’importanza di scenari integrati per i rischi climatici e naturali, per una panoramica più accurata dei rischi per la stabilità finanziaria ed economica. La BCE ha altresì condotto ricerche volte ad analizzare le implicazioni giuridiche dei rischi connessi alla natura per le banche centrali e le autorità di vigilanza, come illustrato in un intervento di Frank Elderson sui rischi derivanti dal degrado della natura.

Riquadro 8
L’integrazione delle tecnologie di IA nelle attività della BCE

Nel 2024 la BCE ha continuato a sviluppare il proprio approccio strategico all’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle operazioni, nei processi decisionali e nelle funzioni di vigilanza.

Sotto il profilo delle funzioni di banca centrale, l’attenzione si è concentrata sull’’IA a supporto dell’innovazione operativa. La BCE ha condotto ricerche sull’uso degli algoritmi di IA a sostegno del processo decisionale inerente alla politica monetaria e sull’impatto dell’IA sull’economia e sulla comunicazione della banca centrale (cfr., ad esempio, il capitolo 8). Nelle operazioni di mercato, le iniziative hanno incluso attività di sensibilizzazione per valutare l’utilizzo dell’IA nei mercati finanziari, l’avvio di una rete per l’IA applicata ai mercati e l’uso di strumenti di IA per misurarne il clima di fiducia. I lavori sull’IA proseguiranno, con diversi progetti sperimentali in ambiti quali l’automatizzazione della comunicazione, l’ottimizzazione delle segnalazioni e la visualizzazione dei dati. Inoltre, quattro modelli linguistici di grandi dimensioni (Large Language Models) sono ora a disposizione dell’intera BCE, a supporto di oltre 4.500 utenti. Nell’ambito del programma di formazione del 2024, tutto il personale è stato invitato a esplorare l’IA e il suo utilizzo nel proprio lavoro (cfr. la sezione 11.4).

Sotto il profilo della vigilanza bancaria, sulla scorta dei progressi compiuti dal programma sulle tecnologie di vigilanza (“suptech”), nel 2024 oltre 3.500 addetti alla vigilanza hanno beneficiato dell’IA e di altre tecnologie avanzate. Un elemento chiave alla base della strategia tecnologica del Meccanismo di vigilanza unico per il periodo 2024‑2028 è l’idea della “vigilanza a portata di mano”. Ciò significa utilizzare la tecnologia, i dati e l’innovazione per fornire rapido accesso alle informazioni fondamentali sui rischi relativi alle banche sottoposte a vigilanza. Sono state sviluppate diverse piattaforme guidate dall’IA. Athena è uno strumento basato sull’intelligenza artificiale che aiuta il personale incaricato della vigilanza a estrarre e confrontare informazioni ricavate da un corpus di milioni di articoli, valutazioni di vigilanza e documenti bancari. Heimdall è uno strumento che utilizza funzionalità dell’IA per agevolare le valutazioni riguardanti l’idoneità dei membri dell’organo di gestione delle banche a ricoprire i rispettivi ruoli. Inoltre, il Virtual Lab fornisce agli addetti alla vigilanza e ad altro personale del SEBC l’infrastruttura necessaria a collaborare e a sviluppare le proprie soluzioni di IA. La vigilanza bancaria della BCE sta inoltre sperimentando nove casi di utilizzo dell’IA generativa con priorità elevata, da mettere in produzione nei prossimi due anni.

Questi traguardi raggiunti sono sostenuti dal forte impegno della BCE in favore di principi etici, sicurezza dei dati, condivisione dei risultati con le altre banche centrali e conformità alle norme. Adottando l’IA in modo responsabile, la BCE intende contribuire, nell’area dell’euro, a un contesto finanziario stabile, efficiente e orientato al futuro.

12 Conosciamoci

Molti dei traguardi raggiunti nel 2024 sono stati possibili grazie alla collaborazione tra i colleghi che operano nella BCE e nel Sistema europeo di banche centrali (SEBC). In particolare, il Consiglio direttivo e il Consiglio generale, per i processi decisionali, si sono avvalsi del supporto di una varietà di comitati, che comprendono esperti della BCE e del SEBC e che hanno un ruolo consultivo per le proprie aree di competenza. In questo capitolo alcuni dei nostri colleghi spiegano il ruolo del comitato di cui fanno parte, condividendo, al contempo, le proprie esperienze personali in questo ambito e più in generale presso la BCE.

Oscar Arce

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Ho il privilegio di presiedere il Comitato per la politica monetaria, un forum fondamentale in cui si riuniscono esperti dell’Eurosistema e del SEBC, a supporto del Consiglio direttivo e del Consiglio generale. Il nostro compito consiste principalmente nell’analizzare gli andamenti economici e nel preparare i dibattiti sulle politiche, che contribuiscono a orientare le decisioni sui tassi di interesse e su altre misure di politica monetaria. In poche parole, contribuiamo a garantire che le nostre politiche mantengano la stabilità dell’inflazione e sostengano l’economia dell’area dell’euro.

Prima di entrare a far parte della BCE rivestivo il ruolo di Capo della Direzione generale Economia, Statistiche e Ricerca presso il Banco de España, dove mi occupavo di analisi e previsioni economiche. Per un periodo ho anche prestato servizio presso la Comisión Nacional del Mercado de Valores (commissione nazionale per il mercato dei valori mobiliari spagnola) e presso l’ufficio economico del Primo ministro spagnolo. Ho conseguito un dottorato in economia presso la London School of Economics and Political Science, con una ricerca incentrata sulla politica monetaria, sulla stabilità finanziaria e sulle politiche macroeconomiche.

Essere a capo della Direzione Generale Analisi economica della BCE rappresenta al tempo stesso un onore e una grande sfida professionale. La BCE, fin dalla sua istituzione, è stata un pilastro di stabilità e prosperità per l’Unione economica e monetaria europea. Il nostro ruolo, in stretta collaborazione con il resto dell’Eurosistema, si confermerà fondamentale negli anni a venire. Ciò che mi piace in modo particolare del mio lavoro è il costante scambio di idee con colleghi di talento che provengono da ogni parte dell’Europa.

Nel tempo libero mi piace stare con la mia famiglia a Madrid e viaggiare con la mia moto.

Cornelia Holthausen

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Presiedo il Comitato per la stabilità finanziaria, un forum di discussione su questioni legate all’individuazione e valutazione dei rischi di stabilità finanziaria e sull’orientamento adatto delle politiche macroprudenziali.

Dopo il dottorato sentivo una forte motivazione a lavorare per l’Europa e sono entrata a far parte della BCE nel 1999 come economista nella Direzione Generale Ricerca Economica, occupandomi in particolare dei mercati monetari e dei sistemi di pagamento. Ben presto mi sono interessata al lavoro pratico di policy e alcuni anni più tardi sono stata felice di entrare a far parte della Direzione Generale Operazioni di mercato con il compito di gestire la liquidità. È stato affascinante lavorare in quel contesto durante la crisi finanziaria. Analisi e rapidità dei processi decisionali andavano di pari passo e avevo la sensazione che il lavoro di tutti i membri della squadra facesse davvero la differenza.

In seguito ho intrapreso un percorso manageriale nelle aree della ricerca finanziaria, delle operazioni di mercato, dell’economia e, infine, della stabilità finanziaria. Lavorare in diversi ambiti della BCE e potermi occupare di così tanti argomenti diversi con gruppi differenti, nel corso degli anni, sono state esperienze meravigliose. Ho riscontrato un grandissimo impegno a produrre risultati di alta qualità in tutta l’istituzione.

Nella Direzione Generale Politica macroprudenziale e Stabilità finanziaria ci occupiamo di fornire analisi approfondite e consulenza su politiche macroprudenziali, stabilità finanziaria e regolamentazione finanziaria. Il nostro gruppo si dedica all’individuazione e al monitoraggio dei rischi sistemici nel settore finanziario dell’area dell’euro. A tal fine collaboriamo a stretto contatto con le banche centrali nazionali, il Meccanismo di vigilanza unico, il Comitato europeo per il rischio sistemico e altre aree operative della BCE. Si tratta di un lavoro che comporta sfide, ma anche soddisfazioni, perché si lavora insieme per uno scopo comune.

Sono felice e orgogliosa di essere riuscita a lavorare così a lungo in un’istituzione che rappresenta una parte integrante dell’Europa e che si è mostrata forte anche in periodi di difficoltà. E so che l’Europa rimarrà fortemente unita nei prossimi decenni.

Vitaliana Rondonotti

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Dal 2017 sono la relatrice del Comitato per le statistiche. Coordino questioni statistiche trasversali del SEBC, controllo l’attuazione del programma di lavoro per le statistiche per il SEBC e il Meccanismo di vigilanza unico e coadiuvo il Presidente nell’orientamento strategico del comitato. In qualità di relatrice ho vissuto periodi impegnativi, ma arricchenti. Sono stata al diretto servizio di quattro direttori generali della Direzione generale Statistiche e testimone di trasformazioni sostanziali della funzione statistica, dovute all’esigenza sempre maggiore di dati, alle nuove metodologie, alla rapida evoluzione della tecnologia e alla necessità di collaborare in modo efficiente con un numero crescente di parti coinvolte, sia fisicamente sia virtualmente.

Grazie alla mia esperienza di vita e di studio in paesi diversi, sono cresciuta apprezzando contesti multinazionali e multiculturali e sono una grande sostenitrice della cooperazione internazionale. Quando ho sentito parlare del progetto di una moneta unica europea, ero elettrizzata dall’opportunità di entrare a far parte di un’istituzione come la BCE e di lavorare per l’Europa.

Nel 2000, al termine dei miei studi in statistiche metodologiche, ho iniziato a lavorare nella Direzione generale Statistiche della BCE, in qualità di esperta di destagionalizzazione. All’inizio mi occupavo della produzione di statistiche sugli aggregati monetari, ma ben presto ho maturato un forte interesse nel contribuire a nuove iniziative statistiche, come l’analisi dell’impiego delle centrali dei rischi e di altre nuove fonti di dati a fini statistici, oppure la creazione della banca dati delle statistiche sulle disponibilità in titoli (Securities Holdings Statistics Database, SHSDB), uno dei primi progetti del SEBC in materia di informazione statistica dettagliata.

Sono orgogliosa di lavorare nel Comitato per le statistiche, contribuendo alla produzione di statistiche europee di qualità elevata, fondamentali per il processo politico della BCE, e di fare la mia parte per un’Europa migliore e più forte.

Sylvia Hildebrandt

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Sono una Senior Office Coordinator nella Direzione Banconote. Da quando sono entrata a far parte della BCE, nel 2017, ho avuto la responsabilità della gestione degli aspetti amministrativi e logistici del Comitato per le banconote. Il compito di tale comitato consiste nel garantire l’ampia disponibilità e accessibilità del contante in euro, nonché la sua accettazione come strumento di pagamento e riserva di valore, pur rimanendo innovativo, sicuro e a basso impatto ambientale.

Tra i compiti previsti dal mio ruolo c’è quello di agevolare una comunicazione fluida tra Presidente, Segretario e membri del comitato e apprezzo davvero l’atmosfera di collaborazione e lo spirito di squadra che prescinde dai confini nazionali.

Prima di lavorare in BCE, mi sono occupata di sviluppo e gestione dei talenti, nel settore privato, e poi di segreteria di direzione. Lavorare con le persone e organizzare eventi sono da sempre tra le mie passioni ed è stato emozionante, per me, portare le mie esperienze e capacità nel ruolo in BCE. Considero stimolante il contesto diversificato e internazionale della BCE e, avendo studiato anglistica, adoro avvalermi ogni giorno delle mie capacità linguistiche. Mi impegno molto a supporto di un’Europa forte e sono orgogliosa di contribuire a tale obiettivo attraverso il mio operato presso il Comitato per le banconote.

Nel tempo libero mi piace stare all’aria aperta col mio cane o in mountain bike. Con la mia metà amiamo andare in bicicletta nei fantastici paesaggi di casa nostra, nell’Odenwald.

Sono emozionata al pensiero di continuare a contribuire alla missione della BCE e non vedo l’ora di cogliere le opportunità che il futuro ha in serbo.

Christian Barontini

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Sono segretario di un gruppo che riunisce gli addetti ai segretariati di tutti i Comitati del SEBC. Si tratta di fornire supporto tecnico, logistico e strategico. Forniamo consulenza sulle regole che disciplinano i comitati, assicuriamo l’allineamento dei contenuti e delle tempistiche dei risultati comuni e monitoriamo le modalità di risposta dei comitati alle richieste degli organi decisionali.

La mia prima esperienza con i comitati risale all’inizio della mia carriera nelle banche centrali, quando, nel 1999, è stato introdotto l’euro. Facevo parte di una task force del Comitato per la politica monetaria in rappresentanza della Banque de France. Ciò ha contribuito ad accrescere la mia conoscenza dei meccanismi alla base dei progetti europei e a cogliere l’importanza di mettere a fattor comune le prospettive nazionali per trovare un terreno condiviso.

Sono entrato a far parte della BCE nel 2007 col ruolo di economista nella Direzione Generale Relazioni internazionali ed europee, dove contribuivo alla preparazione delle posizioni di policy della BCE per le riunioni delle istituzioni dell’UE e per i fora a Bruxelles. In seguito sono stato trasferito per ricoprire la mia attuale posizione presso la Direzione Generale Segretariato, dove coordino le riunioni degli organi decisionali della BCE. In tutto questo tempo sono anche stato membro attivo del Comitato per le comunicazioni, che coadiuva gli organi decisionali su tutte le tematiche e questioni relative alla comunicazione interna ed esterna, come, ad esempio, le modalità di adattamento all’evoluzione dell’impiego degli strumenti digitali, o gli aspetti comunicativi dei progetti più importanti, quale il riesame della strategia di politica monetaria del 2021.

L’euro è una moneta peculiare, creata per promuovere la crescita, la stabilità e l’integrazione economica in Europa. Un contributo anche modesto a una missione di tale importanza è motivo di grande orgoglio per me.

Bilancio della BCE

https://www.ecb.europa.eu/press/annual-reports-financial-statements/annual/annual-accounts/html/ecb.annualaccounts2024~718377b1c1.it.html

Stato patrimoniale consolidato dell’Eurosistema al 31 dicembre 2024

https://www.ecb.europa.eu/press/annual-reports-financial-statements/annual/balance/html/ecb.eurosystembalancesheet2024~28f64426e5.it.html

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Per la terminologia tecnica, è disponibile sul sito della BCE un glossario.

HTML ISBN 978-92-899-7084-6, ISSN 1725-2903, doi:10.2866/5734653, QB-01-25-040-IT-Q


  1. Cfr. anche Andersson, M. et al., “Intangible assets of multinational enterprises in Ireland and their impact on euro area activity”, Occasional Paper Series, n. 350, BCE, 2024.

  2. Per maggiori informazioni sugli andamenti del mercato del lavoro nell’area dell’euro a partire dalla pandemia, cfr. l’articolo 2 Le ragioni alla base della tenuta del mercato del lavoro nell’area dell’euro tra il 2022 e il 2024 nel numero 8/2024 del Bollettino economico della BCE.

  3. L’orientamento delle politiche di bilancio è definito come la variazione del saldo primario corretto per gli effetti del ciclo, al netto delle misure adottate a sostegno del settore bancario e delle sovvenzioni del Next Generation EU dal lato delle entrate.

  4. Vi è uno sfasamento temporale nella trasmissione dei tassi di interesse più elevati alla spesa pubblica per interessi, che può essere spiegato dall’aumento delle scadenze del debito pubblico in essere durante il periodo di bassi tassi di interesse.

  5. Cfr. Haroutunian, S. et al., “The path to the reformed EU fiscal framework: a monetary policy perspective”, Occasional Paper Series, n. 349, BCE, 2024.

  6. Cfr. Commissione europea, “Semestre europeo 2025: il nuovo quadro di governance economica prende vita”, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Banca centrale europea, COM(2024) 705 final, 26 novembre 2024.

  7. Per maggiori informazioni sui fattori alla base dell’inflazione dei beni alimentari nell’area dell’euro, cfr. il riquadro 4 Determinanti dell’inflazione dei beni alimentari nell’area dell’euro negli ultimi due anni nel numero 2/2024 del Bollettino economico della BCE.

  8. Per maggiori informazioni sugli andamenti dell’inflazione di fondo, cfr. Lane, P.R., “Underlying inflation: an update”, intervento tenuto in occasione della conferenza Inflation: Drivers and Dynamics Conference 2024 organizzata dalla Federal Reserve Bank of Cleveland e dalla Banca centrale europea, Cleveland, 24 ottobre 2024.

  9. Per maggiori informazioni, cfr. il riquadro 5 La trasmissione della politica monetaria all’inflazione di beni e servizi: una prospettiva granulare nel numero 8/2024 del Bollettino della BCE.

  10. Per maggiori informazioni sulla funzione di compensazione dei profitti, cfr. il riquadro 6 Indicatori di profitto per l’analisi dell’inflazione alla luce del ruolo dei costi totali nel numero 4/2024 del Bollettino economico della BCE.

  11. La componente eccedente i minimi misura le deviazioni tra l’andamento delle retribuzioni effettive e quello delle retribuzioni contrattuali, rispecchiando fattori quali le variazioni degli straordinari, le gratifiche e le condizioni tese sul mercato del lavoro. Per maggiori informazioni sui recenti sviluppi, cfr. il riquadro 5 Andamenti recenti dei salari e ruolo della componente eccedente i minimi contrattuali nel numero 6/2024 del Bollettino economico della BCE.

  12. Per una panoramica introduttiva e tecnica sulle caratteristiche principali dell’indagine sulle aspettative dei consumatori (Consumer Expectations Survey, CES), cfr. Bańkowska, K. et al., “ECB Consumer Expectations Survey: an overview and first evaluation”, Occasional Paper Series, n. 287, BCE, dicembre 2021. Per maggiori informazioni sugli insegnamenti tratti dalle aspettative delle famiglie sulla base dell’indagine CES, cfr. D’Acunto, F. et al., “Household inflation expectations: an overview of recent insights for monetary policy”, Discussion Paper Series, n. 24, BCE, 2024. Per i risultati recenti dell’indagine CES con riguardo alla fiducia nella BCE tra i residenti nell’area dell’euro e le percezioni dei consumatori circa i fattori alla base dell’inflazione, cfr., rispettivamente, l’articolo 1 Fiducia nella BCE: evidenze dall’indagine sulle aspettative dei consumatori nel numero 3/2024 del Bollettino economico della BCE e il riquadro 5 La principale determinante della recente inflazione secondo i consumatori: variazioni delle percezioni nel tempo nel numero 7/2024 del Bollettino economico della BCE.

  13. Le analisi sono state pubblicate in Anghel, B., Bunel, S. et al., “Digitalisation and productivity: A report by the ESCB Expert Group on productivity, innovation and technological change”, Occasional Paper Series, n. 339, BCE, febbraio 2024; Bijnens, G. et al., “The impact of climate change and policies on productivity: A report of the ESCB Expert Group on productivity, innovation and technological change”, Occasional Paper Series, n. 340, BCE, febbraio 2024; e Lalinsky, T. et al., “The impact of the COVID‑19 pandemic and policy support on productivity: A report of the ESCB Expert Group on productivity, innovation and technological change”, Occasional Paper Series, n. 341, BCE, febbraio 2024. Una sintesi delle analisi è stata pubblicata nell’articolo 1 L’impatto dei recenti shock e dei cambiamenti strutturali in atto sulla crescita della produttività nell’area dell’euro nel numero 2/2024 del Bollettino economico della BCE.

  14. Cfr. Draghi, M., “The future of European competitiveness”, settembre 2024, redatto su richiesta della Commissione europea.

  15. Il totale supera il 100 per cento per effetto degli arrotondamenti; ad esempio, i titoli del settore pubblico erano pari a 1.558 miliardi di euro.

  16. Per maggiori dettagli, cfr. Ferrara, F.M., Hudepohl, T., Karl, P., Linzert, T., Nguyen, B. e Vaz Cruz, L., “Who buys bonds now? How markets deal with a smaller Eurosystem balance sheet”, Il Blog della BCE, BCE, 22 marzo 2024.

  17. Per ulteriori dettagli, cfr. Rahmouni‑Rousseau, I. e Schnabel, I., “The dynamics of PEPP reinvestments”, Il Blog della BCE, BCE, 13 febbraio 2024.

  18. Per ulteriori informazioni sui crediti aggiuntivi, cfr. nella sezione Facciamo chiarezza, la pagina “Cosa sono gli schemi di crediti aggiuntivi?”, BCE, aggiornato in data 14 gennaio 2021.

  19. Per ulteriori dettagli cfr. il riquadro 6 Modifiche al sistema delle garanzie dell’Eurosistema volte a promuovere una maggiore armonizzazione nel numero 1/2025 del Bollettino economico della BCE.

  20. Indirizzo della Banca centrale europea, del 9 luglio 2014, relativo a misure temporanee supplementari sulle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema e sull’idoneità delle garanzie, e che modifica l’indirizzo BCE/2007/9 (BCE/2014/31) (GU L 240 del 13.8.2014, pag. 28).

  21. Indirizzo (UE) 2015/510 della Banca centrale europea del 19 dicembre 2014 sull’attuazione del quadro di riferimento della politica monetaria dell’Eurosistema (BCE/2014/60) (rifusione) (GU L 91 del 2.4.2015, pag. 3).

  22. Tutte queste modifiche entreranno in vigore con il prossimo aggiornamento periodico del quadro giuridico applicabile, ma non prima del quarto trimestre 2025, fatta eccezione per le variazioni relative ai crediti che beneficiano di una garanzia del settore pubblico legata al COVID‑19 (non prima della fine del 2026).

  23. Cfr. The financial risk management of the Eurosystem’s monetary policy operations, BCE, luglio 2015.

  24. Cfr., nella sezione Facciamo chiarezza, la pagina “Da dove derivano gli utili e le perdite della BCE e delle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro?” sul sito Internet della BCE, aggiornato il 19 maggio 2023.

  25. Tale modifica si è basata su due decisioni distinte: a) l’accettazione degli S‑ICAS come fonte aggiuntiva di valutazione della qualità creditizia, fatto salvo lo sviluppo di un quadro di riferimento armonizzato (nell’ambito delle modifiche concordate al sistema delle garanzie, cfr. la sezione 2.2 e il comunicato stampa della BCE ECB announces changes to the Eurosystem collateral framework to foster greater harmonisation del 29 novembre 2024); b) l’approvazione del quadro di riferimento armonizzato (cfr. le Decisioni assunte dal Consiglio direttivo della BCE (in aggiunta a quelle che fissano i tassi di interesse) – gennaio 2025, BCE, 31 gennaio 2025.

  26. La metodologia della BCE per determinare il livello minimo, introdotta nel 2016, è stata aggiornata per la prima volta nel 2022. La BCE ha iniziato a utilizzare tale versione della metodologia nelle valutazioni sulle riserve per gli O‑SII a partire dal 1° gennaio 2024.

  27. Spagna, Grecia e Portogallo hanno annunciato l’introduzione di un coefficiente neutro positivo per la riserva di capitale anticiclica, mentre l’Italia ha annunciato l’introduzione di una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico applicabile alle esposizioni al rischio di credito nazionale e di controparte.

  28. Oltre ad alcuni paesi che hanno attuato nuove misure macroprudenziali, la Croazia e la Lettonia hanno annunciato modifiche al trattamento delle esposizioni nel settore immobiliare ai sensi dell’articolo 124 del regolamento sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Regulation, CRR), alla luce delle modifiche introdotte dal CRR III.

  29. La Bulgaria e la Grecia hanno annunciato l’attuazione di misure mirate ai debitori nel 2024, mentre diversi paesi hanno apportato alcuni adeguamenti alle rispettive misure attualmente in vigore in materia.

  30. Cfr. Financial Stability Review, BCE, maggio 2024 e Financial Stability Review, BCE, novembre 2024.

  31. Cfr. a) Slovacchia: Parere della Banca centrale europea del 14 febbraio 2024 su un prelievo speciale per gli enti creditizi (CON/2024/4); b) Lettonia: Parere della Banca centrale europea del 4 novembre 2024 sull’imposizione agli enti creditizi, per finalità di sicurezza nazionale, di un contributo di solidarietà temporaneo (CON/2024/35); c) Spagna: Parere della Banca centrale europea del 17 dicembre 2024 relativo a un’imposta sul reddito netto da interessi e commissioni di alcune istituzioni finanziarie (CON/2024/41).

  32. Il CERS riunisce i governatori delle banche centrali di tutti i paesi dello Spazio economico europeo, nonché i responsabili delle autorità di vigilanza nazionali ed europee, per effettuare valutazioni trimestrali del rischio sistemico e, ove necessario, formulare segnalazioni e raccomandazioni. Per ulteriori informazioni, cfr. il Regolamento (UE) n. 1096/2010 del Consiglio del 17 novembre 2010 che conferisce alla Banca centrale europea compiti specifici riguardanti il funzionamento del Comitato europeo per il rischio sistemico (GU L 331 del 15.12.2010, pag. 162).

  33. Cfr. “Using the countercyclical capital buffer to build resilience early in the cycle”, BCE/CERS, gennaio 2025.

  34. Cfr. “Advancing macroprudential tools for cyber resilience – Operational policy tools”, CERS, aprile 2024.

  35. Cfr. “NBFI monitor”, n. 9, CERS, giugno 2024.

  36. Cfr. “Follow‑up report on vulnerabilities in the residential real estate sectors of the EEA countries”, CERS, febbraio 2024.

  37. Cfr. il comunicato stampa del CERS ESRB issues a recommendation on vulnerabilities in the commercial real estate sector in the European Economic Area del 25 gennaio 2023.

  38. Regolamento (UE) n. 1092/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativo alla vigilanza macroprudenziale del sistema finanziario nell’Unione europea e che istituisce il Comitato europeo per il rischio sistemico (GU L 331 del 15.12.2010, pag. 1).

  39. Cfr. il comunicato stampa del CERS High‑Level Group on the ESRB Review publishes report entitled “ “Building on a Decade of Success” del 18 dicembre 2024.

  40. Cfr. la sezione 1.3.1.5 del Rapporto annuale della BCE sulle attività di vigilanza 2024.

  41. Per maggiori dettagli, cfr. la sezione .2.4.1 del Rapporto annuale della BCE sulle attività di vigilanza 2023; e Elderson, F., “Sustainable finance: from “eureka!” to action”, intervento pronunciato in occasione del Symposium on Finance in Transition organizzato da Sustainable Finance Lab, Amsterdam, 4 ottobre 2024.

  42. Avvalendosi del proprio potere di imporre sanzioni agli enti creditizi sottoposti alla propria vigilanza, la BCE ha comminato: a) due sanzioni amministrative nei confronti della Confédération Nationale du Crédit Mutuel per aver violato due decisioni di vigilanza relative ai modelli interni; b) due sanzioni amministrative alla Banque et Caisse d’Epargne de l’Etat in relazione a due violazioni commesse segnalando su base trimestrale informazioni inesatte sui fondi propri e sui relativi requisiti; c) una sanzione amministrativa nei confronti di BNP Paribas Fortis SA/NV per una violazione commessa segnalando con cadenza trimestrale, sulla base della sua situazione consolidata, informazioni inesatte sui requisiti di fondi propri e sulle attività ponderate per i rischi di credito e di diluizione relativi alle esposizione per factoring.

  43. Regolamento (UE) 2024/1623 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2024, che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto concerne i requisiti per il rischio di credito, il rischio di aggiustamento della valutazione del credito, il rischio operativo, il rischio di mercato e l’output floor (GU L, 2024/1623, 19.6.2024).

  44. Direttiva (UE) 2024/1619 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2024, che modifica la direttiva 2013/36/UE per quanto riguarda i poteri di vigilanza, le sanzioni, le succursali di paesi terzi e i rischi ambientali, sociali e di governance (GU L, 2024/1619, 19.6.2024).

  45. Regolamento (UE) n. 2023/1114 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2023, relativo ai mercati delle cripto‑attività e che modifica i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 1095/2010 e le direttive 2013/36/UE e (UE) 2019/1937 (GU L 150 del 9.6.2023, pag. 40)

  46. Cfr. il Parere della Banca centrale europea del 30 aprile 2024 su una proposta di Regolamento e di Direttiva relativa ai servizi di pagamento e ai servizi di moneta elettronica (CON/2024/13).

  47. Cfr., ad esempio, Draghi, M., “The future of European competitiveness”, settembre 2024, redatto su richiesta della Commissione europea; e Letta, E., “Much more than a market”, aprile 2024, redatto su richiesta del Consiglio europeo.

  48. Cfr., ad esempio, Financial Integration and Structure in the Euro Area, Comitato della BCE sull’integrazione finanziaria, BCE, giugno 2024; Financial Stability Review, BCE, novembre 2024; Lagarde, C., “Convogliare il risparmio verso gli investimenti e l’innovazione in Europa”, intervento tenuto in occasione del 34° European Banking Congress: “Out of the Comfort Zone: Europe and the New World Order”, Francoforte sul Meno, 22 novembre 2024; De Guindos, L., “Bridging the gap: reviving the euro area’s productivity growth through innovation, investment and integration”, intervento tenuto in occasione della Economic Conference 2024 organizzata dalla Latvijas Banka e dal SUERF, Riga, 2 ottobre 2024; e Cipollone, P., “ Towards a digital capital markets union”, intervento di apertura pronunciato in occasione del simposio della Bundesbank sul futuro dei pagamenti, Francoforte sul Meno, 7 ottobre 2024.

  49. Cfr. Eurosystem response to EU Commission’s consultation on macroprudential policies for non-bank financial intermediation (NBFI), FSC high‑level task force on NBFI, novembre 2024. La BCE ha contribuito anche alla risposta del CERS alla medesima consultazione.

  50. Cfr. “Liquidity Preparedness for Margin and Collateral Calls: Final report”, Consiglio per la stabilità finanziaria, 10 dicembre 2024; e “Leverage in Non‑bank Financial Intermediation: Consultation report”, Consiglio per la stabilità finanziaria, 18 dicembre 2024.

  51. I prestatori di servizi di pagamento non bancari comprendono gli istituti di pagamento, come definiti all’articolo 4, paragrafo 4, della direttiva UE sui servizi di pagamento, e gli istituti di moneta elettronica, quali definiti all’articolo 2, paragrafo 1, della direttiva sulla moneta elettronica.

  52. Regolamento (UE) 2024/886 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 marzo 2024, che modifica i regolamenti (UE) n. 260/2012 e (UE) n. 2021/1230 e le direttive 98/26/CE e (UE) 2015/2366 per quanto riguarda i bonifici istantanei in euro (GU L, 2024/886, 19.3.2024).

  53. Direttiva 98/26/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 1998 concernente il carattere definitivo del regolamento nei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli (GU L 166 dell’11.6.1998, pag. 45).

  54. Decisione (UE) 2025/222 della Banca centrale europea, del 27 gennaio 2025, sull’accesso da parte dei prestatori di servizi di pagamento non bancari ai sistemi di pagamento gestiti da una banca centrale dell’Eurosistema e ai conti offerti da una banca centrale dell’Eurosistema (BCE/2025/2) (GU L, 2025/222, 6.2.2025).

  55. Indirizzo (UE) 2022/912 della Banca centrale europea, del 24 febbraio 2022, relativo a un sistema di trasferimento espresso transeuropeo automatizzato di regolamento lordo in tempo reale (TARGET) di nuova generazione e che abroga l’indirizzo BCE/2012/27 (BCE/2022/8).

  56. Cfr. anche la pagina web della BCE riguardante le attività esplorative sulle nuove tecnologie per il regolamento all’ingrosso in moneta di banca centrale.

  57. Cfr. Cipollone, P., “Towards a digital capital markets union”, intervento di apertura pronunciato in occasione del simposio della Bundesbank sul futuro dei pagamenti, Francoforte sul Meno, 7 ottobre 2024.

  58. Per ulteriori dettagli, cfr. Preliminary methodology for calibrating holding limits, presentazione nell’ambito della 14a sessione tecnica dell’ERPB sull’euro digitale, BCE, Francoforte sul Meno, 10 dicembre 2024; Update on workstream on the methodology forthe calibration of holding limits, presentazione nell’ambito della 11a sessione tecnica dell’ERPB sull’euro digitale, BCE, Francoforte sul Meno, 11 aprile 2024; Summary of inputs on the methodology for calibrating holding limits, presentazione nell’ambito della 12a sessione tecnica dell’ERPB sull’euro digitale, BCE, Francoforte sul Meno, 16 luglio 2024; e ERPB – Annex to preliminary methodology for holding limit, BCE, Francoforte sul Meno, 10 dicembre 2024.

  59. Regolamento della Banca centrale europea (UE) n. 795/2014, del 3 luglio 2014, sui requisiti di sorveglianza per i sistemi di pagamento di importanza sistemica (BCE/2014/28) (GU L 217, 23.7.2014, pag. 16).

  60. Regolamento (UE) 2023/1114 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2023, relativo ai mercati delle cripto‑attività e che modifica i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 1095/2010 e le direttive 2013/36/UE e (UE) 2019/1937 (GU L 150 del 9.6.2023, pag. 40).

  61. Regolamento (UE) 2022/2554 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022 relativo alla resilienza operativa digitale per il settore finanziario e che modifica i regolamenti (CE) n. 1060/2009, (UE) n. 648/2012, (UE) n. 600/2014, (UE) n. 909/2014 e (UE) 2016/1011 (GU L 333 del 27.12.2022, pag. 1).

  62. Per maggiori informazioni, cfr. “Adopting TIBER‑EU will help fulfil DORA requirements”, BCE, settembre 2024.

  63. Regolamento (UE) n. 909/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, relativo al miglioramento del regolamento titoli nell’Unione europea e ai depositari centrali di titoli e recante modifica delle direttive 98/26/CE e 2014/65/UE e del regolamento (UE) n. 236/2012 (GU L 257 del 28.8.2014, pag. 1).

  64. Regolamento (UE) 2022/858 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2022 relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito e che modifica i regolamenti (UE) n. 600/2014 e (UE) n. 909/2014 e la direttiva 2014/65/UE (GU L 151, 2.6.2022, pag. 1).

  65. Regolamento (UE) 2024/2987 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 novembre 2024, che modifica i regolamenti (UE) n. 648/2012, (UE) n. 575/2013 e (UE) 2017/1131 per quanto concerne le misure volte ad attenuare le esposizioni eccessive nei confronti di controparti centrali di paesi terzi e a migliorare l’efficienza dei mercati della compensazione dell’Unione (GU L, 2024/2987, 4.12.2024).

  66. Per maggiori dettagli sul quadro di riferimento, cfr. Cipollone, P., Lane, P. e Schnabel, I., “Learning from crises: our new framework for euro liquidity lines”, Il Blog della BCE, BCE, 29 gennaio 2024.

  67. Ai sensi dell’articolo 141, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (GU C 326 del 26.10.2012), pag. 47, degli articoli 17, 21.2, 43.1 e 46.1 dello Statuto del SEBC e dell’articolo 9 del Regolamento (CE) n. 332/2002 del Consiglio, del 18 febbraio 2002, che istituisce un meccanismo di sostegno finanziario a medio termine delle bilance dei pagamenti degli Stati membri (GU L 53 del 23.2.2002, pag. 1).

  68. Ai sensi degli articoli 122, paragrafo 2, e 132, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC, nonché dell’articolo 8 del Regolamento (UE) n. 407/2010 del Consiglio, dell’11 maggio 2010, che istituisce un meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (GU L 118 del 12.5.2010, pag. 1).

  69. Ai sensi degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC in combinato disposto con l’articolo 10 del Regolamento (UE) n. 2020/672 del Consiglio del 19 maggio 2020 che istituisce uno strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) a seguito dell’epidemia di Covid‑19 (GU L 159 del 20.5.2020, pag. 1).

  70. Ai sensi degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC in combinato disposto con il Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).

  71. Ai sensi degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC in combinato disposto con il Regolamento (UE) 2024/792 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 febbraio 2024, che istituisce lo strumento per l’Ucraina (GU L, 2024/792, 29.2.2024).

  72. Ai sensi degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC in combinato disposto con la Decisione (UE) 2024/1144 del Consiglio, del 12 aprile 2024, relativa alla fornitura di assistenza macrofinanziaria a breve termine alla Repubblica araba d’Egitto (GU L, 2024/1144, 15.4.2024).

  73. Ai sensi degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC in combinato disposto con l’articolo 3, paragrafo 5, dell’Accordo quadro del FESF.

  74. Ai sensi degli articoli 17 e 21 dello Statuto del SEBC in combinato disposto con l’articolo 5.12.1 dei termini generali del MES per gli accordi sullo strumento di assistenza finanziaria.

  75. Nell’ambito dell’accordo sul programma di prestiti che coinvolge da un lato gli Stati membri la cui moneta è l’euro (diversi da Germania e Grecia) e Kreditanstalt für Wiederaufbau (che agisce nell’interesse pubblico, in base alle istruzioni e beneficiando della garanzia della Repubblica federale di Germania) in qualità di prestatori e, dall’altro, la Repubblica ellenica in qualità di prenditrice e la Banca di Grecia che agisce come agente di questa, nonché in conformità agli articoli 17 e 21.2 dello Statuto del SEBC e all’articolo 2 della Decisione della Banca centrale europea, del 10 maggio 2010, riguardante la gestione dei prestiti cumulativi bilaterali a favore della Repubblica ellenica e che modifica la decisione BCE/2007/7 (BCE/2010/4) (GU L 119 del 13.5.2010, pag. 24).

  76. Ai sensi del memorandum d’intesa per il servizio di emissione dell’Unione europea.

  77. Indirizzo (UE) 2021/827 della Banca centrale europea, del 29 aprile 2021, che modifica l’indirizzo BCE/2013/24 relativo agli obblighi di segnalazione statistica della Banca centrale europea nel settore dei conti finanziari trimestrali (BCE/2021/20) (GU L 184 del 25.5.2021, pag. 4).

  78. Indirizzo (UE) 2022/747 della Banca centrale europea, del 5 maggio 2022, che modifica l’indirizzo BCE/2011/23 sugli obblighi di segnalazione statistica della Banca centrale europea nel settore delle statistiche esterne (BCE/2022/23) (GU L 137 del 16.5.2022, pag. 177).

  79. Le società veicolo rivestono un’importanza significativa in uno specifico gruppo di paesi.

  80. Per informazioni più dettagliate su dati, scelte metodologiche e limitazioni residue, cfr. “Climate change‑related statistical indicators”, Statistics Paper Series, n. 48, BCE, aprile 2024.

  81. Cfr. il riquadro 6 L’ingente ridimensionamento dei flussi finanziari con l’esterno dell’area dell’euro nel 2022: evidenze dai dati più granulari di bilancia dei pagamenti nel numero 4/2023 del Bollettino economico della BCE.

  82. Cfr. Anacki, M., Aragonés, A., Calussi, G. e Olsson, H., “Exploring the investment funds households own”, The ECB Data Blog, BCE, 17 settembre 2024.

  83. La lista dei paesi controparte ora include, ad esempio, tutti i paesi del G20 e dell’UE al di fuori dell’area dell’euro. In particolare, si sono rese disponibili informazioni per molte ulteriori economie avanzate (Australia, Norvegia e Corea del Sud) ed emergenti (Argentina, Indonesia, Messico, Arabia Saudita, Sud Africa e Turchia).

  84. Cfr. il riquadro 3 L’impatto delle Special Purpose Entities (SPE) sui legami finanziari transfrontalieri dell’area dell’euro nel numero 7/2024 del Bollettino economico della BCE.

  85. Cfr., ad esempio, Ashwin, J. et al., “Nowcasting euro area GDP with news sentiment: a tale of two crises”, Journal of Applied Econometrics, vol. 39, n. 5, agosto 2024, pagg. 887‑905.

  86. Cfr. Leek, L., Bischl, S. e Freier, M., “Introducing Textual Measures of Central Policy‑Linkages Using ChatGPT”, SocArXiv Papers, 78wnp, Center for Open Science, 2024.

  87. Cfr. le sentenze del Tribunale nelle cause T‑182/22, T‑186/22, T‑187/22, T‑188/22, T‑189/22, T‑190/22 e T‑191/22.

  88. Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio, del 15 ottobre 2013, che attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi (GU L 287 del 29.10.2013, pag. 63).

  89. Si tratta, da un lato, delle autorità responsabili di vigilare sul rispetto, da parte degli enti creditizi, degli obblighi loro imposti dalla proposta di direttiva e, dall’altro, delle autorità responsabili della vigilanza prudenziale di tali enti, compresa la BCE.

  90. Cfr. “Preservare la libertà dei cittadini di utilizzare uno strumento di pagamento pubblico: una panoramica sulla fase di preparazione per l’euro digitale”, dichiarazione introduttiva di Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 14 febbraio 2024; e “Dalla dipendenza all’autonomia: il ruolo di un euro digitale nel panorama europeo dei pagamenti”, dichiarazione introduttiva di Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 23 settembre 2024.

  91. Alla BCE è stato riconosciuto lo status di osservatore presso l’FMI e un suo rappresentante permanente presso la sede centrale del Fondo, a Washington D. C., può prendere parte alle riunioni del Consiglio di amministrazione dell’FMI che vertono su argomenti specifici.

  92. Quando nel 2022 il Lussemburgo ha istituito un VTA, il numero totale di VTA dell’Eurosistema è salito a 19 (18 istituiti dagli Stati membri dell’UE e uno dalla BCE).

  93. I risultati della prova di stress del 2024 sui rischi climatici saranno pubblicati in forma qualitativa nell’informativa finanziaria relativa al clima dell’Eurosistema del 2025.

  94. Cfr. il comunicato stampa del Central Banks and Supervisors Network for Greening the Financial System NGFS publishes latest long‑term climate macro‑financial scenarios for climate risks assessment del 5 novembre 2024.

  95. Cfr. United Nations Environment Programme, “Emissions Gap Report 2024”, per maggiori dettagli sulla stima secondo cui, in base alle politiche attualmente in vigore, il riscaldamento globale raggiungerà i 2,6‑2,8°C al di sopra dei livelli preindustriali in questo secolo.

  96. Cfr. il piano di azione per integrare le considerazioni relative al clima nella politica monetaria elaborato nel 2021 dalla BCE, la strategia per la vigilanza bancaria 2022‑2024, e l’agenda per il clima del 2022.

  97. Per maggiori informazioni sugli standard minimi, cfr. il riquadro 6 Standard minimi comuni per l’integrazione dei rischi legati al cambiamento climatico nei sistemi interni di valutazione della qualità dei crediti dell’Eurosistema nel numero 6/2022 del Bollettino economico della BCE.